Integrare l’azione per il clima con un approccio olistico che affronti la perdita di biodiversità, l’inquinamento e le altre sfide ambientali. Integrare la cura per l’ambiente e la cura per le persone, rifiutando una visione antropocentrica che sostiene abitudini di consumo distruttivo. Integrare le istanze dei più vulnerabili all’interno dei quadri istituzionali e di leadership. Sono le proposte fondamentali che l’Unione internazionale delle Superiore generali (UISG), l’organizzazione che riunisce 1.903 membri in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo, ha portato per la prima volta alla COP28. Le religiose sono impegnate in ogni parte del mondo ad affrontare le sfide ambientali con l’azione e l’advocacy, in prima linea in un movimento che vuole orientare il dibattito globale sul tema dello sviluppo valorizzando i bisogni delle comunità locali.
«La conclusione della COP28 ci pone domande complesse: il summit ha messo in luce la resistenza proattiva e ben organizzata con cui le lobby per i combustibili fossili e altre industrie internazionali si oppongono alle misure necessarie per fermare la distruzione del nostro pianeta. D’altro canto, però, queste settimane hanno messo in risalto anche la forza, la capillarità e la determinazione delle reti impegnate in tutto il mondo per proteggere e rigenerare la nostra casa comune» spiega sister Maamalifar Poreku, coordinatrice della campagna UISG Seminando speranza per il pianeta.
Comunità al centro
Nel novembre 2022, con il sostegno del Global Solidarity Fund, la UISG ha lanciato Sorelle per l’ambiente: integrare le voci dai margini, una dichiarazione che esprime la visione delle suore per una conversione ecologica radicata nella fede. Come ricorda Papa Francesco nella Laudato Sì,’ ‘non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale‘. Spiega ancora Suor Maamalifar Poreku:
«Come UISG, crediamo che per affrontare la crisi climatica sia necessario un approccio centrato sull’essere umano: vogliamo vedere le persone più colpite dal climate change influenzare direttamente le decisioni riguardanti l’allocazione delle risorse.
«Allo stesso tempo, crediamo che la capillarità della nostra rete possa contribuire anche a garantire che le politiche globali siano attuate a livello locale, favorendo trasparenza e responsabilità».
L’impegno per il 2024
Tre le sfide intorno cui la UISG focalizzerà il proprio operato nel 2024. La prima sarà quella di mitigare il rischio di replicare paradigmi neocoloniali nelle soluzioni di “energia pulita” e promuovere la trasparenza nelle iniziative “green”. La seconda, sarà il contrasto all’espansione di nuovi progetti minerari per proteggere l’ambiente e ridurre l’impatto delle attuali industrie estrattive sui mezzi di sussistenza e sulla salute delle persone vulnerabili. Infine, promuovere finanziamenti giusti e trasparenti per un’economia rigenerativa e sostenere comunità e istituzioni cattoliche in un approccio agli investimenti basato sulla fede.
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