Metà della popolazione mondiale non ha alcun accesso alla protezione sociale, o, se lo ha, non è sufficiente. Anche perché nella maggior parte dei Paesi, anche avere un lavoro non garantisce la possibilità di uscire dalla povertà. Talvolta nemmeno di sopravvivere, e ne sappiamo qualcosa in Italia. Il tema di quest’anno della Giornata mondiale della giustizia sociale si concentra sulle raccomandazioni dell’ agenda comune per rafforzare la solidarietà globale e ricostruire la fiducia nel governo attraverso il «superamento delle barriere e la creazione di opportunità per la giustizia sociale». Così si legge nel comunicato diramato dall’Onu. La ricorrenza è un’occasione che, nelle intenzioni con le quali è stata istituita nel 2007, offre l’opportunità di promuovere il dialogo con gli Stati membri, i giovani, le parti sociali, la società civile, le organizzazioni delle Nazioni Unite e altre parti interessate sulle azioni necessarie per rafforzare il contratto sociale, fatto a pezzi dall’aumento delle disuguaglianze e dei conflitti.
Un tema particolarmente sentito quest’anno, con gli scenari di guerra che devastano gran parte del mondo, dal Myanmar al Medio Oriente, dall’Africa all’Ucraina, dove la guerra è iniziata proprio un anno fa.
Nonostante queste molteplici crisi, secondo gli intenti dell’Onu, ci sono molte opportunità per costruire una coalizione per la giustizia sociale e per scatenare maggiori investimenti in posti di lavoro dignitosi, con un focus particolare sull’economia verde, digitale e della cura, e sui giovani. Proprio per questo, al Palazzo di vetro di New York, è in corso la presentazione di un piano per abbattere le diseguaglianze.