Wood, sulle orme dei trafficanti di legno
Dalla Russia alla Cina, dalla Romania al Perù, un viaggio alla scoperta del traffico illegale di legno. Il documentario di Monica Lazurean-Gorgan, Michaela Kirst e Ebba Sinzinger punta i riflettori su un’attività illecita di cui si sa poco, ma che è drammaticamente importante per tutti
Recensione di Chiara Castiglione
Lungo un fiume galleggiano tronchi d’albero: l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un cimitero. Della foresta rimangono solo monconi trasportati, attraverso vie illegali, nei luoghi più disperati del mondo. Eppure, è difficile immaginare come un albero possa viaggiare così lontano dalle sue radici, di come possa essere trasformato perdendo la sua identità. Dalla Russia estrema orientale al nord della Cina, dalla Romania al Perù, Alexander von Bismarck, capo dell’Agenzia d’investigazione ambientale (EIA) di Washington, ricostruisce le vie illegali del legname indossando i panni (e gli strumenti) di una spia. Quello che viene alla luce è un immenso traffico di sottrazione di foreste da parte delle industrie di cui tutti sono all’oscuro, compresi i governi.
Il documentario Wood, di Monica Lazurean-Gorgan, Michaela Kirst e Ebba Sinzinger, ha il merito non solo di far luce su una dinamica poco conosciuta, cioè corruzione e commercio illegale di legname, ma anche di scuotere le coscienze.
Infatti, sebbene la prima parte possa risultare più adatta ad un pubblico amante del genere investigativo e thriller, nella seconda, si affronta il tema sotto il profilo sociale ed economico con le proteste della società civile contro l’usurpazione delle foreste; le popolazioni locali apprendono nuovi strumenti per contrastare i giganti dell’industria del legname (in questo senso il documentario offre una serie di soluzioni utili e pragmatiche, come l’uso di una semplice applicazione per verificare l’origine del legno). E, infine, la presa di coscienza dei governi. Ciò che emerge, alla fine, è un sentimento collettivo di lotta contro la distruzione ambientale.
Un fenomeno che non riguarda solo i paesi coinvolti, ma che coinvolge ciascuno allo stesso modo, per cui la resistenza per preservare il futuro dovrà essere l’impegno di tutti.
Il film è stato visto nell’ambito del “Riviera International Film Festival” di Sestri Levante, maggio 2021. La recensione è stata prodotta nell’ambito del Corso di giornalismo ambientale e culturale di Sapereambiente
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