Ricominciamo dai ricci

Massimo Vacchetta con una delle creature di cui si prende cura

Il sogno di Massimo Vacchetta, veterinario di Novello (Cn) con una lunga esperienza nel settore dei bovini, si è concretizzato nel 2014 con “La Ninna – Centro recupero ricci”, nel cuore delle Langhe. In questo ospedale pionieristico, il primo in Italia dedicato al Riccio europeo, Massimo e suoi volontari si occupano del benessere di queste creature e grazie alle terapie adeguate moltissimi pazienti spinosi tornano presto in libertà. Ai piccoli “disabili” che riportano menomazioni a causa di automobilisti che li investono, giardinieri disattenti che li colpiscono con il decespugliatore oppure falò accesi nei cumuli di foglie in cui rifugiano, aspetta una rosea degenza nel parco adiacente la struttura. Ma poi ci sono anche i pesticidi che li avvelenano, le plastiche abbandonate in cui rimangono imprigionati e che ingeriscono, i tombini aperti in cui precipitano. Un mondo di trappole, insomma, provocato spesso dalla cattiva gestione umana dell’ambiente.

 

Un esemplare di riccio europeo
Il centro La Ninna è nato nel 2013. Fra i pericoli cui sono esposti questi animali ci sono le automobili, i pesticidi, le plastiche

 

La struttura nasce dall’incontro avvenuto nel 2013 tra Massimo Vacchetta e Ninna, una cucciola di riccio pesante appena 25 grammi. Sarà lei a ispirare il libro “25 grammi di felicità” (Massimo Vacchetta con Antonella Tomaselli, Sperling & Kupfer, 2016). La piccola Ninna necessitava di cure ricorrenti, con la sua dolcezza e i gesti di affetto spontaneo ha commosso Massimo. E lui dopo vent’anni di carriera, grazie a Ninna ha scoperto uno scopo più profondo nella vita, accudire questi esseri tanto indifesi quanto speciali. Una storia che, grazie al libro, ha appassionato i lettori facendo esplodere una vera e propria “riccio-mania”, termine caro a Massimo:

«In Italia “25 grammi di felicità” ha superato le 40mila copie vendute, sono oltre 100mila a livello globale. All’estero è stato tradotto in 14 lingue, spopola in Giappone, negli stati Europei, in America ed Australia… Quest’anno uscirà anche in Russia» racconta.

 

 

Ma al di là delle copie vendute di questo e degli altri volumi che Massimo ha pubblicato, il vero successo è l’entusiasmo che il suo impegno ha suscitato nei lettori che hanno iniziato attivamente ad aiutare queste piccole creature, viste finalmente con consapevolezza e attenzione: «La pandemia è imputabile al cattivo rapporto tra l’uomo e l’ambiente, noi non siamo separati dalla natura, vivere in città con la tecnologia ci ha fatto dimenticare che siamo parte di un mondo biologico composto da foreste, altri esseri viventi grandi o piccoli. Anche i ricci nei giardini e nei boschi sono necessari, regolano la popolazione degli insetti e fanno parte di una catena biologica importante. Un alto numero di ricci indica che la zona è sana».

Massimo si occupa anche di educazione ambientale nelle scuole, organizza corsi di avvicinamento alla natura e sulla biologia del riccio: ad esempio in giardino o altrove è importante non disturbare mai il nido dei ricci perché la mamma potrebbe abbandonare i cuccioli. Lui non ha pausa e mentre segue un degente spinoso trova il tempo di spiegare: «Solo nel 2019 il centro ha accolto più di 300 ricci, ne sono stati liberati più della metà mentre una parte è rimasta al centro come invalida. In questo momento mi occupo di Sebastiano, liberato da una rete di plastica, basterebbero dei buchi 10×10 alla base delle reti per consentire il passaggio, come avviene in Inghilterra. Anche per questo è importante smaltire correttamente i rifiuti plastici».

 

 

Il centro vive solo grazie alle donazioni private ed offre assistenza medica 24 ore su 24 e sette giorni su sette. Sul sito www.laninna.org si trovano le istruzioni di primo soccorso, i consigli per assistere al meglio i ricci in ogni situazione. Ma in caso di difficoltà è sempre attivo il numero per l’emergenza: +39337352301. E per dare una mano è anche possibile adottare a distanza questi piccoli ma preziosi animali che Massimo ci ha aiutato a riscoprire.

 

 

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UN PROBLEMA MOLTO GRAVE: SONO CROLLATE LE DONAZIONI PER I RICCI Cari amici, alla luce di quanto sta succedendo non posso non esprimervi una mia grande preoccupazione. Sono circa 3 settimane ormai che stiamo portando avanti l’iniziativa per aiutare l’Australia e probabilmente focalizzando l’attenzione su questo problema abbiamo un po’ perso di vista le necessita’ economiche del centro. Questo e’ un po’ il rischio di quando ci si dedica alle necessita’ degli altri. E cosi’ le donazioni per i ricci questo mese sono letteralmente crollate a picco..! Questo pero’ ora mette noi in difficolta’ perche’ con oltre 200 ricci da mantenere e tutte le spese che abbiamo, incluse quelle del personale dipendente, non possiamo permetterci dei cali cosi’ grandi sul conto corrente, ormai ai minimi termini. Capisco bene che le persone, facendo gia’ una donazione per l’Australia, non possano permettersi di aiutare anche i ricci. Questo mese per noi e’ stato disastroso, pochi soldi e pochi volontari.. Che fare? Dovesse persistere questa situazione il centro in poco tempo sarebbe forzato a chiudere i battenti e questo sarebbe terribile per noi ma soprattutto per i nostri poveri ricci che perderebbero tutto. Hanno solo noi ad aiutarli. Lo so che vi chiedo molto ma e’ per la sopravvivenza del centro e per le amate bestiole. Siamo in tantissimi, se tutti condividessero il piu’ possibile e donassero anche una piccola somma, noi potremmo recuperare questo grave calo di aiuti.. CONDIVIDETE Potete sostenere il centro con donazione a: CENTRO RECUPERO RICCI LA NINNA Banca CRS IBAN: IT10K0630546851000010157449 BIC per donazione dall’estero: SARCIT2S – DONAZIONE SICURA paypal.me/laninna Grazie di cuore

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Diletta Baima
Diletta Baima
Giornalista pubblicista, classe 1995, collabora dal 2015 come cronista in una testata settimanale locale della provincia di Torino dove attualmente vive e lavora. Dal 2018 è iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Amante della natura, da sempre, è impegnata nella divulgazione dei progetti per la tutela degli habitat montani, iniziative ecosostenibili o attività rivolte alla salvaguardia della popolazione animale e vegetale. Crede in un “giornalismo positivo” che proponga soluzioni rispettose dell’ambiente, dando valore alle meraviglie che ci circondano.

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