A Cuba, per la Tropa de Cambolo. Facciamolo!
La partecipazione all’evento di Teatro Comunitario offre lo spunto, in questo momento storico complesso, per confrontare modi diversi di guardare alla vita. E per rimettere in moto curiosità, ascolto attivo e una progettualità condivisa e concreta
Una scommessa, dopo 13 anni. Non la Cuba dei viaggi vacanza 1000 euro a persona tutto compreso, ma 15 giorni intensissimi di teatro comunitario nel Municipio Boyeros dell’Avana, dove tutti passano perché c’è l’aeroporto, ma quasi nessuno si ferma e lo conosce. C’era chi raccontava storie, chi faceva il pagliaccio, il mago, l’equilibrista (una o tutte e tre le cose insieme a un livello sbalorditivo!) nelle scuole, nei barrios desfavorecidos e io, videocamera in mano, ero la memoria.
Faticoso, ma ce l’ho fatta, e soprattutto ho avuto personalmente, dopo parecchio tempo, la sensazione di trovarmi in una situazione di lavoro e di vita vera. Non perché da quelle parti siano più bravi, più buoni, migliori, certo per indole e abitudine sono un po’ più spontanei e sinceri, ma non è questo il punto. Ci sto lavorando.
Il disagio del presente
Sto provando a scrivere di una società che esternalizza ogni cosa, sempre più. Dal lavoro ai comportamenti sociali, dai rapporti tra le persone fino, persino, al pensiero, con tutti che parlano oggi di macchine che memorizzano e riproducono le combinazioni di parole drammaticamente ripetitive dei nostri scritti e discorsi: e così danno l’idea di essere intelligenti e un po’ ci spaventano, perché le frasi senz’anima ormai le mettono insieme meglio di noi. Più o meno, visti gli strafalcioni enormi proprio di questi giorni delle campagne internazionali dal Ministero del Turismo per promuovere Italia nel mondo, con la deficienza umana che neanche si prende il disturbo di andare a rileggere quello che le macchine “infallibili” scrivono, senza appunto davvero pensare!
Disagio personale ricorrente non solo come una nota personale, nella difficoltà a progettare insieme, a capire il perché di atteggiamenti che considero appiattiti su un presente privo di consistenza,
ma un dato diffuso da studiare e analizzare, per subito individuare e proporre soluzioni, oltre la retorica abbastanza idiota di una tecnologia che si muoverebbe troppo in fretta e gli umani non ce la fanno a rincorrerla, come se la tecnologia non la facessero gli stessi umani, come se non fossimo noi gli autori e i responsabili del mondo in cui viviamo… Basta! Sto cercando a fatica di non di aggiungere al coro l’ennesima lamentazione, dando la colpa ovviamente sempre agli altri, sto cercando di non solo descrivere ma di fare le cose, che è poi un altro modo per dire di vivere. Parto dunque per Cuba in un periodo sfasato, ho poco lavoro e poca capacità di organizzarmi. Ho deciso però di accogliere l’invito di Roberto Tomás, conosciuto nel 2007 alla Cruzada Teatral Guantánamo Baracoa e poi rivisto nel 2009 quando organizzava i ragazzi in una accademia di teatro nel barrio Lawton. Ma è una specie di scommessa.
Si parte
La partenza imminente non mi dà un grande entusiasmo, e nemmeno ho idea di come ci troveremo, dato che non abbiamo mai lavorato davvero insieme, anche se la preparazione dell’impresa via WhatsApp, confrontata con l’insieme delle mie interlocuzioni in rete, è stata incoraggiante. So che in situazioni del genere di solito reagisco bene, confido nel fatto compiuto, vado.
E ritrovo improvvisamente amicizia, complicità, voglia di fare e di mettersi in gioco. Ritrovo un sapore diverso in un’impresa comune e comunitaria.
A Cuba oggi è tutto tremendamente difficile, tra il bloqueo americano, il covid, l’impennata dei prezzi con la guerra in Ucraina, le lentezze di burocrazia e politica. Di questi tempi non c’è il carburante, e il programma della Tropa de Cambolo quasi ogni giorno subisce variazioni. Ma ugualmente si riesce ad andare nelle scuole e nei quartieri, nelle case della cultura e nei centri di aggregazione, in mezzo a gente che tra difficoltà che noi neanche ci immaginiamo trova il tempo, la voglia, la gioia di partecipare. Teatro, magia, circo, narrazione, laboratori per fare i burattini di lana e i video. Non c’è stata la possibilità di montare in una sala una mostra composta di due bei quadri e un po’ di fotocopie di disegni satirici, e allora negli ultimi due giorni la si appende nel corridoio della residenza presso la fiera zootecnica in cui abbiamo stabilito la nostra base, per gli operai vicini di stanza che stanno eseguendo dei lavori, che si fermano, commentano, ridono, e ci salutano poi come vecchi amici.
Si ricomincia a fare progetti
Negli stessi giorni è arrivata a L’Avana anche la MICE Mostra Internazionale del Cinema Educativo, impresa che partita da Valencia in Spagna dieci anni fa si è ormai allargata in mezzo mondo. Alla fine riusciamo a vederci per incontrarci, parlare, programmare qualcosa insieme nel futuro. Alla Fondazione del Nuovo Cinema Latinoamericano, durante mezz’ora di colloquio tra persone che non si conoscevano per nulla, si fanno progetti incredibili, di una concretezza e lungimiranza dimenticate alle nostre latitudini, o almeno nelle mie frequentazioni. Cioè, può essere e anzi è facile che ugualmente tante idee e progetti “cubani” non andranno in porto, ma già è umanamente un’altra cosa trovarsi in situazioni in cui, invece di elencarsi l’un l’altro con aria saccente tutte le ragioni per cui le cose non si possono fare, le persone prima si ascoltano tra di loro, con interesse, sorpresa, persino curiosità, e poi si pensa, si sogna un po’ insieme, si prova almeno a immaginare come potrebbe essere…
Poi, come è successo al gruppo che ha organizzato questa Tropa de Cambolo, tra tantissime difficoltà e la tentazione forte di rinunciare, può accadere che alla fine prevalga l’ottimismo della volontà e ci si butti: ¡Hagámoslo! Facciamolo!
Saperenetwork è...
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Laureato al Dams di Bologna nel 1980, lavora sulle aree di conoscenza ed espressione attraverso cui soprattutto i bambini (ma non solo) possono partecipare da protagonisti alla società dell'informazione: Animazione teatrale, Video e audio, Fotografia, Libri e storie, Pubblicità, Ambiente, Computer, Web.
Cura laboratori e progetti in collaborazione con scuole, biblioteche, enti pubblici e privati, associazioni culturali e sociali, manifestazioni e festival, in Italia e all’estero. È autore di di video e multimediali, e di libri sia legati alla propria attività che di letteratura per bambini.
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.
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