Rifugio Canile di Bagnaia, un posto speciale per una vita migliore

Paola Viglino, presidente di Amici Animali Onlus, con Bubu, uno degli ospiti del Rifugio canile di Bagnaia

Rifugio Canile di Bagnaia, un posto speciale per una vita migliore

Box molto ampi, grandi aree di sgambamento, un’infermeria e un’area geriatrica. In provincia di Viterbo c’è un luogo speciale dove gli animali abbandonati o maltrattati hanno una seconda vita. Anche grazie alle cure dell’Associazione Amici Animali Onlus e della presidente Paola Viglino

Teresa ha dieci anni. Nei fine settimana viene con mamma e papà al Rifugio canile comunale di Bagnaia (Viterbo) per giocare con Rocky e Milka, due dei centodieci cani che si trovano nella struttura. La sua famiglia, al momento, non ne può adottare uno ma lei sente molto trasporto per gli animali così, quando viene, gioca con i suoi amici a quattro zampe a cui ha regalato anche dei peluche. «Come fai a non commuoverti quando vedi queste cose?» dice Paola Viglino. Lei è la presidente dell’associazione Amici Animali Onlus, che cura la gestione del rifugio canile assieme un gruppo di istruttori ed educatori cinofili che ne curano la parte cognitivo/relazionale. Il rifugio è nel pieno delle sue attività: volontari e personale puliscono i box e riempiono le ciotole di cibo mentre, a turno, i cani che vivono insieme sgambano e giocano nelle vaste aree verdi recintate dei cinque ettari di bosco con alberi di castagno in cui si trova il canile. È una bella giornata: alcuni anziani disabili vengono messi sulle copertine al sole e, per un po’ di tempo, si godono il tepore che allevia i dolori dell’età. Elena, una volontaria, rincorre Pitù, un meticcio bianco che è troppo preso dagli odori e non vuole stare fermo per farsi spazzolare il pelo lungo in piena muta. C’è sempre tanto da fare, ma l’amore è un motore potente. Si vede, è palese. Tutti possono entrare, anzi, sono i benvenuti: la struttura è aperta tutti i giorni la mattina dalle 10 alle 12 e, su prenotazione, nei fine settimana anche il pomeriggio.

 

Paola Viglino con Spot, uno dei magnifici ospiti del Rifugio Canile di Bagnaia
Paola Viglino con Spot, uno dei magnifici ospiti del Rifugio Canile di Bagnaia

Paola e Elvia, pasionarie per gli animali

Paola, insegnante di sostegno in una scuola primaria di Perugia, ha raccolto il testimone della madre Elvia, storica “pasionaria” degli animali venuta a mancare nel 2018 a 84 anni, dopo una vita intera dedicata proprio agli ultimi. Negli anni ’80 Elvia iniziò a salvare i cani destinati alla soppressione, dando vita prima a un piccolo stallo che poi, nel tempo, è diventato un vero e proprio canile. «I cani vengono da situazioni di abbandono e maltrattamento – spiega Paola – e ci definiamo rifugio perché speriamo che per loro questa sia solo una situazione temporanea in attesa che arrivi una bella adozione. Nel frattempo dedichiamo loro cure e attenzioni che necessitano, sia dal punto di vista dei bisogni primari, sia delle esigenze psicologiche».

 

Milka con il pupazzo regalato da Teresa
Milka con il pupazzo regalato da Teresa

 

Percorsi di recupero pre e post adozione

«Grazie alla presenza di Sergio Maria Stefani (istruttore cinofilo) e dei suoi collaboratori, i cani sono seguiti anche dal punto di vista etologico. Sono suddivisi nei box in base all’età, al sesso e al temperamento». La Viglino sottolinea che i cosiddetti soggetti “problematici” (morsicatori, fobici) vengono avviati a un percorso di recupero per poterli poi accompagnare verso una casa definitiva. Ma comunque prima di ogni adozione gli educatori fanno una valutazione sulla famiglia e l’ambiente in cui andrà a stare il cane e, nel caso in cui serva, si rendono disponibili per aiutare cani e umani di riferimento laddove ci fossero difficoltà post adozione.

 

Plutone e gli altri cani che vivono insieme sgambano e giocano nelle vaste aree verdi recintate
Plutone e gli altri cani che vivono insieme sgambano e giocano nelle vaste aree verdi recintate

Il Rifugio canile comunale di Bagnaia

«In realtà devo dire che la stragrande maggioranza di questi animali ha un equilibrio invidiabile – dice Paola -. Grazie al fatto che vivono in box molto ampi, in un contesto davvero unico nel suo genere, con grandi aree di sgambamento, i cani hanno la possibilità di vivere in modo sereno quella che altrimenti sarebbe una condizione di triste prigionia. Lo dimostra il fatto che il tasso di sopravvivenza è davvero elevato: abbiamo cani che arrivano anche ad avere 18/20 anni proprio perché sono costantemente seguiti sotto ogni punto di vista, in primis quello della salute». Il rifugio canile proprio di recente ha inaugurato un’infermeria dove Antonio Bullitta, veterinario e direttore sanitario del canile, può eseguire in tutta tranquillità visite e trattamenti sanitari. «Per i casi più seri e per gli interventi di emergenza ci avvaliamo della collaborazione della clinica Città dei Papi – aggiunge la Viglino mentre accarezza Bubu, uno splendido pastore maremmano abruzzese – che ci assicura un’assistenza h24 e con cui c’è un rapporto di stima e fiducia».

