Lo zoo entra nella letteratura
Il romanzo “Lo zoo di Roma”, di Pascal Janovjak, mescola realtà e finzione e pone una riflessione originale sul nostro rapporto con la natura e il mondo animale. In un momento in cui gli animali selvatici sono apparsi anche nei contesti urbanizzati
«Le scimmie rimpiangono la recinzione della loro vecchia gabbia, su cui potevano arrampicarsi. E pazienza se adesso si annoiano a morte. Le sbarre sono per gli umani davvero troppo deprimenti. Le griglie sono state quindi sostituite dai vetri, quest’epoca ama l’assenza di asperità e la trasparenza, si ha l’impressione di essere in un centro commerciale, è rassicurante».
Questo è un passaggio di Lo zoo di Roma (Casagrande Edizioni) secondo romanzo di Pascal Janovjak, autore svizzero che da 10 anni abita a Roma e che si è cimentato in quest’opera pluripremiata nel racconto dello zoo dalle origini ad oggi, mescolando continuamente realtà e finzione. Si colgono, leggendolo, da una parte una critica nei confronti di queste strutture, dall’altra una fascinazione per la storia di questo luogo – uno degli zoo più antichi d’Europa – dove tanti naturalisti romani, a iniziare da Fulco Pratesi, hanno conosciuto gli animali da bambini prima di poterli osservare in natura.
La trasformazione in Bioparco nei primi anni Duemila è al centro del romanzo. Giovanna Di Stefano è stata assunta per rilanciarlo e sotto lo sguardo divertito del responsabile scientifico, si imbatte in Chahine, un architetto algerino inviato sul posto per una missione misteriosa. I due si scambieranno poche parole, ma si cercheranno ogni giorno, e insieme scopriranno i luoghi più nascosti del parco, parleranno con i vecchi guardiani e rievocheranno vicende del passato.
Un’istituzione per mostrare il dominio del selvaggio
C’è dunque nostalgia e malinconia nelle pagine, ma anche una riflessione originale sul nostro rapporto con la natura e il mondo animale quanto mai attuale, soprattutto in un momento storico nel quale a Roma, ma non solo, ci confrontiamo con un’invasione di animali selvatici che non ha precedenti e provoca reazioni anche scomposte.
I cinghiali che passeggiano tra le auto, i gabbiani che rubano la pizza dalle mani dei bambini e attaccano i piccioni in pieno centro, gli stormi di pappagallini verdi sempre più numerosi…
Quando lo zoo di Roma è nato, nel 1911, come ben racconta Janoviak, costituiva un’apprezzata meta di evasione per i romani. Tanto che «si costruisce una linea di tram, un tram nuovo fiammante che sferraglia dal centro dell’urbe fino al suo estremo nord, per depositarti come un fiore davanti ai cancelli».
Era un luogo di meraviglia e stupore, con la leonessa Italia portata dal Duce in persona. Mentre oggi … sarà vero che ci si va come alternativa al centro commerciale? Che guardiamo gli animali dal vetro come un documentario dallo schermo televisivo? Un romanzo, “solo” un romanzo, che pone però non pochi interrogativi.
Saperenetwork è...
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Giornalista professionista, comunicatore e saggista, vive tra Roma e
l’Umbria, occupandosi di ambiente, natura e turismo. Ufficio stampa di
Greenpeace, è stato consigliere per la comunicazione ambientale del
Ministro dell’Ambiente dal 2018 al 2019 e ufficio stampa del Corpo
forestale dello Stato. Collabora a varie testate, tra cui La Stampa e
Plein Air. Autore di numerosi libri per ragazzi, tra cui Sos Natura
(Giunti), e di libri sul nostro Paese come L'Italia diversa
(Gribaudo), Guida segreta ai paradisi naturali d’Italia (Newton &
Compton) e La mia Umbria (Edizioni Era Nuova).
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