Il contatto. Quando crescere è una storia da lupi
La storia di due lupetti rimasti orfani approda al Festival CinemAmbiente. Il regista Andrea Dalpian racconta il loro primo anno di vita, trascorso nel Centro tutela fauna del Monte Adone di Sasso Marconi. Il punto di vista è dei due animali, con inquadrature dal basso, niente dialoghi. Un film coraggioso, che ci invita ad abbandonare lo sguardo antropocentrico
Cosa prova un cucciolo quando perde la mamma? È la cosa peggiore che possa capitare a qualsiasi essere vivente, in preda al senso di assoluto smarrimento. Qualche volta succede che qualcuno venga in suo soccorso, ma non è detto che il recupero vada a buon fine, specie se il piccolo in questione è un lupo, perché sono molti i fattori in gioco.
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Una sfida difficile che gli operatori del Centro tutela fauna del Monte Adone (Sasso Marconi) hanno affrontato quando hanno trovato, a distanza di pochi giorni uno dall’altro nei boschi dell’Appennino Tosco-Emiliano, due piccoli di lupo. Una storia documentata da Andrea Dalpian nel film Il Contatto presentato il 2 ottobre scorso alla 24° edizione del Festival CinemAmbiente di Torino nella sezione Made in Italy.
Dal loro punto di vista
Dalpian racconta l’anno trascorso nella struttura dal punto di vista degli animali: la videocamera riprende sempre dal basso per portare lo spettatore a vivere le loro emozioni, le loro esperienze. Le persone non sono mai inquadrate, non ci sono dialoghi né spiegazioni: tutto è studiato affinché ci si immerga nella lunga e difficile avventura di crescere da orfani.
Dall’iniziale viaggio in auto di uno dei due lupetti che sogna avvolto nella copertina rossa emettendo teneri mugolii, alle prime poppate, alle stimolazioni della mano umana per favorire i bisogni corporali, azione che in natura fa la mamma leccando il ventre dei suoi piccoli. Poi la scoperta dell’erba, del bosco con i suoi odori che il cucciolo conosce bene perché stampati nel suo Dna. E l’incontro con l’altro suo simile, poco più grande di lui. I primi giochi, la definizione della gerarchia: il primo contatto è stabilito.
Odori, scoperte, progressi
Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione il regista documenta i progressi dei due lupetti, ormai inseparabili. La prima carne presa a morsi (gli animali selvatici con cui vengono nutriti i due protagonisti sono morti a causa di incidenti stradali), la scoperta dei perimetri, le tracce odorose.
Un recupero che ha anche un incidente di percorso: uno dei due animali dovrà affrontare due interventi in sala operatoria per un problema all’occhio. L’altro lupo è spaesato quando vede sparire il “fratello”, è agitato e in ansia e quando torna lo accoglie con evidente felicità. Il legame tra i due è ormai fortissimo, sono uniti per la vita.
L’inizio di una nuova vita
Il momento cruciale è l’incontro con l’altro branco di lupi adulti composto da tre elementi: i due fratelli hanno ormai raggiunto l’età adolescenziale e la nuova conoscenza segna quello che sarà il loro destino: saranno in grado di tornare liberi, cacciare e inserirsi in un contesto selvatico? Gli operatori del Centro Monte Adone ritengono di sì e fanno una scelta coraggiosa:
«Raramente i lupi ritrovati cuccioli vengono reinseriti in natura dopo la cattività, la decisione di liberarli – spiegano alla fine del film – è stata presa in accordo con tutte le istituzioni competenti e speriamo che in futuro rappresenti un esempio da seguire».
I due lupetti hanno fatto tanta strada, ora sono adulti: li aspetta una nuova vita non priva di pericoli. Ma li affronteranno insieme: una volta stabilito, il contatto è per sempre.
Saperenetwork è...
- Sabrina Mechella ha iniziato la professione giornalistica collaborando col quotidiano Il Messaggero. È stata addetta stampa per il Comune di Viterbo ed è poi passata alla cronaca giudiziaria per alcuni quotidiani online. Dal 2010 si occupa di ambiente, prima come redattore del bimestrale Eco-news, poi con Ideegreen.it e con La Stampa - Tuttogreen. È stata ideatrice e conduttrice del programma Amici animali, in onda nel 2019 su Tele Lazio Nord
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