E riapparvero gli animali al Teatro delle Ariette
La rappresentazione della pandemia e del tempo sospeso nei campi di via Rio Marzatore a Valsamoggia. Uno spettacolo realizzato da Paola Berselli e Stefano Pasquini
“In quel punto, di notte, ogni volta, in quel punto preciso incrocio un barbagianni.
So che è lì. Penso che mi faccia dono della sua presenza. Sfiora la macchina e scompare”.
Da sei anni il mese di luglio è per il Teatro delle Ariette il tempo dedicato ai Territori da cucire il progetto di Teatro di Comunità in cinque piazze della Valsamoggia (Bo) che quest’anno avrebbe portato alla creazione de “Il Vangelo del mio tempo” con il coinvolgimento di più di cinquanta cittadini.
«Volevamo riflettere sul nostro presente confrontandoci con le parole del Vangelo secondo Matteo e con le parole pronunciate o scritte nel corso del Novecento da personalità che, per costruire un futuro migliore, più umano, a causa di quelle parole sono morte. Ma il nostro presente ha deragliato e niente di tutto quello che avevamo immaginato è stato possibile. Impossibili i laboratori creativi con i cittadini, impossibile il teatro in piazza senza prenotazioni e limitazioni, impossibile incontrarsi, toccarsi, abbracciarsi».
E così per il Teatro delle Ariette, dopo questo periodo di sospensione, la ripresa avviene in mezzo ai prati, nel meraviglioso campo panoramico adiacente al suo Teatro inaugurato nel 2017, con uno spettacolo che permette di parlare del nostro presente: “E riapparvero gli animali” della scrittrice francese Catherine Zambon, interpretato da Paola Berselli, che firma anche la traduzione e la regia insieme a Stefano Pasquini, sola in scena di fronte a quaranta spettatori distanziati e disposti a U su delle sedie di legno, che sarà replicato ogni mercoledì di luglio (1,8,15,22,29 ore 20.30), con il sostegno di Comune di Valsamoggia e Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Fondazione Rocca dei Bentivoglio.
Ambientato in un futuro prossimo, il testo è un monologo nel quale una donna sui settant’anni si confessa e racconta come l’umanità ha attraversato l’Epoca dei Grandi Contagi e della Riorganizzazione Faunistica e Sanitaria fino ad arrivare a un tremendo 1 maggio. Un testo che vuole riflettere sulla pandemia e i comportamenti che provoca e potrà provocare in futuro, e vuole provare a immaginare come potrà condizionare il nostro modo di vivere, pensare, sentire. Sarà un allestimento essenziale, fatto di segni, presenze e suoni naturali che dialogheranno con la voce amplificata di Paola Berselli, in un incontro-scontro fecondo tra naturale e artificiale. Al termine di ogni replica, direttamente sulla scena, Stefano Pasquini condurrà un’assemblea intitolata “Il mondo di prima, il mondo di dopo” in cui sarà data la parola agli spettatori, stimolando i loro racconti autobiografici sull’esperienza vissuta e le riflessioni sul futuro che ci aspetta. Le assemblee saranno videoregistrate e costituiranno la base di lavoro per la realizzazione del film documentario “Il mondo di prima, il mondo di dopo”.
Ingresso libero. Posti limitati, prenotazione obbligatoria: 0516704373
Nel rispetto delle misure anticovid-19, sarà chiesto di indossare la mascherina e di igienizzare le mani all’ingresso.
Per informazioni
[email protected]
www.teatrodelleariette.it
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