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Performing media, fra umanesimo e digitalizzazione. Il Nuvola project di Carlo Infante

Fra storia, presente e ipotesi di una nuova socialità, a Roma la carrellata di eventi, da performance nomadi a installazioni digitali, dell’artista romano da sempre interessato alle nuove forme di comunicazione, legate all’evoluzione tecnologica. Tra gli appuntamenti, quello dedicato a una figura della storia romana, Lucrezia Romana

 

Da qualche decennio ci si interroga sulla relazione possibile tra l’approccio umanista e lo sviluppo esponenziale delle tecnologie digital.  In questo senso qualcuno sta trovando delle risposte, non solo teoriche ma con atti pubblici che hanno reso più performante la narrazione attraverso i nuovi media. È  successo a Roma con il progetto Performing Media! curato da Urban Experience per l’Estate Romana, svolto dal 14 al 20 settembre,  con molti eventi e format diversi, tra walkabout, experience lab, performance e installazioni agite con sistemi di intelligenza artificiale.

 

 

Una di queste è stata attuata da Nuvola Project, nell’Antiquarium di via Lucrezia Romana, dove è apparsa una figura importante della storia romana: Lucrezia Romana, appunto, che ha parlato, animando un quadro di Cranach, attraverso  i versi che Shakespeare le ha dedicato (recitati da Gaia Riposati) evocando il suo suicidio. Fu la catarsi dello stupro subito dal figlio del re etrusco Tarquinio il Superbo, una tragedia che provocò la rivolta che fece cadere il dittatore, determinando la nascita della Repubblica romana nel 509 a.c. Un esempio emblematico di quel performing media, nell’impennata di una ricerca avviata quarant’anni fa con il videoteatro e proiettata oggi verso l’innovazione adattiva, come spiega Carlo Infante, curatore del progetto:

 

Carlo Infante ha ideato il progetto Performing media!

«Tutto questo comporta una nuova sensibilità nell’interazione con i sistemi digitali, battendo il ritmo di un’evoluzione culturale che comporta un salto di qualità che va ben oltre l’approccio della digitalizzazione, che comporta solo trasferimento tecnologico, per liberare nuovi linguaggi e nuovi comportamenti verso la digitalità. Trovando un’interazione sensibile con i sistemi di intelligenza artificiale che sanno apprendere dai nostri linguaggi naturali».

 

Il progetto Performing Media! si è centrato quindi su come rendere più performante la narrazione attraverso i media digitali, andando oltre i walkabout con cui attraversiamo i territori con la “radio che cammina” producendo con i geopodcast una mappa parlante, presentando anche altri format, connotati da straordinarie competenze drammaturgiche, capaci d’innestare nelle coscienze l’intimità di percorsi ad alto tasso emozionale attraverso la dimensione immersiva dell’ascolto con radiocuffie.

 

Lucrezia Romana, nel dipinto di Lucas Cranach il Vecchio, del 1538, alla Staatsgalerie della Residenza Nuova, Bamberga, Germania
Lucrezia Romana, dipinta da Lucas Cranach il Vecchio, nel 1538. Il quadro si trova nella Staatsgalerie della Residenza Nuova, a Bamberga, Germania

 

Come è successo con  il perturbante The Walk di Cuocolo-Bosetti che ha solcato l’acquedotto Felice a Tor Fiscale, a pochi passi dal campo barbarico, dove tra i fornici sono ancora presenti i segni delle baracche che fino alla seconda metà degli anni Settanta hanno invaso tutta la zona, creando un “sottomondo” degradato. All’inquietudine di quel testo che evoca gli ultimi passi di un amico morto accidentalmente, lo stato d’animo degli spettatori viene così pervaso dall’inquietudine che quel luogo esprime in sé, come un sottotesto.

Altro modo, quello dei due silent play di Carlo Presotto che hanno un’impronta pedagogica, ludico-partecipativa, come dei giochi di ruolo di caratura emozionale, in una coinvolgente palestra d’empatia.

Il silent play che ha trovato luogo al Mandrione è Sospesi e si basa su una modalità di performing media che esprime al miglior grado la condizione teatrale attraverso la partecipazione in un processo che simula la situazione complessa di un migrante che rischia di ritrovarsi ultimo tra gli ultimi.

 

Un momento di un walkabout, con un gruppo di persone che attraversa un'antica cinta muraria romana
Le attività di Urban Experience promuovono l’uso creativo della città, per reinventare lo spazio pubblico, tra web e territorio

 

L’altro silent play è Un altro sguardo, realizzato a Villa Lazzaroni, con una partecipazione che ha travalicato le prenotazioni contingentate. Qui la soluzione del gioco di ruolo diventa ancora più esplicita, in un gioco  dove si è invitati a guardarsi, rispecchiandosi nei gesti dell’altro, e a prendersi cura del partner occasionale, toccandolo (cosa che per molti è ancora un tabù, per via del paradosso pandemico). È un’operazione che deriva dal progetto  “il volto dell’Altro” realizzata per Caritas international in collaborazione con l’associazione Non dalla Guerra in occasione della Giornata mondiale della gioventù 2019 a Panama.

 

Un altro format è stato quello messo a punto dalle azioni di Simona Verrusio che ha creato Vj Janus, un personaggio-dispositivo che con telecamere davanti (per riprendere il presente e rilanciarlo nel futuro) e uno zainetto-monitor per disseminare schegge di passato (trasmettendo repertori storici come alcuni estratti di documentari dell’archivio Luce) evoca la figura mitica di Giano bifronte.

È con questo personaggio-dispositivo, innestato ai walkabout di esplorazione radionomade, che si sono interpretati i luoghi con una visione ulteriore: alla Romanina evocando le prime espressioni di Decentramento Culturale di Carlo Quartucci e Carla Tatò negli anni Settanta e l’innovazione tecnologica di Italo Radio negli anni Venti e nell’area di Via Lucrezia Romana con estratti di film ambientati tra quelle rovine romane, in un’esplorazione condotta con gli studenti della Scuola Nazionale di Cinema. 

 

Carlo infante, durante una delle performance organizzate da Urban Experience
Attivo sin dai primi anni Settanta, Infante nel 2009 ha promosso il cantiere di Urban Experience

 

I ragionamenti degli experience lab diffusi in streaming webradio sono stati processati  secondo una “emotianalysis”,  elaborata da Nuvola Project con un sistema di intelligenza artificiale che ha permesso di “distillare” alcuni dei concetti chiave messi in campo. Come è successo nell’incontro all’interno del mondo virtuale di MoveIn VR:coreografia di Ariella Vidach-Aiep in ambiente 3D immersivo su Mozilla Hub dove ci si è confrontati con Claudio Prati, regista-mediamaker di Aiep, e con Maria Grazia Mattei, presidente del Digital Culture Center. In un videoreport viene ripercorsa tutta la manifestazione, seguendo proprio la voce della “radio che cammina”.

 

 

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Sapereambiente è una rivista d'informazione culturale per la sostenibilità. Direttore responsabile: Marco Fratoddi. In redazione: Valentina Gentile (caporedattrice), Sarah De Marchi, Roberta Sapio, Adriana Spera. È edita da Saperenetwork, società del gruppo Hub48 di Alba (Cn). Stay tuned 😉

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