L’Europa pianga per questi morti
A Crotone una tragedia immane, con 59 vittime accertate, fra cui 14 bambini. La testimonianza di suor Loredana Pisani, della Migrantes diocesana: «I sopravvissuti ci hanno raccontato che gli scafisti gettavano i migranti in acqua, poi la barca è finita sugli scogli». La catena di solidarietà fra associazioni e istituzioni
C’è silenzio. Troppo. A Crotone il Palazzetto del sport dedicato all’atleta Milone, luogo di incontri sportivi, simbolo di gioia e socialità per piccoli e grandi atleti, oggi è stato trasformato nella camera ardente che ospiterà le 59 salme dei migranti che hanno perso la vita nel naufragio di Steccato di Cutro. Le auto delle onoranze funebri arrivano lente. È vietato entrare, qualcuno pone dei fiori sul cancello del PalaMilone, ma nessuno osa parlare. Il dolore e l’indignazione sono troppo forti.
Domenica di tragedia
È successo prima ancora che sorgesse l’alba di una domenica che avrebbe dovuto essere come tante altre. Mentre i cittadini di tutta la provincia, ignari, erano ancora avvolti nel sonno, l’ennesima tragedia di migranti si consumava al largo delle acque gelide e mosse di quel tratto di Ionio che bagna la bianca spiaggia di Steccato di Cutro, non molto distante dalla più grande area marina protetta d’Italia, quella di Capo Rizzuto. Un barcone partito quattro giorni fa da Izmir, in Turchia, con a bordo forse duecento migranti fra cui interi nuclei familiari, si è letteralmente frantumato sugli scogli catapultando tra le onde migranti di origine iraniana, irachena, afgana e siriana, tra cui molte donne e bambini. Le vittime accertate, al momento, sono 59 di cui 33 donne, 9 bambini e 5 bambine. Ottanta i superstiti di cui 20 ricoverati in ospedale, uno in gravi condizioni in terapia intensiva. Intanto continuano le ricerche per gli eventuali dispersi che dovrebbero essere venti o trenta secondo le stime della prefettura.
«Abbiamo visto altri naufragi ma così tragici mai – dice il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce – i numeri sono drammatici, queste persone cercavano un porto sicuro e invece hanno trovato la fine».
#Piantedosi in Prefettura a #Crotone dopo naufragio barcone migranti a Steccato di Cutro: “Tragedia immane, dimostrazione di quanto sia necessario contrastare con fermezza le filiere dell’#immigrazione irregolare”#26febbraio pic.twitter.com/kiQDsv5MPx
— Il Viminale (@Viminale) February 26, 2023
Lenzuola allineate
L’allarme è scattato alle prime luci dell’alba ed è bastato poco agli uomini della Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, della Polizia, dei Carabinieri e della Croce Rossa per capire che non era un semplice naufragio. Scene strazianti sono apparse ai loro occhi mentre con mare forza 3 e onde alte due metri avviavano con difficoltà le prime operazioni di recupero delle vittime. I soccorritori non dimenticheranno facilmente i corpi privi di vita in mare o le salme allineate sulla sabbia coperte con le lenzuola bianche. La catena della solidarietà tra istituzioni e associazioni è stata tempestiva. In ospedale un bimbo ricoverato in pediatria ha ritrovato la sua mamma al pronto soccorso, ma la sorellina risulta dispersa. Così racconta suor Loredana Pisani, direttrice della Migrantes diocesana di Crotone:
«Da questa mattina stiamo contemplando una tragedia immane nei volti dei sopravvissuti si legge tanta paura e orrore, in ospedale alcuni hanno raccontato che gli scafisti vedendo delle luci in mare, pensando che fosse la Guardia costiera hanno buttato i migranti in acqua e poi la barca si è scagliata su uno scoglio».
Lo stupore di Piantedosi
Partito con un volo di Stato alle 15.30 da Roma e atterrato all’aeroporto di Sant’Anna alle 16.30, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo un incontro in Prefettura ha commentato: «La mia presenza qui era doverosa, è il segnale di attenzione dello Stato». Poi ha aggiunto: «Mi chiedo come sia possibile che vengano organizzate traversate di questo tipo, come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate che si rivelano tragicamente pericolose».
In fuga da guerre e povertà
Eppure le traversate continueranno ad essere organizzate, ci saranno sempre scafisti disponibili a traghettare vecchie carrette, indifferenti ai problemi di chi cerca altrove una vita più dignitosa.
Perciò che fare?
La parola dovrebbe passare all’Europa perché non si può rimanere indifferenti e non si può morire così, soprattutto se si è venuti alla luce solo tre mesi fa. Ma non si può morire così a prescindere dall’età e dalla nazionalità o solo perché si sogna una vita lontano dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla povertà o dalle macerie provocate dall’ultimo terremoto in Turchia e in Siria. È questa la grande beffa. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Crotone, guidata dal dottor Giuseppe Capoccia, ha aperto un’inchiesta per omicidio e disastro colposo. E per domani, lunedì 27, nei comuni di Crotone e Cutro è stato proclamato il lutto cittadino.
Saperenetwork è...
- Insegnante di scienze naturali al Liceo scientifico Filolao di Crotone. Amo la biologia. Anzi no, la chimica. Ma che dico, scienze della Terra. Insomma mi piace tutto ciò che è scientifico, ma non disdegno l’altra metà della mela e soprattutto mi piace imparare dagli alunni. Giornalista per caso dal 1998, da quando il direttore e fondatore del giornale locale il Crotonese mi chiese di collaborare per la sua creatura. Da allora non ho più lasciato la scrittura e nei ritagli di tempo… scrivo. Di ambiente in primis.
Ultimi articoli
- Comunicazione29 Maggio 2024Sabir, il notiziario interculturale di Crotone
- La strage di Cutro27 Febbraio 2024Alì e i bambini di Cutro
- Storie23 Dicembre 2023A Crotone con On the road, il camper della speranza
- Interventi28 Marzo 2023A un mese dalla strage di Cutro, per non dimenticare