Brasile, l’Amazzonia è ancora a rischio. Nonostante Lula

Luiz Inàcio Lula da Silva, 77 anni, nuovamente presidente del Brasile dopo anni di delegittimazione politica e giudiziaria e un ballottaggio molto difficile (Foto: Flickr)

Brasile, l’Amazzonia è ancora a rischio. Nonostante Lula

Nonostante gli sforzi e l’impegno del presidente rieletto lo scorso gennaio, il destino dei popoli indigeni è ancora a rischio. La Camera dei Deputati a maggioranza conservatrice e bolsonariana, ha recentemente approvato il marco temporal, legge che azzera i diritti dei nativi

Creare tre milioni di ettari di nuove riserve naturali e proteggere migliaia di chilometri di zone fluviali, assumere almeno 1.600 esperti ambientali entro il 2027 e ampliare le basi strategiche per sorvegliare la foresta e denunciare le operazioni illegali. Sono queste le ambizioni del governo brasiliano, almeno da quanto dichiarato ufficialmente, dopo che il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha presentato lo scorso 5 giugno il nuovo piano per combattere la deforestazione illegale in Amazzonia, una delle priorità del suo governo da quando è tornato al potere lo scorso gennaio. Il progetto è stato presentato in un momento particolarmente delicato: il parlamento a maggioranza conservatrice, ha infatti approvato il 30 maggio una serie di limitazioni al margine di manovra del ministero dell’ambiente, attraverso il PL490, progetto di legge che promuove la tesi del “marco temporal” (limite temporale).

Secondo il marco temporal, i popoli indigeni non possono provare che al 5 ottobre 1988, giorno in cui fu promulgata la Costituzione brasiliana, abitavano fisicamente sulle loro terre. Dunque non hanno più alcun diritto a riguardo.

La reazione delle comunità indigene

Asprissime le reazioni da parte dei rappresentati delle popolazioni indigene e degli attivisti, sfociate in vere e proprie azioni di protesta, come a San Paolo, dove il traffico è stato bloccato per ore. Il “cacique”, capo tribale, Raoni Metuktire, ha presentato una petizione contro le restrizioni alla demarcazione delle terre dei nativi, e Survival International parla del marco temporal come di «un campanello di allarme per chiunque pensasse che la sconfitta di Bolsonaro avrebbe comportato anche la sconfitta dei suoi alleati del settore agroindustriale, che invece contano ancora un’ampia rappresentanza al Congresso».

 

Guarda il video dell’annuncio di Lula 

 

Lula e la maggioranza conservatrice

Così, anche se con l’insediamento di Lula, la deforestazione in Brasile ha iniziato a rallentare già dopo poche settimane, la situazione rimane allarmante. Dopo il via libera della Camera dei Deputati, ostaggio dei rappresentanti conservatori bolsonariani e della lobby rurale (la “bancada ruralista” cioè i grandi proprietari terrieri), adesso la decisione spetta al Senato e poi alla Corte suprema. Il disegno di legge esige anche la firma del presidente Lula, che da sempre si è dichiarato contrario al marco temporal.

Il marco temporal, un rischio per tutti

Ma anche qualora Lula non approvasse la legge, la preoccupazione resta alta, come spiega Survival International:

«Se la maggioranza dei senatori votasse a favore della legge, allora passerebbe al presidente Lula, che potrà approvare o mettere veto totale o parziale. Ma se mettesse il veto, il progetto di legge dovrà tornare al Congresso e deputati e senatori dovranno approvare o rigettare il veto, prendendo una decisione finale sulla validità della legge».

Un circolo vizioso, insomma, che rischia di rimettere in gioco tutto. Nel frattempo Lula mette le mani avanti e, accompagnato dalla ministra dell’ambiente Marina Silva, ha presentato il suo piano, che prevede la collaborazione di tredici ministeri e intende azzerare la deforestazione nei prossimi sette anni. È ancora presto per capire cosa succederà, ma di sicuro l’Amazzonia e i popoli indigeni non possono ancora dirsi al sicuro, dopo che durante il mandato di Jair Bolsonaro (2019-2022) la deforestazione media annua è aumentata del 75% rispetto al decennio precedente.

 

 

Saperenetwork è...

Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

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