L'evento "Fare la differenza", a Palazzo Merulana

Dieci anni difficili, ma cresce la consapevolezza su ambiente e salute. L’indagine del Comitato Testamento Solidale

Secondo la ricerca realizzata da Walden Lab-Eumetra, fra gli italiani la visione del mondo è nel complesso più negativa. Più sensibilità su alcuni temi, mentre il miglior veicolo di miglioramento è considerato il Terzo Settore
14 Settembre, 2023
3 minuti di lettura

Il mondo peggiora, e anche l’Italia. Questa la percezione, relativa all’ultimo decennio, di 4 italiani su 10. Il Non Profit appare, ai due terzi degli intervistati, l’unico soggetto concretamente impegnato per attivare un cambiamento positivo. Il 70% si sente, inoltre, più preoccupato del futuro rispetto a 10 anni fa, più attento all’ambiente (58%) e alla salute (56%). Sono i risultati della ricerca “La percezione dei cambiamenti degli ultimi 10 anni e l’orientamento verso le donazioni e i lasciti solidali”, realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale su un campione rappresentativo di italiani di 25+ anni (circa 46,5 milioni, in base ai dati Istat).

 

Rossano Bartoli, presidente del Comitato testamento solidale
Rossano Bartoli, presidente del Comitato testamento solidale

 

I dati sono stati presentati martedì, in occasione della Giornata internazionale del Lascito Solidale del 13 settembre, presso Palazzo Merulana a Roma, nell’ambito dell’evento Fare la differenza organizzato dal Comitato Testamento Solidale, con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato.

Quest’anno si celebrano anche i dieci anni del Comitato, nato nel 2013 per opera di sei Organizzazioni promotrici, divenute oggi 28, attive in iniziative di studio del settore, di informazione e di sensibilizzazione.

All’evento hanno preso parte Rossano Bartoli, portavoce del Comitato e presidente della Lega del Filo d’Oro, Paolo Anselmi, fondatore e presidente di Walden Lab e docente di Marketing Sociale presso la Cattolica di Milano, Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del Notariato con delega al Notariato per il Sociale e Ines Testoni, psicoterapeuta, direttrice del Master in “Death studies & the end of life” dell’Università di Padova.

Grandi eventi e grandi paure

Per il 43% degli italiani il mondo si trova oggi in una condizione peggiore rispetto a 10 anni fa, solo il 10% ritiene che sia migliore. La pandemia da Covid-19 (94%) e la guerra in Ucraina (93%) sono percepiti dagli italiani come gli eventi epocali dell’ultimo decennio. Seguono gli attentati terroristici in Francia, Spagna e Inghilterra (78%), la nascita di Chat GPT (77%), l’elezione di Trump (65%), la Brexit (64%) e l’avvento di Papa Francesco (63%). Ultimo ma ben presente, la nascita del movimento dei Fridays for Future (55%).

In cima alle preoccupazioni troviamo il cambiamento climatico (86%), seguito da guerre (84%) e pandemie globali (83%).

Gli italiani sono preoccupati anche dall’esaurimento delle risorse naturali (78%) e dalla crescita delle diseguaglianze tra paesi ricchi e poveri (76%). L’impatto della rivoluzione digitale nella vita quotidiana è temuto dal 68% e il 57% guarda con preoccupazione la sempre più rapida innovazione tecnologica dei mezzi e degli strumenti.

 

Sguardo ambivalente sulla Penisola

Rispetto all’ultimo decennio, gli intervistati ritengono la società italiana più preoccupata del futuro (77%) ma anche attenta alla propria salute (48%) e all’ambiente (45%), meno soddisfatta della vita (67%), meno attenta agli altri (48%) e meno tollerante (46%). Il 47% ritiene che nell’ultimo decennio l’Italia sia peggiorata, invece il 10% pensa sia migliorata, il 43% pensa sia migliore per alcuni ambiti e peggiore per altri.

Migliorata la ricerca medico-scientifica (per il 35% degli italiani) seguita da qualità della comunicazione (per il 33%), tutela dell’ambiente (per il 17%) e rispetto dei diritti civili (11%).

Peggiorati invece il costo della vita (88%), le prospettive dei giovani (73%), il lavoro e l’occupazione (66%) e la sanità (61%). Secondo gli italiani, in Italia oggi c’è meno benessere economico (72%) ma anche meno fiducia nel prossimo (66%) ed equità sociale (62%). Passando dalla società all’individuo, il 42% si dichiara più disponibile di 10 anni fa a impegnarsi in prima persona per aiutare chi è in difficoltà e per una buona causa (40%).

Terzo Settore e impegno civile

Secondo gli italiani sono le organizzazioni Non Profit, per il 63%, ad aver fatto di più per rendere migliore la nostra società. Seguono le Pmi (47%), i cittadini come corpo civico (43%), l’Europa (37%) e poi Chiesa, Amministrazioni locali e mass media, tutti al 33%.

 

La mostra fotografica di Danilo Garcia di Meo, sugli interventi delle 28 associazioni del Comitato Testamento Solidale

 

Per migliorare la società serve il rispetto delle leggi e delle regole (88% degli italiani), seguito dall’impegno nel far bene il proprio lavoro (84%) e dall’impegno ambientale (82%), sociale (80%) e culturale (78%) intesi come forme di volontariato. Serve sostenere una buona causa tramite il lascito solidale (69%) o una generica donazione in denaro (66%). La donazione media rimane piuttosto alta (106 euro vs 118 nel 2022 e 90 nel 2021). L’impegno politico, infine, si attesta al 56%, come forma di azione per migliorare la società.

Focus sul lascito solidale

Il 21% del campione degli over 50, ovvero 5,5 milioni di italiani, ha già previsto un lascito solidale o è orientato a farlo, mentre aumentano gli indecisi (35% vs 27 nel 2022) e restano stabili quelli sfavorevoli (45%). Sette italiani su dieci coinvolgerebbero i parenti più stretti nella scelta (erano il 64% nel 2022) e solo il 16% dichiara che prenderebbe questa decisione da solo. Fra chi non pensa di fare un lascito solidale, il deterrente è l’incertezza del futuro: il 32% teme di sottrarre risorse al futuro degli eredi e il 28% è preoccupato per la precarietà lavorativa di figli e nipoti. I dati raccontano anche un aumento della consapevolezza sul lascito: nel 2023 sa cosa siano e ne ha sentito parlare l’82% degli over 50 (vs 79% nel 2022 e 73% nel 2021). Secondo Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro:

«In Italia a fare testamento, rispetto ad altri Paesi del mondo, è una percentuale più ristretta di persone. Eppure qualcosa si muove, stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento culturale e possiamo dire che la generosità degli italiani non si è fermata neanche davanti agli eventi di questi ultimi 10 anni».

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