“Embodying Pasolini”. Tilda Swinton dà nuova vita al cinema e ai nostri corpi
La grande attrice britannica ha presentato insieme a Oliver Saillard la performance dedicata a Pier Paolo Pasolini. Gli abiti disegnati da Danilo Donati per i film del grande intellettuale sono rinati sotto gli occhi degli spettatori. Una nuova vita per il grande cinema, la grande sartoria e la nostra fisicità
A Tilda Swinton, al Mattatoio di Roma la sera di venerdì 25 giugno, si deve un piccolo grande miracolo. Non solo e non tanto di aver riportato in vita, con un rituale magico di cui è capace il corpo dell’attore, i personaggi e le storie di Pier Paolo Pasolini attraverso le trame dei costumi disegnati da Danilo Donati. Con Embodying Pasolini, performance realizzata insieme a Olivier Saillard (storico della moda ed ex direttore del Musée de la Mode de la Ville de Paris, o Galliéra, molto conosciuto negli ambienti del fashion internazionale), la Swinton ha riconnesso – nello spazio delle lunghe quattro ore in cui si è dipanato il suo racconto – anche il corpo del pubblico.
Complici gli spazi ariosi del Padiglione 9 degli ex mattatoi capitolini, le mascherine, la campagna vaccinale (un incredibile successo del Lazio, soprattutto nella fascia meno anziana che in maggior numero assisteva ieri all’evento), quell’Altro, per mesi ipotetico untore, è stato riscoperto come un po’ meno nemico, solidale nell’emozione di partecipare al rito artistico officiato dall’attrice britannica, altrettanto eccitata nel contatto con quelle vestigia cinematografiche che attraverso il suo tatto hanno ripreso vita.
I tesori preziosi delle sartorie romane
«Una sperimentazione estrema e raffinata attraverso l’uso di materiali come la lana, il cotone, le fibre naturali, tra citazioni pittoriche e tripudi di velluti e frange, o forme a cartucciera come per i soldati di Porcile».
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I nostri corpi, di nuovo vivi
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«Pasolini, poeta politico senza tempo e per questo moderno. È l’archetipo dell’artista moderno, un artista sociale, il cui tema fondamentale è la dignità dell’essere umano. Credo sia molto importante che le nuove generazioni lo conoscano. Nei suoi film non c’è gender, ma fluidità. Le persone mangiano, fanno sesso, vivono. Pasolini cerca eternamente l’armonia tra la solitudine, la dignità dell’essere umano e la società. Per me è un grande onore lavorare su qualunque cosa lo riguardi. È supersonico e intergalattico».
Rivestire il passato, per un nuovo presente
«Con Embodying Pasolini – ha aggiunto la curatrice – l’archivio diventa opera d’arte, in una visione di Roma per un’arte contemporanea, legata all’artigianato e alla tradizione, ma che guarda all’avamposto». Roma, senza inizio e senza fine, dove per una sera un’attrice inglese, nello “stabilimento di mattazione” in disuso, ha riconnesso il passato con il presente e ridato fiducia al corpo.
Saperenetwork è...
- Antropologa sedotta dal giornalismo, dirige dal 2015 la rivista “Scenografia&Costume”. Giornalista freelance, scrive di cinema, teatro, arte, moda, ambiente. Ha svolto lavoro redazionale in società di comunicazione per diversi anni, occupandosi soprattutto di spettacolo e cultura, dopo aver studiato a lungo, anche recandosi sui set, storia e tecniche del cinema.
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