Rachel e i pettirossi. Danilo Selvaggi racconta il suo libro dedicato alla celebre naturalista
La natura, i suoi suoni, i movimenti che l’attraversano. La potenza delle immagini catturate dalla Carson viaggia in parallelo al suo acume scientifico, al coraggio di donna e intellettuale. Ora un libro (il primo in Italia interamente dedicato) scritto dal direttore generale della Lipu ne celebra il vissuto
A sessant’anni dall’uscita di Primavera silenziosa (Silent Spring, 1962) il direttore generale della Lipu, Danilo Selvaggi, pubblica un libro dedicato alla splendida figura di donna che fu Rachel Carson. Scienziata, letterata, indicata ex post come madre dell’ambientalismo contemporaneo, l’autrice americana sfidò i colossi della chimica per denunciare gli effetti nefasti del Ddt e dei pesticidi sugli ecosistemi e la salute umana. Una vita straordinaria, di studio e impegno.
E un lavoro militante, controcorrente, che Selvaggi scandaglia intrecciando vicende intellettuali e umane, in un testo che già dal titolo rivela la poeticità sottesa al rigore della Carson: Rachel dei pettirossi (Pandion, 2022).
«Le albe, che una volta risuonavano del gorgheggio mattutino dei pettirossi, delle ghiandaie, delle tortore, degli scriccioli e della voce di un’infinità di altri uccelli, adesso erano mute; un completo silenzio dominava sui campi, nei boschi e sugli stagni». Questo passaggio di Silent Spring racchiude il senso dell’opera di Rachel Carson, l’idea che nei suoni della natura si trovi la spia di un equilibrio ecologico e nella loro assenza una preoccupante alterazione.
Danilo Selvaggi, il libro “Rachel dei pettirossi” pone l’accento proprio su questo dato. Da qui la scelta del titolo?
L’interesse per gli uccelli selvatici era diffuso già molto prima di Rachel Carson, specialmente nei paesi anglosassoni. La novità di Primavera silenziosa sta nel mostrare come, in effetti, gli uccelli siano anche una spia fedele dello stato di salute dell’ambiente e direi più ingenerale della società. Rachel Carson lo fa raccogliendo i moltissimi casi di morte “ambientale” degli uccelli in giro per gli Stati Uniti, compreso quello dei pettirossi di East Lansing, Michigan, che fu un po’ il centro della storia.
E dunque sì, i pettirossi del titolo sono il simbolo della vicenda di Silent spring, ma lo sono anche perché i pettirossi, cioè i pettirossi americani, i tordi migratori, rappresentavano, e continuano a rappresentare un elemento familiare per la gente degli Stati Uniti.
Il loro arrivo significa primavera, la loro presenza significa gioia, bellezza, ricchezza. I pettirossi di Rachel sono una centralità, un significato della vita, a cui non si può rinunciare.
Ancora su titolo – e sottotitolo. Un nuovo inizio per la cultura ecologica conferma l’importanza del pensiero di Carson, che nonostante alcuni limiti ‘temporali’ conserva una forza che procede dalle immagini, dai colori, da frammenti icastici. Che gli strumenti della narrativa siano una porta d’accesso a una nuova coscienza ecologica?
Con il capitolo finale del libro ho inteso proprio mostrare la contemporaneità del pensiero e dell’opera di Rachel. I due temi portanti di Primavera silenziosa, cioè la lotta contro l’abuso della chimica (in agricoltura e non solo) e l’idea del “controllo della natura” sono attualissimi.
Grazie anzitutto a Rachel Carson il DDT fu abolito e i pesticidi ridotti fortemente. Questa battaglia non è però ancora conclusa e, per fare solo un esempio, nei prossimi mesi in Europa si giocherà un’importante partita sul nuovo regolamento circa l’uso sostenibile dei pesticidi.
Ma l’attualità di Rachel Carson va oltre questo. In quello che ho chiamato l’Ecosistema Carson evidenzio dieci significati della sua opera che ne fanno davvero un’ispirazione modernissima per la cultura ecologica. Tra i significati c’è senz’altro quello della narrativa come chiave della nuova stagione dell’ecologismo.
Il tuo volume è anche un viaggio nel percorso umano di Rachel Carson, donna di scienza costretta a subire gli attacchi del Potere, la cui meccanica si serve di abusi, umiliazioni, sessismo. Anche qui c’è tanto di attuale.
La ricchezza e l’intensità della vicenda umana di Rachel Carson fanno il paio e si intrecciano con la sua vicenda pubblica. Rachel fu attaccata per essere donna, perché le donne non potevano occuparsi di scienza – cioè non ne avevano le caratteristiche “biologiche” – e per non avere figli, e per essere un amante della natura, e per essere una spia al soldo del Kgb. Se poi aggiungiamo la malattia con cui dovette fare i conti, capiamo quale coraggio, forza e rigore d’animo abbia avuto.
Non a caso da Rachel Carson nasce e si diffonde il movimento che conosceremo come ecofemminismo, Molte cose sono cambiare da allora, anche grazie a lei, ma i problemi sono tutt’altro che risolti.
Quello di Rachel dei pettirossi è un approccio divulgativo, sostenuto da uno stile piano e lineare. Una scelta lodevole, per abbracciare il pubblico dei non addetti ai lavori. A che punto è, oggi, la riscoperta di Rachel Carson?
Lessi per la prima volta Primavera silenziosa a fine anni Ottanta. È stata una delle opere che mi ha cambiato la vita. Tuttavia, è stupefacente che un’opera così importante non abbia avuto, in Italia, adeguata attenzione letteraria, biografica, di approfondimento. Rachel Carson è citata da tutti ma forse, in realtà, molto poco nota.
Questo è lo scopo principale del mio libro: far conoscere i contenuti e far capire la grande attualità della storia di Rachel. In Rachel dei pettirossi ho adottato uno stile lineare, quasi romanzesco, per far sì che il lettore senta come sua quella esperienza, ne entri un po’ a far parte e magari ne tragga un insegnamento. Ce ne sarebbe davvero bisogno.
Saperenetwork è...
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Ginevra Amadio si è laureata con lode in Scienze Umanistiche presso l’Università Lumsa di Roma con tesi in letteratura italiana contemporanea dal titolo Raccontare il terrorismo: “Il mannello di Natascia” di Vasco Pratolini. Interessata al rapporto tra letteratura, movimenti sociali e
violenza politica degli anni Settanta, ha proseguito i suoi studi laureandosi con lode in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con tesi magistrale dal titolo Da piazza Fontana al caso Moro: gli intellettuali e gli “anni di piombo”. È giornalista pubblicista e collabora con webzine e riviste culturali occupandosi prevalentemente di letteratura otto- novecentesca, cinema e rapporto tra le arti. Sue recensioni sono apparse in Oblio (Osservatorio bibliografico della letteratura otto-novecentesca) e sulla rivista del Premio Giovanni Comisso. Per Treccani.it – Lingua Italiana ha pubblicato un contributo dal titolo Quarant’anni fa, anni di piombo, sulle derive linguistico-ideologiche che segnano l’immaginario dei Settanta.
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