Current Sea, morte in mare
Il documentario di Christopher Smith denuncia la pesca illegale nei mari della Cambogia, un genocidio negli habitat marini. Chiamando in causa anche le nostre scelte
Recensione di Maria Smeralda Avellino
Current Sea, documentario presentato quest’anno al Riviera international film festival che si è appena svolto a Sestri Levante (Ge), diretto da Cristopher Smith, è un film nel quale si intrecciano le storie di diversi personaggi unite da un unico scopo, ovvero quello di contrastare la pesca illegale e proteggere l’oceano in Cambogia. Il mare per i paesi del Sudest asiatico è una fonte importante di sostentamento, ma ogni giorno, una parte di quel paradiso, in passato brulicante di vita, subisce dei rovinosi danni.
Voce narrante è Matt Bomber, giornalista australiano che nel 2012 si è trasferito in Cambogia ed ha preso a cuore gli interessi degli abitanti. In poco tempo si è ritrovato ad investigare sulla pesca illegale. Nonostante la pericolosità delle sue inchieste Matt è riuscito in una forte azione di denuncia, facendo emergere una drammatica situazione.
Currunt sea prende il via con la storia di Paul Ferber istruttore subacqueo che nel 2008 è arrivato sull’isola di Koh Seh al largo della costa di Sihanoukville, zona famosa tra tutti i sommozzatori per la bellezza dei fondali ricchi di biodiversità, una vera esplosione di vita. Paul negli anni ha assistito alla progressiva distruzione di quella parte di oceano e nel desiderio di contrastare tale processo ha fondato il Marine Conservation Cambodia (MCC) con lo scopo di proteggere i paesaggi sottomarini e i suoi abitanti, in particolare i cavallucci marini.
L’MCC è stata la prima area di conservazione a Koh Rong Samloem una delle isole presenti nell’arcipelago.
Con il tempo anche altre zone marine sono state regolamentate dall’amministrazione nazionale della pesca, arrivando a costituire l’attuale Marine Fisheries Management Area (MFMA), l’equivalente di un’area marina protetta, nel quale sono stati distribuiti 150 dispositivi anti-pesca a strascico lungo i confini della zona. In quell’area sarà possibile praticare la pesca sostenibile.
Il film diventa così il reportage delle missioni che Paul e la sua troupe hanno svolto in mare tra le mille difficoltà, mettendo rischio la loro vita per difendere le aree marine protette dai pescherecci vietnamiti che per reperire nuove scorte di pesce sono soliti invadere le zone marittime cambogiane. La loro pesca oltre ad essere illecita è altamente impattante perché i pescatori si avvalgono dell’utilizzo di diverse tipologie di reti illegali, reti a strascico che spinte sul fondo dell’oceano da slitte in legno estirpano e raccolgono ogni tipo di forma vivente presente per chilometri.
Vengono spesso utilizzate anche reti a strascico elettriche che folgorano tutto al loro passaggio, anche specie non vendibili al mercato del pesce come i delfini.
Per contrastare questo disastro Paul ha sperimentato dei dispositivi anti strascico, blocchi di cemento di circa 7 piani disposti a quadrato o esagono, che istallati sul fondo dell’oceano favoriscono la creazioni di piccoli habitat artificiali che risultano così protetti dalle reti, riuscendo ad ostacolare pratiche di pesca illegale. I blocchi sono uno strumento poco costoso ed efficace, soprattutto per Paul che finanzia personalmente le sue spedizioni e sperimentazioni pur tra enormi difficoltà economiche. A sostenere Paul e a credere nel suo progetto, di recente, è arrivato il Fondo Internazionale di Conservazione del Canada che ha acquistato un motoscafo per agevolare gli stazionamenti contro i pescherecci illegali.
Current Sea affronta in maniera molto coinvolgente il fenomeno della pesca illegale, che riguarda in realtà mari e oceani di tutto il mondo. Mostrando la battaglia che ancora oggi Paul combatte in prima linea e che ha portato l’MCC ad essere riconosciuta da enti e governi. I mari e gli oceani del mondo sono sempre più sovrasfruttati, e ciò avrà ripercussioni importanti sul nostro futuro. Interi habitat marini sono stati rasi al suolo da pratiche di pesca illegale, attraverso l’ausilio di reti a strascico.
Current Sea è il grido d’allarme circa ciò che avviene sui pescherecci industriali, un monito per tutelare i mari e la pesca sostenibile, anche attraverso le nostre scelte.
Il film è stato visto nell’ambito del “Riviera International Film Festival” di Sestri Levante, maggio 2021. La recensione è stata prodotta nell’ambito del Corso di giornalismo ambientale e culturale di Sapereambiente
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