Ritratti, sguardi, storie che continuano a far riflettere sui temi delle identità e degli incontri tra mondi e culture differenti, partendo da storie vere di chi cerca i propri cari scomparsi durante il viaggio verso l’Europa. È “I’m looking for…” il progetto di Adriana Torregrossa, artista catanese da anni residente a Trieste, promosso da Cizerouno in collaborazione con Caritas Trieste. Nell’ambito del festival Varcare la frontiera/Margini, il progetto dal 19 al 30 giugno sbarca a Lampedusa al Museo Archeologico Regionale delle Pelagie. Oggi, con l’inaugurazione della mostra alle ore 21:30, riapre il Museo delle Migrazioni per il quale è stata realizzata questa installazione. Lampedusa diventa quindi la terza tappa del progetto, dopo quelle di Trieste e Melendugno (Le).
Rotte e ricerche
I’m looking for… affronta un viaggio nel viaggio, continuando a narrare la bellezza dell’uomo nella sua unicità, nella straordinaria ricchezza di ciascuna storia e di ogni vita e in questa occasione diventa il punto di incontro tra due rotte, quella balcanica e quella mediterranea. Il progetto è composto in totale da quindici ritratti – per Lampedusa ne sono stati selezionati nove – realizzati da Adriana Torregrossa nell’ambito di una ricerca che definisce «un work in progress che probabilmente non avrà mai una fine…». Attraverso la sua pittura monocroma, ha iniziato a indagare le immagini pubblicate sul sito della Croce Rossa internazionale familylinks.icrc.org.
Immagini di chi sta cercando i propri parenti dopo il “viaggio della speranza” in Europa.
Il sito è una galleria dei “ricercanti”, di chi cerca il fratello, il nipote, la sorella, il marito, la figlia. Ogni foto è catalogata con un numero per proteggere i dati personali: chi desidera contattare la persona può farlo solo attraverso il sito.
Volti “falsificati”
Spiega Torregrossa: «Di fronte a tale complessità mi sono rivolta alla tecnologia e grazie al sito generated.photos sono riuscita a ottenere delle immagini che rispettano le caratteristiche generali del soggetto ma che ne sconvolgono l’esatta identità. Ragione per cui il lavoro è evoluto in una direzione ancora più interessante per la mia ricerca. I ritratti sono di persone “inesistenti” generate da un algoritmo, ma allo stesso tempo sono persone che realisticamente cercano i propri cari dispersi, indipendentemente dal colore degli occhi, dal proprio volto, dal colore dei capelli ecc.»
La riflessione proposta dai ritratti di Adriana Torregrossa si sposta allora su un altro tema, quelli di vero e verosimile, per mettere in dubbio qualcosa che diamo per certo come “vero” e “unico”: il nostro volto, la nostra identità.
Storie uniche
Nell’esposizione ogni ritratto 40 x 40 cm è accompagnato da un libro che riporta sulla copertina la foto del ritratto dipinto sulla tela, il numero, e il grado di parentela della persona che si sta cercando che diventa il titolo del libro. «Ogni individuo riconosciuto come singolo e ognuno con una storia, storia non scritta e comunque a noi sconosciuta. Il libro infatti all’interno è completamente vuoto. Il numero di pagine sempre diverso.
Restituire loro una storia, una identità, un luogo».
Una serie di eventi collaterali diffusi realizzati da Caritas Agrigento in collaborazione con Caritas Trieste indagheranno il tema delle migrazioni anche da altre prospettive. Simbolicamente faranno incontrare con I’m looking for… a Lampedusa la rotta balcanica e la rotta mediterranea.
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