In occasione dell’International E-Waste Day, la Giornata Internazionale dei RAEE dedicata all’esplorazione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, lunedì 14 ottobre, il Consorzio Erion WEEE ha presentato “Materia viva experience”, la prima mostra immersiva italiana su ambiente, economia circolare e RAEE. Allestita nella suggestiva cornice del Coffee House di Palazzo Colonna a Roma, la mostra si pone l’obiettivo di coinvolgere i visitatori in un percorso educativo sul corretto riciclo di questi rifiuti. Erion WEEE, leader in Italia nella gestione dei RAEE, punta così a sensibilizzare il pubblico su un tema cruciale per la sostenibilità. Dopo il lancio del docufilm “Materia viva”, promosso da Erion WEEE e Libero Produzioni per incoraggiare un cambiamento nei comportamenti quotidiani necessari per la transizione ecologica, la mostra si inserisce nel programma di comunicazione di Erion “DireFareRaee”.
Con immagini dal forte valore documentale e installazioni interattive, l’esperienza mira ad accrescere la consapevolezza e a spingere verso azioni più responsabili, riassumendo il messaggio nel provocatorio slogan: “Se te ne fotti, sei fottuto”
«Siamo entusiasti di poter presentare un’esperienza innovativa creata per coinvolgere sia emotivamente sia razionalmente le persone: l’obiettivo è aiutare ciascuno di noi a comprendere l’impatto – positivo e negativo – che ogni nostra scelta può avere sul Pianeta e quindi spingerci ad adottare comportamenti virtuosi. Sensibilizzare i cittadini e soprattutto i giovani su questi temi è fondamentale per costruire un futuro sostenibile: la cultura ha il potere di trasformare la realtà: ci auguriamo che questa mostra possa dare un contributo alla transizione all’economia circolare», ha commentato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE.
I RAEE: una questione ambientale ed economica
Infatti, i numeri non sono confortanti. Secondo l’ultimo report dell’Institute for Training and Research delle Nazioni Unite (UNITAR), la produzione globale di rifiuti elettronici sta crescendo a un ritmo cinque volte superiore rispetto al riciclo. Nel 2022, a livello mondiale, sono state generate 62 milioni di tonnellate di RAEE, con il valore più alto registrato dall’Europa (17,6 kg pro capite), seguita da Oceania (16,1 kg pro capite), Americhe (14,1), Asia (6,4) e Africa (2,5). Solo il 22,3% di questi rifiuti è stato raccolto e riciclato correttamente, perdendo così materiali per un valore stimato in 62 miliardi di dollari. Le proiezioni, poi, indicano che entro il 2030 la quantità di rifiuti elettronici potrebbe salire a 82 milioni di tonnellate, con un calo previsto del tasso di riciclo del 2,3% a causa della difficoltà di adeguamento a un così alto tasso. Eppure, il corretto smaltimento dei RAEE è cruciale poiché questi rifiuti contengono sostanze pericolose che possono rappresentare una minaccia per l’ambiente e la salute se non gestite adeguatamente. Inoltre, molti dispositivi elettronici includono terre rare e, cioè, 17 metalli presenti nella tavola periodica che risultano fondamentali per la produzione ma che sono difficili da estrarre e reperire.
Sostenibilità nella filiera
Durante la presentazione della mostra, l’astrofisico e divulgatore scientifico Luca Perri ha sottolineato l’urgenza di una catena di approvvigionamento più sostenibile, dal punto di vista ambientale che sociale: «I giacimenti di terre rare si trovano principalmente in Paesi con regimi politici complessi, come Cina, la Russia, la Repubblica Democratica del Congo e il Sudafrica, il che comporta anche problemi legati allo sfruttamento del lavoro. La Cina fornisce all’UE il 98% di terre rare, la Turchia il 98% del Borato, il Cile il 78% del Litio, il Sudafrica il 71% del platino e ancora di più per iridio, radio e rutenio. A livello mondiale, la Cina detiene il 66% dei giacimenti di terre rare».
«Il litio, il cobalto e le terre rare sono considerati materie prime critiche, vitali per l’industria tecnologica. L’Europa, però, fatica a reperirle perché sono concentrate in pochi Paesi. Attualmente, la Commissione europea ha identificato 30 materie prime critiche, 26 delle quali sono indispensabili per l’industria aerospaziale, 24 per i settori ad alta intensità energetica, 21 per l’elettronica e l’automotive e 18 per le energie rinnovabili. In Italia, esse entrano nella produzione industriale per circa 1/3 del PIL», ha concluso Perri.
Nel vivo della mostra
Sviluppata in tre sale interattive della Coffee House di Palazzo Colonna (Piazza Santi Apostoli, 67), la mostra accoglie il visitatore e lo pone di fronte ad oggetti che compongono ormai la nostra quotidianità. Parliamo di elettrodomestici e non che, illuminati, squarciano il buio della sala. Ma cosa succede a questi oggetti che ormai siamo abituati a considerare essenziali quando si guastano? Diventano rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche di cui spesso si ignora il corretto smaltimento.
La mostra offre un percorso in cui poter entrare in contatto visivo, olfattivo, uditivo e tattile con i rifiuti elettrici ed elettronici. Il visitatore, toccando una parete, spostando dei modellini sul tavolo interattivo e ascoltando testimonianze, può comprendere in maniera dettagliata e profonda il ciclo di vita di questi rifiuti. “Materia viva Experience” va oltre la semplice esposizione:
è un’esperienza completa che, di fatto, permette di “cadere dentro la materia” e, coinvolgendo i sensi, trasforma la percezione dei RAEE portando a prendere coscienza su quale debba essere il nostro ruolo nella gestione del loro riciclo.
Organizzata con il supporto di Legambiente, Giffoni Innovation Hub, Libero Produzioni e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero delle Imprese e del Made In Italy, di RAI per la sostenibilità ESG, di Roma Capitale, di Città Metropolitana di Roma e di AMA e con la media partnership di RAI Cultura, National Geographic Italia ed EconomiaCircolare.com, la mostra è visitabile gratuitamente senza necessità di prenotazione fino a domenica 20 ottobre.