La gentilezza fa bene alla salute
Ottimismo, felicità e qualità delle relazioni quanto possono influire sulla nostra salute? Ci dà alcune risposte il libro Biologia della gentilezza, un dialogo tra spiritualità e scienza in cui trovare consigli per vivere meglio
La pandemia ci ha dato l’opportunità di fermarci e riflettere sulla nostra vita, spesso troppo frenetica e vuota, sui nostri rapporti con gli altri, superficiali e trascurati, sul nostro legame con il mondo che ci ospita, una connessione con la natura che solo il dirompere di un virus è riuscito rendere evidente ai nostri occhi. Coltivare la gentilezza e il perdono, nei confronti di noi stessi e del prossimo, prenderci cura del nostro corpo e della nostra mente, ricucire il legame con la natura possono migliorare la nostra salute? Esistono dati scientifici a riguardo? Rispondono a questa domanda Daniel Lumera, un esperto di scienze del benessere e della qualità̀ della vita, riferimento internazionale nella pratica della meditazione, e Immaculata De Vivo, scienziata, docente di Medicina alla Harvard Medical School e professoressa di epidemiologia alla Harvard School of Public Health. nel libro “Biologia della gentilezza” , vincitore dell’ottava edizione del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica – Giancarlo Dosi, nella sezione Scienze della vita e della salute.
Un dialogo tra spiritualità e scienza
I due autori ci guidano in questo cammino attraverso l’intersezione tra saperi millenari e scienza. Spiritualità e salute hanno un territorio comune che la ricerca scientifica sta esplorando: curare mente e spirito può avere ripercussioni sul nostro corpo, aiutandoci a stare meglio e rallentando il processo di invecchiamento. Mentre Lumera illustra le basi della meditazione e di culture millenarie come, ad esempio, il vedantismo e il buddismo, Immaculata De Vivo spiega scientificamente come questo modo di vivere migliori la nostra vita, attingendo a numerosi studi, tra cui il Nurses’ Health Study : un’indagine medica iniziata nel 1976 e tuttora in corso, che ha esaminato gli effetti a lungo termine sulla salute e sullo sviluppo di malattie di alimentazione, ormoni, ambiente e vita lavorativa di oltre 200.000 infermiere americane.
Guarda la presentazione del libro Biologia della gentilezza
Quali sono i passi da seguire per vivere meglio?
Il testo si divide in una parte teorica e una pratica, con i passi da seguire per donare una nuova prospettiva alla nostra esistenza:
«La biologia della gentilezza esplora l’impatto biologico, vitale, emotivo, mentale, sociale e spirituale di 5 valori: gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine e felicità. E fornisce strumenti e strategie di salute e longevità attraverso i 6 pilastri del benessere: relazioni felici, alimentazione, meditazione, movimento fisico, musica e contatto con la natura».
Dedicarsi agli altri, mangiare bene – e noi italiani in questo siamo avvantaggiati, con la nostra dieta mediterranea -, ritagliare momenti per la spiritualità e per l’attività fisica, ascoltare musica e ricordarsi delle radici che ci legano alla natura: questi sono gli ingredienti che, secondo la scienza, hanno il potere di migliorare la nostra salute, di curare cuore, mente e corpo.
Una piccola perplessità
“Biologia della gentilezza” si è aggiudicato il primo posto nell’Area B – Scienze della vita e della salute del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica – Giancarlo Dosi ma l’esposizione di alcuni concetti insinua delle perplessità sulla capacità del testo di essere ben interpretato anche dai lettori meno esperti. Come già accennato, c’è un dialogo tra spiritualità e scienza e la volontà di esporre i casi in cui i due mondi si incontrano. Nei capitoli scritti da Lumera, legati alla spiritualità, ci sono anche informazioni che, però, hanno fondamenti scientifici incerti. Un esempio è il mito dell’accordatura degli strumenti musicali a 432 Hz, sfatato dai maggiori gruppi che in rete si occupano di debunking, ossia dello smascheramento delle notizie false, come il CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, e il blog BUTAC – Bufale Un Tanto Al Chilo.
Il pubblico un po’ più a digiuno di scienza potrebbe rischiare di non riuscire a discernere ciò che è scientificamente dimostrato da ciò che non lo è. Non è un peccato per un libro che ha un messaggio valido e assolutamente attuale da diffondere?
Guarda l’intervista a Immaculata De vivo
Saperenetwork è...
- Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.
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