Futuro da costruire o in saldo nel black Friday?

Le interazioni che "contano" - scrive Paolo Beneventi - si svolgono per lo più sui social network (Foto: Pixabay)

Oggi siamo tutti produttori di informazione. Crediamo magari di giocare tra amici o passare il tempo, ma ogni giorno immettiamo nella rete planetaria globale tante piccole cose che, sommandosi a miliardi, alla fine condizionano anche chi l’informazione la fa di mestiere, le grandi reti televisive, e i cosiddetti giganti del Web, che in realtà nemmeno esisterebbero senza i nostri post e i nostri clic!

Bastano un computer o un telefonino e una connessione a internet… Ma anche, per fare cose più serie e importanti (audiovisivi, musica e tante altre produzioni), abbiamo ormai alla portata di tutti, economicamente e tecnicamente, hardware e software di ogni tipo con cui, magari non singolarmente, ma in gruppi di persone motivate e capaci, possiamo letteralmente fare concorrenza alla Sony, alla BBC, a Netflix. Il nostro CD Audio o DVD video, ad esempio, nella struttura del prodotto, nella qualità finale, nell’aspetto esteriore dell’oggetto materiale, può essere praticamente identico a quelli prodotti dalla grande industria. E il nostro blog o giornale on line, se fatti con cura e competenza, potranno essere a prima vista indistinguibili da quelli professionali.

Tecnologia: uso condiviso e consapevole vs consumo individuale

Blog, CD e DVD? Che esempi “obsoleti”! Vero. Non è più “di moda” una tecnologia che, imparata e usata bene insieme, cooperando e condividendo idee e risorse, consente a tutti di essere cittadini attivi e consapevoli del nostro presente. Oggi ci siamo “evoluti” come consumatori individuali di social network e di app, su piattaforme in cui le regole e le decisioni sono rigorosamente in mano ad altri, a “postare” testi, video e immagini, il più delle volte senza la minima attenzione per la qualità, così come ci vengono. E solo pochi eletti emergeranno dalla concorrenza globale e diventeranno influencer!

 

floppy e cd rom
Le tecnologie nel tempo (Foto: cottonbro, Pexels)

 

Tra burocrazia “digitale” spesso ottusa, siti web tutti uguali basati sui “modelli” di un unico software, abitudine a ricerche veloci e distratte su pagine che non ci interessano, le interazioni che “contano” – visitatori unici, clic, mi piace, follower – si svolgono per lo più sui social network.

Sui social, dove si vive l’anima del mondo, nella commercializzazione ossessiva di ogni singola azione, senso ultimo e unico del nostro essere perennemente connessi, e però soli, scontenti, impotenti e rassegnati alle crisi del clima e dell’economia, all’aumento planetario di divisioni, povertà, paura e guerra, all’incapacità di comunicare tra le persone.

Anche i nostri dati sono affidati a qualcuno che amorevolmente li custodisca per noi nel cloud, giustificando la fuga generale dalla consapevolezza e dalle responsabilità come un adeguarsi alla “tecnologia”. Mentre, offrendoci ogni giorno nuovi servizi “gratis”, un pugno di aziende sul pianeta guadagnano miliardi. Eppure…

 

 

Tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, aveva preso forma nell’immaginario collettivo un futuro di tecnologia centralizzata, verticale, “imperiale”, di computer mainframe e robot. I cartoni dei Pronipoti, Hal 9000 di 2001 Odissea nello Spazio, il Grande Fratello, Star Trek e Star Wars, gli eroi Marvel. Nel giro di una manciata di anni, la rivoluzione “dal basso” dei personal computer costrinse il gigante IBM ad adeguarsi. Negli anni Novanta, avendo sfruttato industrialmente e distribuito alle masse la rivoluzione digitale, Microsoft controllava oltre il 90% dei sistemi operativi dei PC nel mondo: il più grande e potente monopolio della storia! Ma fuori dall’industria, nei centri di ricerca e nelle università, senza scopo di lucro, nasceva intanto il web e, nel giro di pochissimo tempo, Microsoft ha dovuto adeguarsi.

Poi, con il nuovo millennio, la storia dei giganti economici globali che, in presenza di uno sviluppo tecnologico condiviso devono seguire movimenti di base si interrompe, è dimenticata. Viene, restaurata la vecchia società dei consumi, e torniamo a fare la fila una volta all’anno fuori dai negozi per il nuovo iPhone.

Riappropriarsi della tecnologia

Per realizzare qualcosa di diverso, oltre il pensiero unico e i vicoli ciechi del mercato, serve cercare e unire le persone, dovunque nel mondo, le competenze, il “software” per passare, all’occorrenza, dalla sparuta utenza individuale di soluzioni prefabbricate alla costruzione di forme di comunicazione e produzione attive, condivise e solidali, sfruttando le nuove e inedite nostre, di tutti, opportunità di indirizzare il presente e il futuro.

Oltre i sogni e le intenzioni a cui non usiamo credere, oltre le frustrazioni dei primi tentativi che non possono dare subito tutti i risultati, verso un controllo progressivo – finalmente, e non ce lo possono dare o vendere altri, dobbiamo prendercelo noi! – della tecnologia di base e delle nostre vite.

Non possono il web master, il grafico, il redattore appiattire la loro professionalità sull’attuale conformismo di un web su misura esclusiva del profitto immediato e del clic mordi e fuggi in cui, mentre loro ti spiegano con pazienza che «le cose si devono fare così perché i font, perché il SEO, perché i bandi europei», sempre più, per esempio, i testi su pagine fatte a regola d’arte vengono pubblicati con svarioni incredibili, tradotti automaticamente dall’inglese senza che nemmeno nessuno li rilegga. Mentre la fretta e il bisogno di correre sempre e comunque, senza capire che cosa stiamo facendo, ci condanna a non arrivare mai da nessuna parte. E i minuti per progettare insieme appaiono sempre limitati dalla necessità comunque di monetizzare, mentre è praticamente infinito il tempo che dedichiamo gratis a farci belli o litigare sui social network…

Come si usava dire un tempo, e magari mantenendo vivi il desiderio e la curiosità: restiamo in contatto!

Saperenetwork è...

Paolo Beneventi
Paolo Beneventi
Laureato al Dams di Bologna nel 1980, lavora sulle aree di conoscenza ed espressione attraverso cui soprattutto i bambini (ma non solo) possono partecipare da protagonisti alla società dell'informazione: Animazione teatrale, Video e audio, Fotografia, Libri e storie, Pubblicità, Ambiente, Computer, Web.
Cura laboratori e progetti in collaborazione con scuole, biblioteche, enti pubblici e privati, associazioni culturali e sociali, manifestazioni e festival, in Italia e all’estero. È autore di di video e multimediali, e di libri sia legati alla propria attività che di letteratura per bambini.
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.

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