Un comunicato sottoscritto da alcune associazioni e Ong italiane che fanno parte della rete “In difesa di”, denuncia come le azioni degli attivisti per il clima, che mirano a richiedere soluzioni alla crisi ecologica, ottengano in risposta «solo fogli di via, multe e sorveglianza speciale». In un pianeta «sconvolto dalla crisi climatica e ambientale, dal crescere delle disuguaglianze e delle discriminazioni che ne conseguono, non sorprende che le nuove generazioni – su cui grava più di ogni altre il peso del disastro incombente – protestino oggi in forme sempre più eclatanti.»
Ma la risposta a queste proteste si basa sull’applicazione di misure sempre più spesso repressive
denunciano Amnesty International Italia, A Sud, COSPE, Greenpeace Italia, Giuristi democratici, Terranuova, Un Ponte Per, Yaku.
Dopo i fogli di via e le multe, comminati ad attivisti e attiviste, adesso si è arrivati anche alla sorveglianza speciale di un attivista di Ultima Generazione: proposta dalla Questura di Pavia, sarà discussa in Tribunale domani 10 gennaio. La misura, disciplinata dal “codice antimafia” (Decreto Legislativo n.159 del 2011) contro chi rappresenta una minaccia per l’incolumità pubblica, è del tutto ingiustificata ed è espressione della crescente criminalizzazione nei confronti dell’attivismo ambientale.
Le associazioni rifiutano l’idea che criminalizzazione, repressione e intimidazione siano le risposte giuste a un’ansia crescente nei riguardi del futuro, da parte in particolare dei più giovani. «Chi continua a proporre in Italia come altrove soluzioni fasulle, come ad esempio nuove infrastrutture per importare e consumare sempre più combustibili fossili, ha l’interesse a non affrontare davvero problemi sempre più urgenti e a zittire coloro che sollecitano soluzioni urgenti ed efficaci.»