Langhe da scoprire: viaggio nelle terre di Fenoglio, fra arte, design ed enogastronomia

La cantina "L'astemia pentita", a Barolo, unisce alla tradizione vitivinicola langarola l’esprit artistico contemporaneo (Foto: Marina Maffei)

Le Langhe di Fenoglio diventano sempre più glam. Le colline piemontesi, i cui vigneti donano alcuni dei più grandi vini al mondo, Barolo e Barbaresco su tutti, sono infatti meta da scoprire per chi ama l’arte contemporanea, il design o è in cerca dei posti più instagrammabili. In questi anni sono stati numerosi gli interventi, pubblici e privati, che hanno arricchito il paesaggio di installazioni di arte ambientale. Ecco alcuni dei posti da non perdere.

La Cappella del Barolo a La Morra

Questa chiesina, nel territorio del comune di La Morra, venne costruita nel 1914 e intitolata alla Santissima Madonna delle Grazie, senza essere però mai consacrata. Cadde così in stato di abbandono finché la famiglia Ceretto, che negli anni settanta era diventata proprietaria del vigneto di Brunate, dai cui filari la chiesa è circondata, decise di darle nuova vita affidandone il compito nel 1999 ai due artisti Sol LeWitt e David Tremlett. Giocando con il colore, le hanno regalato un’aura speciale e creato «un luogo sacro per un culto di gioia, parrocchia di provincia che si allarga sul mondo».

 

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Alba di Valerio Berruti

C’è una nuova bambina in città. E ad Alba, la città capoluogo delle Langhe, non poteva che chiamarsi Alba. In acciaio inox, alta oltre dodici metri e dal peso di 12 tonnellate, la scultura è stata realizzata dall’artista Valerio Berruti e donata alla città dalla Fondazione Ferrero in ricordo di Michele Ferrero, per decenni al timone della grande industria dolciaria langarola conosciuta in tutto il mondo. Sull’opera si legge: «Nella piazza intitolata al nostro amatissimo ed indimenticabile Michele, che ha sempre rivolto il suo sguardo al nuovo e al possibile, le figure lievi e decise di Valerio Berruti ispirano i nostri pensieri e le nostre speranze».

 

 

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L’arte site-specific a Roddino

Chi arriva nel piccolo borgo di Roddino, il più delle volte per andare in pellegrinaggio all’Osteria da Gemma, una istituzione della cucina del territorio, da pochi mesi trova una sorpresa. I muri del palazzo, cui è stata data la nuova funzione di biblioteca, studio medico e bottega-incontro, sono diventati l’insolita tela degli artisti di fama internazionale Liam Gillick e Hito Steyerl. I due hanno dato vita all’opera d’arte site-specific “However Many Times We Ran The Model The Results Were Pretty Much The Same” (Per quante volte sia stato applicato il modello, i risultati sono stati più o meno gli stessi): l’opera riflette, in un coloratissimo schema a griglia, l’analisi dei dati sul territorio e le riflessioni degli artisti sulla percezione del paesaggio, sul suo passato e sul suo futuro.
Roddino
L’opera site specific a Rodino (Foto: Marina Maffei)
L’intervento è stato realizzato nell’ambito di “Prospettive/Perspectives”, progetto transfrontaliero con il sostegno del Programma Europeo Interreg Alcotra Italia/Francia 2014-2020 per avvicinare al tema dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale. Sempre per “Prospettive/Perspectives”, nella vicina Neviglie, Jean-Marie Appriou ha realizzato per il nuovo belvedere del borgo la scultura “The traveler”, che si richiama alla presenza, nello stemma storico del comune, di un veliero forse retaggio dell’epoca delle Crociate.

Il Parco d’Arte Sandretto Re Rebaudengo a Guarene

Attiva da oltre venticinque anni a favore dell’arte e della cultura contemporanea, la torinese Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nel 1997 ha aperto una sua sede nel settecentesco Palazzo Re Rebaudengo nel comune di Guarene. Ed è sempre nel bel paese di Langa che, sulla panoramica collina di San Licerio, si trova lo splendido Parco d’Arte un museo all’aperto guidato dal principio della piena accessibilità per tutte e tutti, che ospita sculture permanenti di grandi dimensioni. Progettato dagli architetti paesaggisti Lorenzo Rebediani e Vera Scaccabarozzi, è ispirato al mosaico di tessere dei campi, dei noccioleti e dei vigneti che lo circondano. Il Parco, visitabile seguendo una passeggiata, è punto d’incontro, di equilibrio e di dialogo tra la natura e le opere di artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo. Alcune sono state appositamente commissionate, altre hanno trovato qui, tra filari, salici, cipressi e querce, la loro più armoniosa collocazione.

 

L’Astemia pentita a Barolo

Impossibile non notarla. L’Astemia Pentita sorge dove il crinale dei Cannubi inizia a salire verso il centro del paese. Questa cantina, la cui prima annata vinificata è del 2010, unisce alla tradizione vitivinicola langarola l’esprit artistico contemporaneo, perfettamente racchiuso nella sua insolita forma architettonica. Ma entrando all’interno, le sorprese non finiscono: il lavoro in cantina trova riflesso nel décor degli ambienti con una scenografica passarella, molto apprezzata per gli scatti social, che conduce al trono del Barolo. Anima dell’Astemia Pentita è l’imprenditrice Sandra Vezza, che di sé dice di avere quel piglio inconfondibile che da queste parti definiscono “ghëddo”. Originaria di Levice, in Alta Langa, è presidente di società leader nel settore alimentare e farmaceutico e di Gufram, il celebre marchio di design acquisito nel 2012, dalla cui sede a Barolo prendono oggi il volo per tutto il mondo pezzi iconici e pop come il divano Bocca, il Pratone, il Cactus attaccapanni.

WiMu, il Museo del Vino a Barolo

Inaugurato nel 2010, il Museo del Vino a Barolo è una tappa imperdibile, un racconto poetico e immaginifico del prodotto principe di questa terra. Collocato nell’antico castello al centro del borgo, il WiMu è stato ideato dal francese François Confino. Attraverso un viaggio interattivo ed emozionale si entra nel mondo del vino, prodotto e produttore di cultura, capace di accompagnare l’evoluzione di intere civiltà, permearne le espressioni artistiche e plasmare il volto di interi territori.
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Ad Alba, dove il tartufo è cultura

L’alta gastronomia

Se si vuole unire l’utile al dilettevole, si può programmare la propria visita nelle Langhe durante le nove settimane della 93esima edizione della Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba. Questo fungo ipogeo, che vive sotto terra e la cui cerca con i cani è parte integrante della tradizione delle Langhe, sarà infatti protagonista dal 7 ottobre al 3 dicembre di una serie di appuntamenti perfetti per immergersi in una delle principali vetrine dell’alta gastronomia e delle eccellenze italiane.
Accanto al mercato mondiale del tartufo ad Alba, “Città Creativa per la Gastronomia” Unesco, numerosissime le iniziative alla scoperta dell’enogastronomia, della cultura, del folklore e delle tante sfaccettature di questa terra che per i suoi paesaggi vitivinicoli è patrimonio dell’Unesco. Nel frattempo, il territorio di Alba, Bra, Langhe e Roero, ha lanciato una nuova candidatura, quella per Capitale della Cultura 2026.

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Marina Maffei
Marina Maffei
Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.

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