Troppi. Sovrappopolazione e futuro del Pianeta secondo Alfonso Lucifredi
Il naturalista e giornalista scientifico ci aiuta a comprendere un tema attuale e complesso, affrontato anche nel suo ultimo libro
Dieci miliardi. È il numero di persone che, secondo le proiezioni più recenti, dovremmo raggiungere nel 2100. Le stime ci dicono che a quel punto la popolazione mondiale dovrebbe smettere di aumentare. Oggi siamo circa 8 miliardi ed è lecito chiedersi come arriveremo a quella cifra. Possiamo immaginare che le difficoltà saranno molteplici e le notizie di attualità ci stanno dando già un assaggio delle criticità che dovremo affrontare, tra tensioni sociali, pandemie, crisi della biodiversità e risorse insufficienti e mal distribuite.
Quello della sovrappopolazione umana è un tema complesso, che tocca numerosi aspetti della nostra esistenza sulla Terra e che può essere letto da molteplici punti di vista.
Alfonso Lucifredi, naturalista e giornalista scientifico, ha dialogato con esperti di diversi ambiti della conoscenza, per capire se siamo davvero tanti sul nostro pianeta, nel suo libro che si intitola Troppi. Conversazioni sulla sovrappopolazione umana e sul futuro del pianeta (Codice edizioni, 2024).
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Un tema poco dibattuto che coinvolge numerosi ambiti
«L’idea è nata almeno una decina d’anni fa. — racconta Lucifredi — Quello della sovrappopolazione è un argomento che mi ha sempre interessato, soprattutto perché è tipico dell’ambientalismo un po’ d’altri tempi. In questi ultimi anni se ne parla meno rispetto alle questioni sociali affiancate alle tematiche ambientali, mentre in passato se ne parlava molto più spesso. Ho notato che è un tema che interessa molto a chi ha studiato biologia, scienze naturali, e ha anche un lato attivista. Allora ho deciso di provare a dire la mia, o meglio, a far parlare gli esperti». In Troppi, l’autore dedica ciascun capitolo a una diversa prospettiva, si confronta con specialisti in demografia, climatologia, genetica, comunicazione della scienza, sostenibilità ambientale, economia, medicina, biodiversità e antropologia culturale. «L’intervista che più mi ha spiazzato è sicuramente quella a Roberto Scaini di Medici Senza Frontiere, un medico che lavora in condizioni veramente estreme. Il nostro dialogo non tratta direttamente il tema della sovrappopolazione, ma approfondisce situazioni in cui l’essere in tanti si rivela un problema. Lui è stato, tra gli altri, nei focolai di Ebola, in luoghi di grandi emergenze sanitarie e ha raccontato anche di una diversa sensibilità che determinati popoli hanno in base alla loro condizione. Per noi sembra impensabile una cosa del genere, ma in varie parti del mondo è percepita come molto più drammatica la perdita di un figlio grande [in quanto fonte di sostentamento per la propria famiglia, N.d.A.] rispetto a un bambino di pochi mesi o un anno. È qualcosa di veramente scioccante, ma ti fa capire che, quando parli di questi temi, è necessario affrontarli con la mente molto aperta, perché riguardano tutto il mondo. E il mondo è molto vario».
Questa non è stata l’unica intervista che ha colpito Alfonso Lucifredi. C’è anche quella a Serena Fiorletta, antropologa culturale e responsabile della comunicazione per AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo, un’organizzazione che si occupa di diritti delle donne ed è partner italiano di UNFPA – Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. «L’associazione si occupa di diritti riproduttivi, pianificazione familiare, accesso all’istruzione superiore per la donna, sostegno alle donne per l’accesso al lavoro e alla creazione d’impresa. Sono tutti argomenti strettamente legati alla sovrappopolazione, perché laddove le donne sono in grado di studiare, ricevere un’istruzione superiore e possono lavorare, la natalità scende e di tanto. Ed è una risposta e anche il segnale di una società sana».
