Produrre il video: la cultura nascosta (dei bambini e non) può emergere
I bambini sono i veri protagonisti del futuro dei media. Attivi, coscienti e in grado di giocare con il nuovo mondo tecnologico
Un paradosso del tempo presente è che, mentre si ripete come un mantra che l’introduzione delle tecnologie sta cambiando il mondo, tante idee, abitudini, luoghi comuni e pregiudizi rimangono assolutamente uguali nel tempo. Cosa anche abbastanza naturale, dato che la maggior parte gli umani non amano i cambiamenti continui.
Di fatto però, se negli anni ‘80 e ‘90 le prime avvisaglie di tecnologia diffusa tra le persone comuni portavano a immaginare – per esempio nel cinema – ragazzini che giocando con i computer e la rete violavano i segreti militari o degli enti spaziali, oggi che la tecnologia ha davvero raggiunto tutti, l’immaginario della pubblicità ci suggerisce che con gli aggeggi digitali possiamo ordinare una pizza, o dialogarci in salotto per farci dire se ci sarà il sole o pioverà! Mentre al cinema ci entusiasmiamo per le storie anni ‘60 degli Avengers! Non è un caso.
Guarda la presentazione della serie televisiva The Avengers: Earth’s Mightiest Heroes
Chi conosce (ma si possono cercare agevolmente on line) i cartoni animati dei “Pronipoti” (The Jetsons)? Oggi sembra che stiamo realizzando un “futuro” immaginato 60 anni fa! Che è poi quello che conviene, in questa epoca di transizione, a un’industria che, secondo modelli datati di puro consumo, cerca di vendere più aggeggi possibili a un pubblico che, non sapendo bene che cosa farci con gli attrezzi hardware e software, continua a comprarne di nuovi, forse sperando di capirci finalmente qualcosa.
Oltre il frastuono mediatico tuttora orchestrato dai padroni dei media – come negli anni ‘60 del secolo scorso! – risposte allo spreco sistematico di tecnologia arrivano, più che da un web incerto e frammentato che ancora tentenna su come funzionare davvero, dalla vita reale, dalle persone in carne e ossa, sensi e sentimenti, e in particolare dai bambini che, anche se narrazioni semplicistiche li vorrebbero addirittura “nativi” del presente caos “digitale”, prima che si completi la loro integrazione culturale istintivamente ci provano, se possono, a rimanere umani. Se sollecitati a giocare, a essere loro stessi, non hanno problemi a impadronirsi subito di una tecnologia facile, potente e istintiva e a usarla per fare emergere la loro cultura di bambini, il loro punto di vista autentico.
Nei video che realizzano, per esempio – quando non sono abbandonati a se stessi, ma assistiti da adulti competenti che li ascoltano e collaborano con loro – davanti e dietro alla “macchina da presa”, gli sguardi, i gesti, le parole li restituiscono facilmente veri e sinceri come, al di fuori della relazioni private, la nostra società, nel suo complesso, non li conosce.
Dei bambini si parla per sentito dire, ce li facciamo raccontare da sociologi e psicologi, scambiamo certe loro occasionali manifestazioni di disagio per trasformazioni epocali, medicalizziamo i loro comportamenti divergenti. Addirittura molti pensano seriamente che mostrarne pubblicamente le facce sorridenti rappresenti un “pericolo”, e che tutelare la “privacy” di individui timorosi e infelici sia più importante che comunicare la gioia di vivere che i bambini possono insegnare al mondo.
“Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli!”. Non uscirete dalla spirale di paura, noia, disinteresse per il lato umano della vita in cui il consumismo sfrenato, individualistico, inutilmente competitivo ci ha trascinato. In controtendenza con le narrazioni correnti, nei gruppi di bambini e ragazzi produttori non c’è deficit d’attenzione né bullismo. Sono contenti, collaborativi, si impegnano e lavorano bene, e nei video fatti da loro stessi li vediamo, capaci di osservare e giocare il mondo, attori attivi e utilizzatori coscienti dei media. Oltre il consueto pubblico chiuso (e che non fa opinione) di insegnanti e genitori, un messaggio importante per l’intera società!
Saperenetwork è...
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Laureato al Dams di Bologna nel 1980, lavora sulle aree di conoscenza ed espressione attraverso cui soprattutto i bambini (ma non solo) possono partecipare da protagonisti alla società dell'informazione: Animazione teatrale, Video e audio, Fotografia, Libri e storie, Pubblicità, Ambiente, Computer, Web.
Cura laboratori e progetti in collaborazione con scuole, biblioteche, enti pubblici e privati, associazioni culturali e sociali, manifestazioni e festival, in Italia e all’estero. È autore di di video e multimediali, e di libri sia legati alla propria attività che di letteratura per bambini.
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.
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