Se ne parla da tempo. Ma davvero esistono delle isole di plastica negli oceani? E nel caso dove si trovano? L’abbiamo chiesto a Franco Borgogno, educatore scientifico, giornalista e scrittore nonché presidente di Ocean Literacy Italia: l’associazione di scienziati e comunicatori che promuove la conoscenza del mare e dei suoi equilibri ecosistemici.
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Quello delle plastiche disperse nell’ambiente d’altro canto è un problema molto serio. Lo rivelò per prima la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti con uno studio che evidenziava, già nel 1988, l’aggregazione anomala di materiali sintetici nel Pacifico settentrionale. Fu poi l’oceanografo americano Charles Moore a denunciare tramite un articolo su Natural History l’avvistamento di una gigantesca aggregazione di rifiuti durante una regata fra il Giappone e le Hawaii nel 1997, facendone uno dei simboli della crisi ambientale.
Scarica il rapporto “Mediterraneo in trappola” del Wwf
Nel frattempo la produzione di plastica è cresciuta in maniera esponenziale e di conseguenza la sua dispersione nell’ambiente. Basti pensare che ogni anno si immettono sul mercato globale, secondo l’associazione dei produttori PlasticsEurope, circa 368 milioni di tonnellate di materiale polimerico, di cui 58 nella sola Europa. Si tratta di circa 53 chilogrammi a testa per abitante. Quel che è peggio, come evidenza il Wwf, sta nel fatto che solo il 20% è stato riciclato o incenerito.
In larga parte finisce nelle acque: ogni anno si disperdono 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani, soprattutto a causa dei prodotti usa e getta, di cui 570 mila tonnellate nel Mediterraneo, equivalenti a 33.800 bottigliette di plastica al minuto.
Ma l’immagine delle isole di plastica, che nel frattempo sono state segnalate in diversi bacini del pianeta, restituisce correttamente la consistenza di questo fenomeno e le insidie che comporta per le specie marine e per l’intera catena trofica? Franco Borgogno è fra i massimi esperti in materia, autore fra gli altri di uno splendido saggio, “Un mare di plastica” (Nutrimenti, 2017), che racconta la spedizione scientifica di alcuni ricercatori sulle tracce delle microplastiche nelle gelide acque che uniscono la Groenlandia al Canada. Le sue attività divulgative, con tanto di immagini scattate sul campo, sono delle straordinarie opportunità di apprendimento alla luce delle ricerche sulla dispersione della plastica che continua a svolgere dalla cima delle montagne agli abissi marini.
E allora… A lui la parola!
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