Informazione sulla sovrappopolazione in Italia: poca e a volte poco corretta
In Italia si parla poco di sovrappopolazione. Sono informazioni spesso incomplete, che non considerano la questione in maniera globale e omettono parte del fenomeno, insieme alle possibili vie da intraprendere per trovare delle soluzioni percorribili. Cosa pensa Lucifredi di come il tema è affrontato nel nostro paese e quali sono le informazioni che ci darebbero un quadro più completo come cittadine e cittadini per capire meglio cosa sta accadendo e cosa ci aspetta? «Il tema qui è legato al fatto che in Italia effettivamente la natalità è molto bassa: siamo a circa 1,2 bambini per donna. Il tasso di sostituzione in cui la popolazione rimane stabile dovrebbe essere un po’ più di 2. Detto questo, buona parte delle “mancate nascite” in Italia e ampiamente compensato dall’immigrazione, quindi siamo a più o meno 60 milioni di persone stabili. Ciò che viene meno nell’informazione è sicuramente il conoscere cosa succede in quei paesi che in passato hanno avuto una forte immigrazione. Ad esempio, negli Stati Uniti, nel periodo tra 1850 e 1920 — il periodo delle grandi migrazioni — tantissimi italiani, ma anche abitanti di altre nazioni, sono andati a popolare quelle aree che ora sono quelle col tasso di alfabetizzazione più alto, con l’economia più florida. Bisogna osservare i fenomeni in prospettiva, perché oggi si valuta in maniera spesso negativa l’avvento di tanti immigrati per le tensioni sociali ed economiche che possono causare. In prospettiva, però, paesi che hanno ricevuto una forte immigrazione, in futuro sono destinati ad avere, con ogni probabilità, una situazione più stabile anche dal punto di vista strettamente economico. Quindi, secondo me, c’è tanta disinformazione sugli effetti reali dell’immigrazione».
Ognuno di noi dovrà fare la sua parte per non lasciare indietro nessuno
Gianluca Lentini, geofisico specializzato in climatologia, tra gli intervistati di Troppi, ci fa capire che quello che farà la differenza nel futuro dell’umanità non sarà arrivare o meno a essere 10 miliardi di persone sul pianeta, ma in che modo. Propone l’esempio di un treno di pendolari con un determinato numero di posti a sedere: nelle ore di punta, i passeggeri sono più del doppio dei sedili disponibili, quindi una metà dei viaggiatori resterà in piedi, pressata nello spazio disponibile. A destinazione arriveranno tutti, ma non sarà stato un bel viaggio. A pagare il prezzo più alto saranno gli abitanti più fragili della Terra, saranno gli umani più poveri, sarà una parte della biosfera. La sovrappopolazione ha, infatti, effetti diretti sulla crisi della biodiversità. Tante persone consumano tanto, in termini di suolo, in termini di risorse, di cui inevitabilmente vengono privati altri esseri viventi.
Il libro di Lucifredi ha il pregio della chiarezza e della lucidità. Il presente e il futuro descritti, inizialmente possono far paura, ma è attraversando i diversi capitoli che ritorna alla mente la famosa frase di Marie Curie, “Nella vita non c’è niente da temere, solo da capire”.
La conoscenza è un bagaglio indispensabile per le sfide che ci attendono.
Lo stesso autore conclude la nostra chiacchierata confessando: «A differenza di Paul Ehrlich che ha scritto The Population Bomb nel 1968 ed era estremamente pessimista — e poi ha avuto torto —, io sinceramente penso di essere abbastanza ottimista sul futuro dell’umanità. Anche se arriveremo a 10 miliardi, il problema non sarà essere in 10 miliardi, ma essere 10 miliardi consapevoli del fatto che siamo su un pianeta con risorse limitate, e quindi è necessario cercare di vivere mantenendo un certo equilibrio con il mondo che ci circonda». Tutti esercitiamo un impatto sull’ambiente e ognuno deve fare la sua parte per non lasciare indietro nessuno.
Saperenetwork è...
- Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.
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