Serpente marrone

Si fa presto a dire serpe

Con oltre tremila specie sparse per il Pianeta, gli ofidi, comunemente detti serpenti, sono un gruppo di rettili molto più variegato di quanto si creda. Spesso temuti, sono in realtà delle presenze benefiche per l'ecosistema
17 Aprile, 2020
3 minuti di lettura

Uno degli animali totemici più antichi e onnipresenti nell’immaginario umano, aborrito o venerato, nefando simbolo di malvagità o benefico alleato della conoscenza e dell’arte medica, è il  serpente che proprio in questo periodo, con il primo caldo, esce dal proprio rifugio: un’entità spesso considerata a se stante, una creatura dalle svariate forme ma tutte alla radice identiche. Nulla di più lontano dalla realtà. I serpenti, detti più ufficialmente ofidi, sono un sottordine di rettili squamati estremamente variegato, di cui fanno parte quasi 3000 specie distribuite nelle diverse regioni del globo.

 

Vipera ammodytes
Una vipera dal corno (Vipera ammodytes) del Carso triestino. Si vedono bene alcune caratteristiche tipiche di tutti i viperidi: piccole e numerose squame cefaliche, pupilla verticale, squame labiali non in contatto con l’occhio. Si tratta di una specie protetta a livello nazionale ed europeo (Direttiva Habitat 92/43/CEE, Convenzione di Berna, Lista Rossa IUCN. Foto: Andrea Dall’Asta)

Il dente non sempre avvelenato

Certo, tutti i serpenti sono accomunati dall’avere una forma molto allungata e dall’essere privi di zampe, ma le differenze tra l’una e l’altra specie sono notevoli. Mutano gli ambienti in cui vivono, le abitudini, le dimensioni e le livree, mutano la forma della testa, della pupilla degli occhi, della coda, dei denti. E sono proprio questi dettagli, tutt’altro che secondari, a fare la differenza. Soltanto pochi serpenti, all’incirca il 10%, hanno il “dente avvelenato” o, per dirla in modo più rigoroso, sono dotati di ghiandole velenifere in grado di arrecarci un qualche danno – e in molti casi i disturbi sono meno fastidiosi di quelli che potrebbe darci per esempio una vespa.

La maggior parte dei serpenti presenti sulla nostra penisola è del tutto innocua. Un esempio per tutti è dato dalla biscia dal collare (Natrix natrix), la specie in assoluto più comune e diffusa, mentre l’unico gruppo dal morso velenoso è quello delle vipere.

In Italia ne sono presenti cinque specie: la vipera comune (Vipera aspis), il marasso (Vipera berus), la vipera dal corno (Vipera ammodytes), oltre alle più rare e localizzate vipera di Orsini (Vipera ursinii) e vipera dei Walser (Vipera walser).

 

Guarda il video dell’avvistamento, non comune, della Vipera urisinii

Vipere o bisce?

Le vipere sono caratterizzate dall’avere una testa triangolare, una pupilla verticale e un corpo piuttosto tozzo, con una coda che si assottiglia nettamente in prossimità della punta. Come tutti i serpenti, le vipere sono carnivore e vanno a caccia delle loro prede. Hanno però in generale un’indole piuttosto mite e poco aggressiva: si tratta di animali schivi, che tendono a trascorrere le ore più calde al riparo della vegetazione o dei massi per divenire più attivi la mattina e la sera. Essendo vertebrati a sangue freddo, hanno bisogno di scaldarsi al sole quando le temperature cominciano a calare, ed è per questo che può essere più facile incontrare una vipera in pieno giorno in primavera o in autunno.

Purtroppo, come spesso accade, anche con i serpenti si fa di tutte le erbe un fascio, e a pagarne le conseguenze sono proprio queste eleganti creature, che potrebbero invece convivere pacificamente con noi svolgendo la loro preziosa funzione nell’equilibrio degli ecosistemi, dove per esempio controllano le popolazioni di piccoli roditori.

Un errore eclatante e molto frequente è quello di scambiare la comune biscia dal collare, che come abbiamo già accennato è assolutamente innocua, per una vipera, da trattare invece con qualche accorgimento in più. Innanzitutto, va però detto e ripetuto che, se siamo così fortunati da incontrare un serpente mentre passeggiamo per esempio in un boschetto, dobbiamo averne totale rispetto, evitando quindi di avvicinarci, bloccarlo o arrecargli danno: qualsiasi sia la specie, la cosa più probabile è infatti che si allontani il più rapidamente possibile dalla vera minaccia, ossia proprio da noi.

Animali notturni e quando trovarli

Ci sono poi anche altri serpenti innocui per l’uomo (sebbene dotati di ghiandole velenifere) che talvolta sono maldestramente scambiati per vipere: uno di questi è il serpente gatto (Telescopus fallax).

 

Un esemplare di Telescopus fallax
Un esemplare di Telescopus fallax (Foto: Petr Balej, da http://en.balcanica.info/2-187)

 

Si tratta di una specie particolarmente elusiva, poiché notturna. La sua presenza sul territorio italiano si limita alla sola provincia di Trieste, dove appare piuttosto comune soprattutto in ambienti molto secchi. Si nutre per lo più di lucertole, che ricerca attivamente durante la notte negli anfratti delle rocce o dei muri seguendo la traccia olfattiva lasciata dalla preda. La sua forte localizzazione e il comportamento particolare lo hanno reso una specie ammantata di mistero e quasi leggendaria.

I serpenti, in definitiva, sono animali di grande fascino e interesse, che vanno rispettati e trattati con la massima attenzione e consapevolezza, come presenze benefiche nell’ecosistema e non certo come minacce.

A questo riguardo, vale la pena ricordare che la maggior parte delle specie è protetta a livello europeo e per molte specie esistono anche leggi di tutela specifiche, a livello nazionale e regionale. Per esempio, in Friuli Venezia Giulia tutte le vipere sono protette da leggi specifiche, mentre la vipera di Orsini, presente in alcune aree dell’Appennino centrale e dotata di un veleno così debole da risultare innocuo per l’uomo, è addirittura considerata uno dei serpenti più minacciati a livello europeo ed è classificata come “vulnerabile” nella Lista Rossa Iucn.

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