Tempo fa, in occasione della sua partecipazione, come voce narrante, al documentario Entangled Life, ispirato alle opere di Merlin Sheldrake sui funghi, aveva dichiarato di aver sempre desiderato essere David Attenborough. Adesso Björk, da sempre attenta alle tematiche ambientali e paladina della protezione di molte specie animali, ha annunciato la presentazione al Centre Pompidou, a Parigi, dal 20 novembre al 9 dicembre, di un’opera sonora immersiva basata sull’intelligenza artificiale che ricrea i richiami di animali estinti. L’installazione sonora, che si chiama Nature Manifesto ed è frutto della collaborazione della visionaria musicista islandese con l’artista francese Aleph Molinari, sarà riprodotta mentre i visitatori viaggiano sulle scale mobili nel museo, nell’ambito del progetto Biodiversità: quale cultura per quale futuro?
Voci e suoni di animali che non ci sono (quasi) più
Pavoni dalle piume mutanti, lemuri, api. Le voci degli animali sono state riprodotte accuratamente grazie alla collaborazione con Ircam, l’istituto francese del suono, e si fondono con la voce di Björk («È un’emergenza, l’apocalisse è già avvenuta», dice tra le altre cose, nel suo inglese inconfondibilmente marcato dalla cadenza islandese), creando veri e propri paesaggi sonori naturali. L’intento, spiega la cantante in un comunicato, è quello di condividere la loro presenza, troppo spesso ignorata o sottovalutata, all’interno di un’architettura tipicamente rappresentativa dell’era industriale, dunque quanto di più lontano si possa immaginare dal loro habitat naturale:
«Volevamo ricordare ai cittadini la vitalità grezza delle creature in pericolo. Anche se l’ascolto avviene mentre si viaggia irrequieti tra un piano e l’altro, speriamo che il tono delle voci degli animali costruisca un ponte sonoro. E nello spirito di questi animali, nella magia di come sono sensualmente allineati con il loro ambiente, speriamo diventino i nostri “insegnanti”»
Björk, il cui ultimo album in studio è Fossora del 2022, negli ultimi anni è particolarmente impegnata a fermare la pratica dell’allevamento intensivo di salmone nei fiordi islandesi. Quella dei salmoni, ormai richiestissimi e diventati ovunque piatto di gran moda, è un’industria che minaccia non solo lo storico salmone selvatico dell’isola ma anche l’intera ecologia oceanica.
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