La Nova Kakhovka, una diga di grandi dimensioni, e una centrale idroelettrica, entrambe sul fiume Dnipro, a Kherson, nell’Ucraina meridionale occupata dai russi, sono state distrutte all’alba di oggi, martedì 6 giugno. Le conseguenze immediate sono evacuazioni di massa e timori per devastazioni su larga scala. Secondo le autorità ucraine sarebbero 16.000 le persone a rischio. Ai residenti a valle della diga è stato detto di fare tutto il possibile per salvarsi la vita, mentre russi e ucraini si accusano a vicenda per l’attacco. Video e immagini della diga semidistrutta, con un’enorme, spaventosa ondata d’acqua diretta a valle circolano su social media e televisioni.
Guarda il video dell’esplosione della diga Nova Khakhovka
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, insieme al comando militare ucraino di stanza nella zona, scrive su Facebook che «I terroristi russi che distruggono la diga della centrale idroelettrica di Kakhov non fanno altro che confermare al mondo intero che devono essere espulsi da ogni angolo della terra ucraina. Solo la vittoria dell’Ucraina restituirà la sicurezza. E questa vittoria verrà. Né acqua, né razzi, né nient’altro i terroristi non riusciranno a fermare l’Ucraina». Secondo Kiev è molto probabile che ci siano conseguenze sulla sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, mentre accusa Mosca di aver commesso un atto di “ecocidio”. Ovviamente diversa la versione dei russi, che accusano gli ucraini di aver bombardato la zona causando il danno. Secondo il capo del governo della regione occupata dai russi di Kherson, Andrey Alekseenko, la situazione sarebbe sotto controllo e le autorità starebbero controllando il livello dell’acqua nel fiume.
Nel frattempo in tutta l’Ucraina dopo l’episodio è scattato l’allarme antiaereo. Proprio nel giorno in cui il cardinale Zuppi, inviato speciale del Papa per la pace, arriva a Kiev per una “missione d’ascolto”.
Dopo il mezzo fallimento dell’incontro tra Zelensky e il Pontefice durante la recente visita del presidente ucraino in Italia, la distruzione della Nova Kakhovka e l’aggravarsi della tensione non prospettano passi in avanti per la pace.