A Roma da oggi fino a domenica 17 il Teatro Lo Spazio presenta A SCIUQUE’, spettacolo scritto e diretto da Ivano Picciallo, che prova a raccontare la dipendenza dal gioco d’azzardo, piaga sociale che riguarda uomini e donne di ogni età e classe sociale. Incontriamo Nicola, il protagonista, in uno spazio vuoto, specchio del mondo interiore che la sua dipendenza lo ha costretto a esplorare. Insieme a lui, in questo viaggio, quattro attori col compito di dar vita ai ricordi, alle malinconie, alle azioni mancate e ai dolori di un uomo che fa i conti con il suo più grande errore.
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I ricordi di una vita si confondono e sovrappongono grazie a una polifonia dialettale riconducibile all’universo popolare del sud Italia. Sopra la parola, spicca il linguaggio del corpo, dei gesti, dei suoni e delle intonazioni degli attori Adelaide Di Bitonto, Giuseppe Innocenti, Igor Petrotto, Francesco Zaccaro, Ivano Picciallo.
Quadri, corpi, suoni
La messa in scena prevede sette quadri: l’infanzia, la maturità, il matrimonio, la famiglia, la dipendenza, gli strozzini e l’epilogo. I corpi raccontano la storia, e intorno a loro il pubblico vede la realtà di un sud senza orpelli, tamburelli o tarante, un sud vivo nella sua semplicità. Il dialetto regala alla storia una magia particolare, dal primo minuto in cui la storia prende forma, in una strada di periferia, nella provincia di Bari, sui ciottoli bagnati dalle gocce d’acqua che cadono dai panni stesi ad asciugare, sotto il sole caldo di una giornata come tante, passata «a sciuque’», a giocare.
Tutto il lavoro ruota intorno alla ricerca della contraddittorietà del gioco che dalla sua forma pura arriva a diventare vizio.
Una ricerca che procede attraverso i vari quadri, scanditi da immagini che si rincorrono e si susseguono, in un dinamismo senza soste in cui gli attori, una sorta di coro moderno, accompagnano Nicola nel ripercorrere la propria vita.