Tre uomini e una “dark kitchen”. Ecco “Il Cucinino”, la ristorazione a domicilio che racconta il territorio
Tre giovani piemontesi, ex studenti fuori sede e coinquilini, hanno inaugurato in pieno lockdown un ristorante di solo asporto a Torino. Cucina locale, ingredienti di qualità e un delivery socialmente responsabile, affidato ai riders del progetto “Starbox”. Un’interpretazione innovativa dell’asporto, con un occhio alla sostenibilità e all’etica
«Quando eravamo studenti, spesso ci trovavamo per comodità ad ordinare la cena; è allora che ci siamo resi conto che mancava una proposta legata strettamente alla cucina piemontese e che al contempo si prestasse ad essere consegnata a casa». Sono passati pochi anni da quel tempo, quando Stefano, Pietro e Marco erano studenti fuori sede giunti a Torino dalla provincia per frequentare l’università, e nel frattempo l’emergenza sanitaria ha stravolto il mondo della ristorazione, mettendo l’acceleratore sui servizi di asporto e di consegna a casa, ma le riflessioni nate intorno a un tavolo per una proposta che unisse qualità, etica e tradizione in modo innovativo hanno messo radici e dato i loro frutti. Quelli che ieri infatti erano tre giovanissimi universitari sono oggi professionisti che hanno deciso di sfidare il momento economico tenendo a battesimo durante il lockdown di novembre la loro creatura. Il Cucinino delivery kitchen, nel quartiere San Paolo di Torino, è stato così inaugurato il 2 novembre del 2020.
Innovare con la tradizione
«Siamo una dark kitchen, una delle ultime tendenze in fatto di ristorazione, perché siamo nati come cucina senza sala, lavorando quindi solo su asporto e consegne a domicilio. È dai tempi dell’università – racconta Marco Rocco, 29 anni, di Ivrea – quando vivevamo insieme io, mio fratello Stefano, che oggi ha 26 anni, e Pietro Viglino Oddero, che ne ha 29 ed è originario di La Morra, nel cuneese, che lavoriamo alla costruzione del progetto imprenditoriale dal quale ha preso vita Il Cucinino. Al centro abbiamo voluto mettere la cucina e soprattutto i prodotti tipici della nostra regione, sempre prestando attenzione al lato etico e a quello della sostenibilità». «Non volevamo però appoggiarci ai nostri genitori per lanciarci in questa impresa, così prima abbiamo deciso di laurearci e di iniziare a lavorare. Appena abbiamo messo da parte un po’ di soldi li abbiamo investiti in questo progetto in cui crediamo molto», aggiunge Pietro. Il menù del Cucinino, con panini che raccontano il territorio e piatti che ne sono capisaldi, come il vitello tonnato e il salame al cioccolato, è attento alla filiera e agli ingredienti, in particolar modo alla carne che arriva dalle Langhe, in quella Provincia Grande dove la carne bovina di razza piemontese è da sempre un fiore all’occhiello.
Per buongustai etici e sostenibili
Anche i nomi che accompagnano i piatti giocano spesso con l’uso del dialetto, in omaggio al Piemonte. I ragazzi, non appena cessano l’occupazione principale – Stefano è consulente finanziario, Marco si occupa di marketing per Intesa San Paolo e Pietro lavora per l’azienda di famiglia, i Poderi e Cantine Oddero, storica azienda vitivinicola langarola –, convergono su Torino e vestono i panni dei neoimprenditori, che significa seguire ogni dettaglio, occupandosi nel caso anche delle consegne, un modo per tastare direttamente il rapporto con la clientela. «Questo ci ha anche permesso di toccare con mano la complessità della vita da riders e per questo abbiamo deciso di appoggiarci a partire dalle prossime settimane ai riders di Starbox, un progetto di delivery socialmente responsabile che è partito prima in altre città e che ora sta sbarcando a Torino». Come raccontano sorridendo: «Strutturandoci come cucina senza un servizio interno di sala siamo riusciti a comprimere l’investimento iniziale, anche se la curiosità delle persone nei confronti dell’attività è alta, visto che non di rado c’è qualcuno che fa capolino dalla porta per chiedere cosa facciamo». Anche per questo, con l’arrivo della bella stagione e con il progressivo, e agognato, ritorno alla normalità, Il Cucinino inaugurerà uno spazio all’aperto dove le persone potranno accomodarsi e consumare sul posto.
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Saperenetwork è...
- Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.
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