«Ambiente, scegliamo il futuro». L’appello degli scienziati alla politica
La proposta del Comitato “La scienza al voto”, composto da alcuni dei maggiori esperti italiani sul cambiamento climatico, è che i partiti si basino su dati scientifici per affrontare le sfide della nostra epoca. Verso un consiglio trasversale che supporti le politiche nella prossima legislatura
Un organo di consulenza scientifica – sopra le parti – in grado di supportare le strategie politiche in materia di clima e ambiente fin dalla prossima legislatura. La proposta, lanciata nell’ambito dell’iniziativa “Scegliamo il Futuro” è stata presentata il 19 settembre in un incontro presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, che ha visto la partecipazione dei principali partiti presenti alle prossime elezioni. Ne è autore il Comitato scientifico “La Scienza al Voto”, nato nel 2018 per iniziativa di diciotto tra i maggiori scienziati italiani di cambiamenti climatici e ambiente.
Qualunque sarà il prossimo scenario politico del nostro paese, la priorità per gli scienziati è assicurare un futuro al paese e far fronte a una crisi climatica che rischia di minare qualsiasi idea di sviluppo.
L’idea è stata accolta da tutti i partiti: Partito Democratico, Verdi, Sinistra Italiana, Unione Popolare, +Europa, Italia Viva, Azione, Movimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia. Durante l’incontro, gli esperti del Comitato hanno ribadito la necessità di intervenire per mitigare gli effetti del cambiamento climatico facendo affidamento sui dati forniti da università, istituti e centri di ricerca. No alla figura di singoli consulenti scientifici, ma fiducia ai ricercatori riuniti in un organismo apposito.
«La lotta alla crisi climatica è alla base dello sviluppo del paese e condurla secondo parametri scientifici ci permetterà di non sprecare risorse, concentrandole su progetti efficienti, e di evitare di peggiorare la crisi», spiega Antonello Pasini, fisico e climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche e coordinatore del Comitato scientifico.
Al centro del dibattito la questione energetica, per la quale serviranno i maggiori sforzi e l’aiuto della comunità scientifica sia nella ricerca di nuove fonti di energia che nell’individuazione di indicatori in grado di combinare parametri economici e ambientali.
Afferma Leonardo Becchetti, economista dell’Università di Tor Vergata e membro del Comitato, indicando quale potrebbe essere un campo di collaborazione fra scienza e politica:
«Serve una rivoluzione verso l’economia circolare, ma abbiamo anche bisogno di nuovi indicatori. Non possiamo più misurare, per esempio, il PIL e la concentrazione di polveri sottili in modo separato».
Quasi al termine di una campagna elettorale che, pur avendo toccato anche temi ambientali non ha dato segnali di un deciso cambiamento di rotta soprattutto per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici, i partiti hanno ascoltato e tutti si sono detti favorevoli alla creazione di un simile organo istituzionale. Ognuno con le proprie posizioni, ed è per questo che appare fondamentale agire basandosi sul dato scientifico.
Fra le proposte elettorali è tornato il nucleare, che le compagini di destra vedono come una possibilità da sviluppare nell’ambito di una transizione ecologica “pragmatica”, mentre per Italia Viva e Azione è un elemento per raggiungere l’indipendenza energetica. Eppure, i pericoli per l’ambiente legati al nucleare – per quanto di nuova generazione possa essere presentato – è bene che siano affrontati ed esposti con dati scientifici certi. Anche le rinnovabili, all’interno delle politiche energetiche di quasi tutti i partiti, seppur con spazio differente, hanno bisogno di una stretta collaborazione fra scienza e politica per superare i blocchi tecnologici e burocratici che ne impediscono lo sviluppo.
Qualunque sia il programma in materia di ambiente proposto – dalla prevenzione del dissesto idrogeologico, alle politiche agricole, passando per gli interventi di rispristino ecologico – la sinergia fra scienza e politica è essenziale e rappresenta anche la miglior tutela contro il pericolo di greenwashing.
Nei prossimi giorni l’impegno sarà messo nero su bianco, con la firma di un accordo pre-elettorale da parte delle forze politiche che potrebbe avvenire già in occasione dello sciopero globale per il clima del prossimo 23 settembre.
Saperenetwork è...
- Naturalista rapito dal fascino per il mondo naturale, sommerso e terrestre, e dei suoi abitanti, spera un giorno di poterli raccontare. Dopo la Laurea in Scienze della Natura presso l’Università di Roma “La Sapienza” va in Mozambico per un progetto di conservazione della biodiversità dell’Africa meridionale. Attualmente collabora come freelance con alcune testate come Le Scienze, Mind e l’Huffington Post Italia, alla ricerca di storie di ambiente, biodiversità e popoli da raccontare
Ultimi articoli
- Animali25 Luglio 2024Nel delta del fiume Indo, dove crescono le mangrovie
- Comunicazione9 Luglio 2024«Greenwashing e negazionismo hanno un impatto diretto sul clima». Intervista a Stella Levantesi
- Interventi4 Luglio 2024Al Gore: “Abbiamo i mezzi per la transizione ecologica. Ma manca la volontà politica”
- Agricoltura5 Giugno 2024The Seeds of Vandana Shiva, l’agroecologia può salvare il pianeta