La conchiglia che vigila sulla salute degli ecosistemi
La “Pecten jacobaeus” è la protagonista di un racconto di vita, scienza e arte: : “Storia della conchiglia pellegrina. La sentinella dell’oceano” di Laurent Chauvaud, pubblicato da add Editore
Immagini vivide che riempiono gli occhi, la mente e il cuore. Sono le istantanee che emergono dal racconto di una vita dedicata alla natura e allo studio di un particolare essere vivente: la conchiglia di San Giacomo (Pecten jacobaeus). Fotografie narrate da Laurent Chauvaud nel libro, pubblicato da add Editore, “Storia della conchiglia pellegrina. La sentinella dell’oceano”.
La storia di una conchiglia, la storia di un ricercatore
L’autore di questo libro, breve ed emozionante, è Laurent Chauvaud, biogeochimico, ecologo, direttore di ricerca al CNRS – Centre national de la recherche scientifique al Laboratorio delle scienze e dell’ambiente marino, ricercatore all’Istituto Universitario Europeo del Mare e presso l’Università della Bretagna Occidentale.
Chavaud sembra quasi riportare stralci di un diario personale in cui le informazioni sulla sua ricerca sono accompagnate da pensieri, momenti di vita familiare e lavorativa, racconti di gioventù e riflessioni sul proprio rapporto con la natura.
Il fil rouge è lei, la conchiglia di San Giacomo, un mollusco che potremmo definire elegante ma soprattutto di grande utilità nello studio della salute degli ecosistemi, come il lettore scoprirà, pagina dopo pagina, attraverso gli occhi e le esperienze del narratore.
La conchiglia di San Giacomo, una bellissima sentinella degli ecosistemi
Il Pecten jacobaeus – conosciuto in Italia come capasanta – è un mollusco bivalve, punto d’incontro di arte, scienza e tradizioni: parte della sua conchiglia sostiene la Venere nel celebre dipinto di Sandro Botticelli, è il simbolo del Cammino di Santiago di Compostela, protettrice dei pellegrini e già dall’antichità indossata «per combattere la stregoneria, varie patologie e la cattiva sorte».
Gli appassionati di gastronomia sapranno anche che le capesante sono le protagoniste di prelibati piatti delle feste. Ma la conchiglia di San Giacomo è molto altro: un calendario, un termometro, una macchina per viaggiare nel tempo, un rivelatore di inquinamento, un archivio.
È quanto si scopre viaggiando insieme a Laurent Chauvaud, dalla Bretagna alla Norvegia, dalla California all’Artide, dall’Africa all’Antartide, descritta nella sua glaciale sublimità.
«E ogni volta la stessa domanda: come si può tornare dal paradiso? Oltre ai progressi scientifici, biologici ed ecologici, come raccontare la bellezza degli ecosistemi costieri? Come disintossicarsi dall’estasi emotiva dell’Antartide? Dalla complicità da cosmonauti sotto la banchisa, dai boati primordiali del ghiacciaio, dai suoni uterini delle nostre immersioni, dai paesaggi sottomarini fantastici alla Jules Verne?»
Scopriremo che il “canto” di queste conchiglie, voce del coro dell’ecosistema marino, ci può dare informazioni sulla sua salute, sottolineando ancora quanto la bioacustica possa aiutarci nella salvaguardia di mari e oceani.
Un glossario narrativo
Impreziosisce il libro, nella versione italiana, il glossario di Danilo Zagaria, biologo, redattore e divulgatore scientifico. Ogni lemma è una storia naturale racchiusa in poche righe, una piccola finestra che ci permette di curiosare nella vastità dell’ambiente marino.
“Crostacei – Ecco una galatea strigosa, dalla corazza arancione venata d’azzurro; laggiù un granciporro, piatto e largo come un pallone di cuoio sgonfio; qui, ben nascosta fra rocce e alghe, una granceola, regina del mimetismo; e poi ancora una grancella, dallo sguardo corrugato e le chele asimmetriche. Un’occhiata al mondo dei crostacei basta per riempirsi gli occhi di chele arancioni, antenne e antennule, arti chitinosi, forme rozze o aggraziate, armature scarlatte, appendici buccali e carapaci duri come la pietra. Sono ovunque, perfino negli ambienti terrestri. Alcuni robusti, serrati dall’incastro dei loro segmenti, altri trasparenti e impalpabili, trasportati dalle correnti, da tempo immemore son pescati con nasse e trabocchetti, per finire a muoversi lenti, in agonia, sul ghiaccio delle pescherie”.
Questo “Storia della conchiglia pellegrina”, insomma, è un cammino tra scienza e poesia all’ombra della conchiglia dei viaggiatori, attraverso la vita del ricercatore che in lei ha trovato la chiave per accedere alla bellezza della natura e alle conoscenze che potrebbero salvarla.
Saperenetwork è...
- Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.
Ultimi articoli
- Animali21 Giugno 2024Alla scoperta degli animali meravigliosi. E di come possiamo salvarli
- Animali28 Novembre 2023Etologia del desiderio: l’animalità che ci apre al mondo
- Libri3 Ottobre 2023Trafficanti di natura: quel mondo sommerso che minaccia la biodiversità
- Libri7 Febbraio 2023Cinovagabondi, appunti di un viaggio nella nostra relazione con i cani