Cinque cartografi che dovete conoscere. Parte seconda
Continuiamo a esplorare la vita e le scoperte di chi ha contribuito a studiare, misurare e raffigurare il nostro Pianeta. La lista è ricca, qui vi raccontiamo altri cinque cartografi e cartografe che hanno contribuito alla nostra conoscenza e percezione del mondo
Nella prima parte di questo servizio abbiamo ripercorso le tappe che hanno portato allo sviluppo della cartografia moderna, raccontandone i principali protagonisti. Tuttavia, i nomi degni di nota sono ancora molti, così come i contributi alla conoscenza delle sfumature geografiche del mondo che ci circonda.
Eccone altri cinque…
César-François Cassini
César-François Cassini nasce a Thury-sous-Clermont, piccolo borgo francese, il 17 giugno 1714. Nipote del matematico, ingegnere, medico e biologo italiano Giovanni Cassini e figlio dell’astronomo Jacques Cassini dal quale ereditò la passione per la cartografia nonché la guida dell’Osservatorio di Parigi. César-François Cassini, nel 1735, entrò all’Académie des sciences diventando, nel 1741, astronomo aggiunto. Come tutti i Cassini prima di lui abitò nell’appartamento sito al primo piano dell’Osservatorio di Parigi, quello che è oggi uno dei più importanti osservatori astronomici della Francia.
Cassini, ancor prima di essere astronomo, fu però un cartografo di notevole talento: corresse la direzione del meridiano che attualmente passa per l’Osservatorio e iniziò a dar vita alla Grande carta della Francia. Pubblicata, dal 1744 al 1793, in 182 fogli a nome dell’Académie des sciences questa offrì la rappresentazione più fedele del tempo del Paese d’Oltralpe. Tuttavia, egli non riuscì a completarla ma fu il figlio, Jean-Dominique Cassini, a portare a termine tale impresa cartografica.
James Gall
James Gall, nato il 27 settembre 1808, è stato un ecclesiastico scozzese, ma anche e soprattutto cartografo, nonché editore, scultore, astronomo e autore. Gall cartografo fu un fervente sostenitore di una mappatura della Terra che fosse accessibile anche ai non vedenti. Suggerì così di combinare la stampa Braille con lo spago, e in un libro del 1851 pubblicò una mappa di questo tipo dove i confini delle contee e altri dettagli geografici furono rappresentati con bordi in rilievo. Il suo interesse si rivolse poi presto alle stelle.
Come parte del suo lavoro dedito alle costellazioni, sviluppò la proiezione ortografica di Gall, un derivato della proiezione cilindrica di Lambert per proiettare la sfera celeste su carta piatta in modo da evitare la distorsione delle forme delle costellazioni. Applicò poi questa tecnica alla cartografia terrestre dando vita, e nome, a tre diverse e importanti proiezioni cartografiche: la Gall stereografica, la Gall isografica e la Gall ortografica. Fu quest’ultima ad essere reinventata, nel 1976, da Arno Peters e adottata da prestigiose organizzazioni come l’Unesco. In riconoscimento di entrambi gli uomini, la tecnica è ora nota come proiezione Gall-Peters.
Arno Peters
Arno Peters nacque a Berlino il 22 maggio 1916. Storico e cartografo tedesco, si interessò, tra le altre cose, alle disparità economiche e politiche. Nel 1952 scrisse un libro avanguardistico, “Storia del mondo otticamente sincronica”: la storia delle principali culture europee, africane, asiatiche e precolombiane raccontata ponendo ognuna di queste allo stesso livello, evidenziando come in realtà non esistano culture di ‘serie a’ e culture di ‘serie b’. Su questa linea ideologica, e in quanto cartografo, realizzò così una nuova proiezione cartografica della terra riadattando, come precedentemente accennato, la proiezione orografica di Gall.
La Carta, come espressione della sua visione egualitaria del mondo, fu basata sul corretto rapporto fra le superfici delle varie parti del globo e così da lui annunciata: «Da cinquemila anni esistono le carte geografiche, e da tremila anni queste carte hanno contribuito a formare l’immagine che l’uomo ha del mondo.
Guarda il video sulla mappa di Peters
«Scienziati, storici, papi, ricercatori, navigatori hanno disegnato delle carte, ma solo da 400 anni esiste il mestiere di cartografo. Come storico con interessi geografici ho studiato la storia della cartografia con particolare interesse. Mi resi conto della inadeguatezza delle carte terrestri esistenti che non favorivano, tra l’altro, la migliore soluzione che sempre sorge quando si trasporta la superficie terrestre su un foglio piano. La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra…».
Nicole-Reine Lepaute
Per le donne affermarsi nella cartografia, come in qualunque altra scienza, non è stata cosa facile. Non per questo, però, il loro contributo è stato insignificante. Anzi.
«Dagli interstizi di una storia della geografia, della cartografia e del territorio scritte al maschile fuoriesce – si legge nella descrizione del libro ‘L’altra mappa. Esploratrici, viaggiatrici, geografe’ della professoressa Luisa Rossi – un quadro diverso, un’altra mappa del mondo: ‘altra’, perché i risultati delle ricerche mettono in luce una partecipazione femminile assai più ampia di quella conosciuta».
Basti pensare, ad esempio, al contributo di Nicole-Reine Lepaute, nota come Madame Lepaute. Francese, nata il 5 gennaio 1723, all’età di 37 anni entrò da protagonista in un dibattito astronomico-cartografico di alto calibro. Inoltre, calcolò, insieme al matematico Alexis Clairaut, la data di ritorno della cometa di Halley, nonché l’attrazione esercitata da Giove e Saturno su quest’ultima. Nel novembre 1758, concluse che la cometa avrebbe fatto ritorno al perielio – il punto dell’orbita di un corpo celeste più vicino al sole – il 13 aprile 1759, appena un mese dopo rispetto a quando effettivamente lo raggiunse.
Mary Somerville
Notevole fu poi il contributo alla geografia più in generale apportato da Mary Somerville. Nata a Jedburgh, nel sud della Scozia, il 26 dicembre 1780, è stata una matematica, astronoma e scrittrice scientifica e, insieme a Caroline Lucretia Herschel, una delle prime due donne elette membro onorario della Royal Astronomical Society. Nel 1848 pubblicò Physical Geography, il primo testo geografico scritto in inglese. Nel libro, dalla semplice descrizione dei fenomeni fisici, Somerville procedette spiegando nel dettaglio, e con dovizia di fonti, perché quei fenomeni esistessero e in che modo fossero correlati gli uni agli altri. Approfondì poi le forme del terreno, i processi atmosferici e la biogeografia, nonché il ruolo svolto dall’uomo nell’alterazione dell’ambiente naturale. Sottolineò, sulla base di prove geologiche, che la terra era molto più antica di quanto sostenuto nella Bibbia, motivo per cui fu aspramente criticata e ritenuta una “senza Dio”.
Saperenetwork è...
- Laureato presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza" in Scienze Ambientali prima, e in Ecobiologia poi. Attualmente frequenta, presso la medesima università, il corso di Dottorato in Scienze Ecologiche. Divulgare, informare e sensibilizzare per creare consapevolezza ecologica: fermamente convinto che sia il modo migliore per intraprendere la via della sostenibilità. Per questo, e soprattutto per passione, inizia a collaborare con diverse testate giornalistiche del settore, senza rinunciare mai ai viaggi con lo zaino in spalla e alle escursioni tra mare e montagna
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