Cani di talento e noi. Un’indagine per capire (anche) il nostro apprendimento
Il talento non è una peculiarità di noi esseri umani. Anche i cani possono essere eccezionalmente dotati in un’abilità specifica. La capacità di imparare i nomi di numerosi oggetti è al centro di un recente studio pubblicato negli Scientific Reports di Nature. Sono le basi per future indagini sull’apprendimento. Con i quadrupedi come specie modello…
Rimaniamo sempre incuriositi ed estasiati davanti a una dimostrazione di talento, ma difficilmente sappiamo definirlo. Forse non vi stupirà sapere che per gli scienziati è ancora complesso chiarirne l’origine. Un team di ricercatori del Family Dog Project, sviluppato all’interno del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University, a Budapest, ha tentato di capire provenienza e caratteristiche di uno specifico talento dei cani.
Il talento indagato è la capacità del cane (Canis lupus familiaris) di imparare i nomi di diversi oggetti. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports della rivista Nature: Word learning dogs (Canis familiaris) provide an animal model for studying exceptional performance | Scientific Reports (nature.com).
Cos’è il talento?
Noi esseri umani siamo molto sensibili al talento mostrato in matematica, nelle lingue o nella musica, in realtà può assumere svariate forme. Ma cos’è il talento? L’intelligenza può essere definita come l’abilità di risolvere problemi e di adattarsi e imparare dall’esperienza.
Siamo, invece, davanti al talento quando abbiamo un soggetto che supera la media nella risoluzione di un determinato compito. Statisticamente è chiamato outlier, un valore anomalo, distante dalle osservazioni disponibili considerando la variabilità individuale.
Da cosa dipendono l’intelligenza e il talento? Difficile dirlo, per ora sappiamo che possono essere influenzati dalla genetica e dall’ambiente. Nella ricerca presentata su Scientific Reports, il talento osservato nei cani a cui si fa riferimento è quello di imparare i nomi degli oggetti. La maggior parte dei nostri amici a quattro zampe ha grandi difficoltà nell’imparare i nomi di diversi oggetti mentre alcuni rari esemplari hanno dimostrato di farlo con facilità. Sono loro i “gifted word learner dogs”, i cani dotati nell’apprendimento delle parole.
Guarda il video abstract dello studio
La Genius Dog Challenge e i risultati della ricerca
Per lo studio sono stati osservati 40 cani, 34 esemplari in precedenza non specificamente addestrati a imparare i nomi degli oggetti e 6 individui che, invece, avevano già dimostrato questo talento. Gli animali sono stati sottoposti a un programma intensivo di addestramento per la durata di 3 mesi.
Di alcuni di questi esemplari vi avevamo già parlato: sono i cani “geniali” della Genius Dog Challenge (Genius Dog Challenge. I cani “geniali” sono tra noi | Sapereambiente ), la competizione online tra cani che si sono sfidati nell’imparare, giocando con i propri proprietari, i nomi di oggetti in un tempo stabilito.
I risultati dell’esperimento sono stati inaspettati: «Inizialmente abbiamo ipotizzato che fattori come la neuroplasticità, legati allo sviluppo del cucciolo avrebbero giocato un ruolo in questo contesto, rendendo i cuccioli capaci di imparare i nomi degli oggetti più velocemente degli adulti», spiega Claudia Fugazza, prima autrice dello studio, nel comunicato stampa.
«Per questo motivo abbiamo reclutato cuccioli e cani adulti per questo studio. Siamo però rimasti sorpresi dal fatto che, nonostante l’addestramento intensivo, la maggior parte dei cani, a prescindere dall’età, non ha dimostrato nessuna capacità di apprendimento».
Sorprendentemente sono stati 7 cani adulti a manifestare una capacità di apprendimento eccezionale: non soltanto sono riusciti ad imparare i nomi dei due giocattoli ma, nel corso dello studio, hanno imparato fra 11 e 37 nuovi nomi di giocattoli. Hanno dimostrato, quindi, di possedere un talento eccezionale nell’imparare nomi di oggetti. Si è dimostrato che tale capacità non è dipendente dalla giovane età e non appartiene alla maggioranza degli altri cani. Questi risultati potranno essere una base per considerare i cani come specie modello per studiare il talento anche nell’uomo.
I cani come specie modello per lo studio dell’apprendimento e del talento
Non è la prima volta che i cani sono protagonisti di ricerche riguardanti l’apprendimento: fu grazie a loro che, agli inizi del Novecento, è stata elaborata la teoria dell’apprendimento appartenente al comportamentismo, di cui uno dei principali esponenti fu il fisiologo russo Ivan Petrovič Pavlov, famoso per i suoi studi sullo stimolo e sul riflesso condizionato.
Guarda il video del condizionamento classico di Pavlov (Tratto da Educatamente ed. Rossa)
Da allora, i nostri amici a quattro zampe hanno vissuto alti e bassi nello sviluppo della psicologia comparata e dell’etologia. Fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui sono stati presentati come modello ideale per lo studio di numerosi tratti cognitivi e comportamentali che essi condividono con noi. Del resto sono soggetti facilmente trattabili e disponibili poiché si sono evoluti e sviluppati in un ambiente umano.
I cani rappresentano una specie modello più valida rispetto ad altri animali da laboratorio – in alcuni casi persino in confronto ai primati, per molti aspetti a noi più simili – soprattutto per quanto riguarda la sfera socio-cognitiva. Questo è particolarmente vero negli studi che confrontano gli aspetti legati all’evoluzione di abilità linguistiche.
I cani, dunque, offrono un interessante punto di vista su come alcuni tratti funzionalmente simili possano emergere in specie filogeneticamente distanti, aiutandoci a fare luce sull’evoluzione di questi tratti nel genere Homo. La ricerca della Eötvös Loránd University è un buon esempio in questo ambito e pone le basi per futuri studi che ci spiegheranno l’origine e le caratteristiche del talento, in noi come nei nostri compagni di vita.
Saperenetwork è...
- Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.
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