È stato presentato la scorsa settimana alla Camera dei Deputati il Rapporto sullo stato dei diritti in Italia, ideato e curato dal 2014 da A Buon Diritto onlus, grazie al sostegno dell’Otto per mille Valdese. Dalla libertà di espressione e d’informazione ai profughi e richiedenti asilo, dai dati sensibili al diritto all’abitare, dalla salute e libertà terapeutica all’ambiente, e poi migrazioni, autodeterminazione femminile, istruzione, lavoro, persona e disabilità, pluralismo religioso, rom e sinti, LGBTQI+, minori, prigionieri, salute mentale. 17 diversi diritti monitorati in modo corale per sottolineare le difficoltà riscontrate nel loro riconoscimento, le principali novità legislative e le iniziative da intraprendere per la loro tutela.
Quadro preoccupante
Il rapporto, alla sua decima edizione, si riferisce al biennio 2023-2024 ma traccia anche un’analisi complessiva del decennio monitorato, da cui emerge che «le povertà sono aumentate e che servirebbero risorse e politiche serie su sanità pubblica, salute mentale, casa, lavoro, scuola ricerca e università» ha detto Camilla Siliotti di A Buon Diritto Onlus introducendo l’evento. «Invece, negli anni abbiamo assistito a tagli alle politiche sociali e al sostegno al reddito, in una costante criminalizzazione delle povertà e delle marginalità che non ha fatto che esarcerbarle.
Si tratta di questioni complesse che andrebbero affrontate con misure di welfare e politiche pubbliche e non attraverso decreti e disegni di legge e con l’introduzione di nuovi reati o inasprimenti di pene».
Per Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto Onlus, «In Italia il sistema dei diritti e delle garanzie è da sempre assai arretrato. Oltre due anni di governo Meloni lo hanno ulteriormente indebolito, incrementando il deficit di protezione sociale e rendendo ancora più fragili le tutele individuali».
Migrazioni, asilo e libertà di espressione
In riferimento al biennio 2023-2024 il Rapporto evidenzia come in materia di asilo e immigrazione siano numerose le modifiche legislative avanzate in senso restrittivo: dal cosiddetto “Decreto Piantedosi” che ha introdotto limitazioni e sanzioni alle attività di search and rescue delle ONG che operano nel Mediterraneo, ai due decreti interministeriali di aggiornamento della “lista dei paesi di origine sicura”, che ha ulteriormente limitato l’esercizio del diritto di asilo. La lista dei paesi sicuri ritorna anche nel Protocollo Italia Albania.
«A Buon Diritto, con il lavoro degli sportelli legali, ha modo di vedere quotidianamente cosa viene riservato alle persone in movimento e straniere: politiche criminogene, discriminatorie, prassi illegittime»
ha aggiunto Camilla Siliotti. Mentre in tema di libertà d’espressione, l’Italia scende dal 41° al 46° posto nella classifica sulla libertà di stampa: siamo il paese con il più alto numero di querele SLAPP, utilizzate per intimidire i giornalisti. 98 i casi di intimidazione nel 2023, 20 giornalisti sotto scorta nel 2024.
Ambiente
«Nonostante in materia ambientale ci siano stati progressi soprattutto giurisprudenziali, la transizione ecologica non sta funzionando, il cambiamento climatico mostra sempre di più i propri effetti, e le politiche in materia spesso non sono solo manchevoli ma anche corresponsabili» riassume ancora Siliotti. «Mentre attivisti e attiviste che provano a riportare l’attenzione su quello che sta succedendo ricevono una risposta repressiva e criminalizzante della protesta di chi protesta. A tal proposito non possiamo non citare il disegno di legge cosiddetto “sicurezza” in discussione al Senato, che insieme a molti altri chiediamo venga integralmente ritirato».
Salute mentale
Tra i numeri più significativi evidenziati dall’ultimo Rapporto Diritti anche quelli relativi alla salute mentale: il 48% della popolazione italiana si sente sola, questa è una delle percentuali più alte d’Europa. Il 52% degli italiani percepisce gli effetti negativi della guerra sulla propria salute mentale, mentre il 43% è preoccupato dagli effetti del cambiamento climatico. Le donne riferiscono uno stato di benessere mentale inferiore rispetto agli uomini: il 40% segnala di aver visto messo in dubbio le proprie capacità a causa del genere.
Carcere e diritti dei minori
In materia di minori, il Decreto Legge n. 123 del 15 settembre 2023, conosciuto inizialmente come “Decreto Caivano” ha avuto l’effetto di condurre in carcere molti minori. Già il 30 aprile 2024, 7 su 17 istituti penitenziari minorili ospitavano minori per un numero superiore ai posti disponibili. In generale nel 2023 si è registrato un aumento delle persone nelle carceri italiane, nonostante una riduzione dei reati (-5,5% rispetto al 2022). L’aumento è legato principalmente all’ampliamento delle fattispecie penali e l’inasprimento delle leggi. Il 32% dei detenuti totali sono stranieri. Il numero di suicidi in carcere nelle carceri Italiane è e rimane elevato: circa 18 volte superiore al tasso di suicidi extramurari. Nel 2024 si è raggiunto il numero record di 88 suicidi.
Violenza di genere e gender gap
A livello di contrasto alla violenza di genere, in Italia c’è un problema evidente e strutturale: sono 104 le vittime di violenza patriarcale nel 2023, numero che nel 2024 è aumentato a 109. Una violenza agita per il 72% per cento dei casi da autori di nazionalità italiana, nella maggior parte delle volte legati alla vittima. Nel 2023 le chiamate al numero di pubblica utilità 1522 sono state 51.713, +143% è la variazione rispetto al 2019, +59% rispetto al 2022. L’occupazione femminile continua a registrare vari profili critici: le donne occupate sono circa 9,5 milioni laddove gli uomini occupati sono circa 13 milioni. Una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della gravidanza. Rimane stabile il gap salariale rispetto agli uomini che è di circa 7.922 euro. La Legge di bilancio 2024 ha introdotto un esonero contributivo per le madri lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, con tre o più figli. Ma i bonus da soli, in quanto misure non strutturali, risultano inefficaci per il reinserimento della madre nel mondo del lavoro.