La scultura abitabile composta dalle opere “A due passi dalla speranza” e “Trasparenza tessuta”, a cura di Elisabeth Nawezi e Costanza Ferrini, esposta al Poetry Village di Roma

Dialoghi collettivi, storia di una Scultura Abitabile

Viaggio, memoria e speranze in un’opera d’arte a due voci, frutto di una collaborazione artistica nata intorno a un volume che raccoglie gli scritti di trentatré poetesse. Costanza Ferrini ed Elizabeth Nawezi raccontano il femminile e l’umano

21 Settembre, 2023
3 minuti di lettura

“Tessiture di acqua e di tempo” è un lavoro artistico collettivo nato all’interno del libro di poesie “Di acqua e di tempo” (Aiep, 2022) e coordinato dall’artista Margherita Riva, che trae ispirazione dalle grandi stoffe che avvolgevano e conservavano i Libri delle Ore medievali. Un progetto che racconta il femminile e l’umano, valorizzando la creazione e la fruizione di spazi sacri di incontro. Quattordici opere, dedicate a donne e bambine, che si immergono in differenti realtà, tempi e luoghi, superando guerre, dolori e confini. Tra queste, la scultura abitabile composta da “Trasparenza tessuta” di Costanza Ferrini e “A due passi dalla speranza” di Elizabeth Nawezi, esposta nel corso della prima edizione del Poetry Village.

 

 

Radice artistica è il volume poetico “Di acqua e di tempo”, curato da Costanza Ferrini e ispirato proprio al Libro delle Ore, testo devozionale di epoca medievale spesso realizzato su committenza femminile e tramandato di madre in figlia, segno tangibile del continuo interrogarsi delle donne sul legame tra questi due elementi, sul ruolo della lettura e della scrittura come finestre sul mondo e sulla propria interiorità.

Un testo corale che riunisce trentatré artiste e poetesse, la cui arte itinerante viaggia insieme al volume, arricchendosi di nuove prospettive, letture, performance e installazioni.

Un percorso, sia personale che collettivo, che tirando le fila dell’ancestrale interrogarsi sul concetto di trasformazione e di metamorfosi, lascia emergere il vissuto più intimo e ne traccia i sentieri condivisi, dove la parola scritta diviene simbolo di rivendicazione, di presenza, di esperienza e dell’ affermazione: “Io esisto”.  Ma che è anche testimonianza di trasmissioni matriarcali, di storie e di conoscenze ancestrali. Vicende di acqua e di terra, di corpi e di anime, di stagioni e trascorsi e di dialogo tra presente, passato e futuro che si manifesta in forma tangibile (i diritti del libro sono devoluti a Jinwar, villaggio autogestito e autocostruito da una comunità di donne in Siria).

 

Guarda la presentazione del volume “Di acqua e di tempo”

 

Dalla poesia alla scultura

È in questo spazio artistico che le due opere “A due passi dalla speranza” di Elizabeth Nawezi (2022; 300 x 120 cm; materiali di recupero e tecniche miste applicate a tela) e “Trasparenza tessuta” (2022; 300 x 120 cm; tela leggera, iuta, cotone rosso) di Costanza Ferrini nascono e si abbracciano, dando vita a una scultura abitabile.

Creazioni che, come afferma la stessa Ferrini, sono «origine che trasporta, arte che sorge dallo spirito, mare che si solleva. Cassa di risonanza, ricca di simbologie, per gli echi di donne che, dall’antichità, scandiscono il tempo di vivere, custodendo messaggi, preghiere, speranze».

Il telo di “Trasparenza tessuta” è un omaggio alle stoffe preziose che avvolgevano e custodivano i manoscritti miniati. Ma esso rappresenta anche le onde del mare, il mistero che si svela e che si ripiega, lasciando intravedere le storie di vita che animano “A due passi dalla speranza”.

Partenze, speranze, mare

Elizabeth Nawezi ha trasferito la sua competenza artistica nella cucitura e nella tessitura e l’esperienza con un gruppo di donne, N, L, S, A e J, che come lei hanno attraversato terre e mare, in un’opera che parla di dialogo e di speranza. Le “magliette dell’attraversamento”, indumenti conservati con cura dopo l’evento, ancorati alla tela divengono vortici, onde, corpi che si incontrano e raccontano destini comuni e al tempo stesso personali. Vi sono poi oggetti di recupero che dal mare sussurrano altre storie. Le cime lambiscono la scena come un bagnasciuga, snodandosi da una spirale e suggerendo, grazie all’allestimento su differenti livelli, la presenza delle due rive, quella della partenza, della speranza, dell’abbandono e quella dell’arrivo, carica di vissuto. Al centro, un salvagente, materia che è salvezza, punto di passaggio, momento di trasformazione, simbolo, spiega la stessa Nawezi, “del sole, guida di vita».

 

 

Uno spazio per condividere destini

Due opere che, insieme, divengono uno spazio sacro di accoglienza e condivisione, luogo, anche fisico, in cui sedersi a raccontare storie, nel quale risuona ovunque il tema del viaggio, inteso come percorso fisico e metaforico, e della sosta individuale e collettiva. Un sentiero che, attraverso lo scorrere del tempo e delle esperienze, snodandosi tra diversi luoghi, rimanda al fluire dell’acqua, all’essenzialità della sua origine, al suo essere elemento universale che lega i destini.

«L’opera continua a camminare» spiega Nawezi, «pur possedendo dei confini che la definiscono».

 

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“A due passi dalla speranza” e “Trasparenza tessuta” costituiscono infatti uno spazio d’arte “abitato”: dalle fotografie di Marco Lo Rocco, stampate in sorta di foto d’epoca dal bordo merlettato a mano da Costanza Ferrini, le quali ritraggono incontri e rimandano al futuro (la carta, tratta dai cartoncini filigranati, diverrà nuovamente carta), dai ricami di una bambina, dalle mani dei visitatori che ne accarezzano gli angoli o ne ripiegano i teli.

“Tessuto come luogo”, dunque, dove esplorare il caleidoscopio dell’esperienza e della conoscenza umana.

Dove incontrare, abbracciare, scoprire, lasciar fluire. Arte che nella sua essenza contiene già un’anticipazione del proprio futuro: continuare il percorso itinerante, diffondere messaggi e arricchirsi di incontri.

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