 

Rosa, Maremmanino e Nebbia nell'area sgambamento
Rosa, Maremmanino e Nebbia nell’area sgambamento

 

Bomboniere molto speciali

«La storia dell’infermeria è molto bella e tengo a raccontarla, anche per far capire quanto sia forte il legame e l’amore dei viterbesi verso il rifugio. La stanza attrezzata e anche quattro box in cui si potranno tenere i cani sotto trattamento sanitario, sono il frutto di una donazione che mi ha davvero emozionato. Il 21 maggio del 2023 una giovane coppia, Elisabetta Storcè e Angelo Sapio, si è sposata. In quell’occasione ha fatto una richiesta davvero singolare.

La partecipazione di nozze recitava così: “Saremmo felici se tutti insieme aiutassimo l’associazione Amici Animali con un’offerta libera per l’acquisto di nuovi box per i cagnolini del rifugio canile di Bagnaia”.

I soldi arrivati sono stati davvero una benedizione inaspettata». Paola si emoziona mostrando la partecipazione e le spillette di Amici Animali che gli sposi hanno inserito nella bomboniera.

Unicamente il benessere animale

Ma non è l’unica testimonianza di affetto che i cani del rifugio ricevono dai viterbesi: ogni volta che c’è bisogno di coperte, cibo o anche di una mano in più per poter fare manutenzione le risposte dei cittadini sono immediate. «Io credo che la differenza stia nel fatto che questa struttura comunale sia gestita da una associazione no profit.

Purtroppo il privato tenderà a fare profitto: per noi quello che conta è unicamente il benessere animale. Questo i cittadini lo hanno sempre saputo, dalla gestione di mia madre Elvia a oggi.

Spesso i soldi non bastano perché il Comune ci assicura un contributo forfettario con cui paghiamo personale e spese primarie, ma le necessità sono tante e facciamo i salti mortali per garantire il massimo ai cani con diverse iniziative di raccolta fondi».

Il sogno e la speranza: il Parco canile

Il sogno di Elvia Viglino era che il rifugio di Bagnaia diventasse un Parco canile. Ma alcuni intoppi burocratici ne impediscono la realizzazione. «In realtà la soluzione sarebbe semplice – spiega la Viglino – perché proprio a pochi chilometri da qui, in Umbria, sono stati realizzati dei Parco canile con le nostre medesime caratteristiche. La Regione Lazio dovrebbe semplicemente aggiornare una legge ormai anacronistica: nella sua relazione l’ormai purtroppo scomparso Giuseppe Clo’, responsabile unità operativa Igiene urbana veterinaria della Asl di Viterbo, diceva testuale:

“Ai canili del Lazio pubblici e/o privati convenzionati con le amministrazioni pubbliche, si impongono requisiti strutturali che non rispetterebbero le esigenze etologiche del cane, con l’intera pavimentazione dei box in cemento che costringerebbe gli animali anche a problemi di ordine articolare, osseo, muscolare e podale che si verificherebbero con minor incidenza con superfici in terra battuta”.

Insomma – continua Paola – noi abbiamo il pieno appoggio dell’amministrazione comunale di Viterbo, dei cittadini. Abbiamo una struttura unica nel suo genere, che rispetta in pieno i bisogni etologici del cane ma anche quelli relativi all’impatto ambientale: basterebbe una semplice integrazione legislativa, in attesa di una revisione generale della Legge Regionale 34/97, che consenta a noi di trasformare il rifugio in un Parco canile. Speriamo che gli amministratori regionali accolgano il nostro appello e ci aiutino a realizzare questo sogno».

 

Lo spazio geriatrico del Rifugio Canile di Bagnaia
Lo spazio geriatrico del Rifugio Canile di Bagnaia

 

Saperenetwork è...

Sabrina Mechella
Sabrina Mechella ha iniziato la professione giornalistica collaborando col quotidiano Il Messaggero. È stata addetta stampa per il Comune di Viterbo ed è poi passata alla cronaca giudiziaria per alcuni quotidiani online. Dal 2010 si occupa di ambiente, prima come redattore del bimestrale Eco-news, poi con Ideegreen.it e con La Stampa - Tuttogreen. È stata ideatrice e conduttrice del programma Amici animali, in onda nel 2019 su Tele Lazio Nord

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)