Spores, esperienza artistica tra tecnologie e narrazioni immersive

SPORES PROJECT spettacolo che ridefinisce l’arte performativa (Foto: Appercezioni)

«Power to the people. Finiamola con le energie fossili, azioni per il clima adesso. Lo vuoi un futuro?». Sono il ritmo pulsante, la musica e le immagini di Lotta e del suo DetonAzioni ad accompagnare gli spettatori di “Spores” verso l’uscita: «Nel 2022, davanti al Parlamento di Strasburgo dove manifestavo con Fridays for Future, ho capito che non avrei dovuto rinunciare al mio contrabbasso e alla mia voce per l’attivismo, ma li avrei messi al servizio della causa. Da lì è nato anche il brano techno Power che ho portato in tutta Europa. Perché ballare e cantare ti cambiano, la musica può scuotere gli animi più della grida».

Lotta (Carlorra Sarina)
Carlotta Sarina in arte LOTTA, aRtivista climatica (Foto: Instagram, @iosonolotta)

Lotta

Con la voce potente e la fisicità esplosiva della giovanissima musicista climatica Lotta (Carlotta Sarina), 22 anni di pura energia, lasciamo infine il labirinto di suoni, parole, immagini, poesia, danza, protesta e denuncia di “Spores”, questo complesso progetto artistico che a Roma, alla Pelanda dell’ex Mattatoio di Roma, ospite del ricchissimo calendario di RomaEuropa Festival 2024, ha concluso la sua lunga maratona.

Un percorso europeo biennale

Vincitore del premio Europa Creativa nel 2022, “Spores Project” è tornato a Roma dopo un lungo tour di eventi tenuti in giro per il continente – da Copenaghen alla Francia a Tirana – in cui ogni volta ha preso forme e luoghi diversi, in perfetto accordo con l’ispirazione iniziale della “sporizzazione”, ovvero una possibilità di creazione che offre esperienze artistiche uniche, sia in presenza che online, con l’intento forse esageratamente ambizioso di “ridefinire e rivoluzionare l’arte performativa”. L’idea di questo viaggio itinerante ed esuberante tra le arti, la scienza e le tecnologie che ormai innervano il nostro sistema nervoso e il nostro quotidiano, ma anche tra e con linguaggi e artisti di varie generazioni è di Federica Altieri, direttrice della compagnia Appercezioni, regista e scrittrice, e del critico letterario Francesco Muzzioli.

(Foto: Appercezioni)

Come le spore che nel mondo naturale germinano e producono nuovi individui disperdendosi nell’ambiente, così nell’ambito della creatività, partendo dalla meccanica quantistica e gli studi sulla casualità, le onde di probabilità e l’indeterminazione di Heisenberg, si può approdare a una nuova metodologia di rappresentazione applicabile a tutte le espressioni artistiche e, in particolar modo, a quella intermediale.

Una ibridazione che già nelle intenzioni del Manifesto Spores vuole sbocciare «in un’anarchica relazione tra artisti dove il pubblico diviene parte stessa dello spettacolo». “Spores” è dunque, prima di tutto, una sfida, una provocazione, un’iperbole.

Un collettivo di artisti performativi

Iper-spettacolo per definizione multiforme e fluido, alla Pelanda il percorso costruito e allestito da Flavia Mastrella, maestra di ambienti ora fusionali ora ipertecnologici, si avviluppa come una spirale, una sorta di “via crucis” dell’immagine e dell’immaginario, della parola poetica e della mediazione tecnologica, in cui convivono, non tutti sullo stesso piano fisico, il teatro antropologico di Eugenio Barba e della sua straordinaria attrice e collaboratrice Julia Varley e il rap martellante e coraggiosamente politico di Giuliano Logos, campione del mondo di Poetry Slam nel 2021; l’invettiva anticapitalistica di Sasha Piersanti e il corpo esuberante di Ashai Lombardo Arop, ballattrice italo-sudsudanese che recita e danza nel meticciato delle culture.

(Foto: Stefania Chinzari)

E ancora, l’irriverenza rituale di Antonio Rezza, ammiraglio naufrago del non-luogo e la sonorità ipnotica degli ACRE; il monologo diabetico-climatico di Gabriele Ratano e le immagini dolenti di Paola Favoino danzate da Giovanna Zanchetta sull’Ucraina dei tempi di pace; i tamburi tribali dello sciamano rosso e il bianco algido del monologo di Maria Letizia Gorga sullo svuotamento femminile.

Spiazzamento, poesia e politica

Inevitabile, dunque, la discontinuità, lo spiazzamento, l’inafferrabilità di una operazione culturale che trasuda autonomia di linguaggi proprio grazie alla frammentarietà della struttura e ribadisce, attraverso la contaminazione estetica e stilistica, la supremazia della poesia e la necessità di un agire politico. Stanza dopo stanza, in accordo ad una visione registica apertamente anarchica e volutamente paritaria, che mette sullo stesso piano tutte le componenti e i protagonisti della creazione, il senso si moltiplica e i sensi si potenziano: siamo stati “sporizzati” anche noi? Non paga, Altieri è già al lavoro su una possibile seconda edizione che si sposterà dal Nord Europa all’Africa, in un viaggio alla ricerca della spiritualità e della corporeità, sempre in relazione con le nuove tecnologie. Stay tuned.

(Foto: Stefania Chinzari)

Saperenetwork è...

Stefania Chinzari
Stefania Chinzari
Stefania Chinzari è pedagogista clinica a indirizzo antroposofico, counselor dell’età evolutiva e tutor dell’apprendimento. Si occupa di pedagogia dal 2000, dopo che la nascita dei suoi due figli ha messo in crisi molte certezze professionali e educative. Lavora a Roma con l’associazione Semi di Futuro per creare luoghi in cui ogni individuo, bambino, adolescente o adulto, possa trovare l’ambiente adatto a far “fiorire” i propri talenti.
Svolge attività di formazione in tutta Italia sui temi delle difficoltà evolutive e di apprendimento, della genitorialità consapevole, dell’eco-pedagogia e dell’autoeducazione. E’ stata maestra di classe nella scuola steineriana “Il giardino dei cedri” per 13 anni e docente all’Università di Cassino. E’ membro del Gruppo di studio e ricerca sui DSA-BES, della SIAF e di Airipa Italia. E’ vice-presidente di Direttamente onlus con cui sostiene la scuola Hands of Love di Kariobangi a Nairobi per bambini provenienti da gravi situazioni di disagio sociale ed economico.
Giornalista professionista e scrittrice, ha lavorato nella redazione cultura e spettacoli dell’Unità per 12 anni e collaborato con numerose testate. Ha lavorato con l’Università di Roma “La Sapienza” all’archivio di Gerardo Guerrieri e pubblicato diversi libri tra cui Nuova scena italiana. Il teatro di fine millennio e Dove sta la frontiera. Dalle ambulanze di guerra agli scambi interculturali. Il suo ultimo libro è Le mani in movimento (2019) sulla necessità di risvegliarci alle nostre mani, elemento cardine della nostra evoluzione e strumento educativo incredibilmente efficace.

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