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Turismo in Maremma
Foto: Comune di Grosseto

Lentamente, in Maremma. Dove il turismo diventa esperienza

Il patrimonio culturale di Grosseto, la natura protetta della provincia fra zone umide, coste selvatiche, ampie zone di macchia mediterranea dove ancora s'incontrano i butteri. Una proposta di itinerario fuori dai soliti circuiti
7 Aprile, 2025
4 minuti di lettura

L’overtourism e il suo opposto, l’undertourism, sono due fenomeni di cui si parla quasi ogni giorno. Il primo, con l’impatto insostenibile dei visitatori su territori già sovraccarichi. E il secondo che accompagna lo spopolamento di molte aree, specialmente le valli montane e i piccoli borghi. Luoghi che, per la loro bellezza e unicità, potrebbero rifiorire grazie a forme innovative di turismo.

Lentamente in Maremma: Il castello di Montemassi
Il castello di Montemassi. Foto: Fiab Grosseto

Ma è possibile coniugare valorizzazione dei territori e sostenibilità? E creare accoglienza di qualità in luoghi meno battuti dai grandi flussi turistici?

Grosseto pioniera

Secondo gli esperti dell’Unione Europea sì. E la città di Grosseto con la sua provincia, la più estesa della Toscana, risponde pienamente a questo modello. Tanto da essersi meritata nel 2024 il titolo di European green pioneer of smart tourism: un riconoscimento per le destinazioni minori, comprese fra 25.000 e 100.000 abitanti, che sappiano implementare strategie di successo nel segno di un turismo rispettoso dei luoghi e delle comunità che vi abitano.

Lentamente in Maremma: CIclisti a Massa Marittima, Grosseto
Ciclisti a Massa Marittima, Grosseto. Foto: Maremma Challenge

Cultura, natura e relazioni

Parte da qui il nostro ciclo d’itinerari alla ricerca di mete laterali, che coniughino cultura, natura, relazioni con quanti vivono in quei territori, esplorazione di sapori, storie, paesaggi. Tutti ingredienti che in effetti a Grosseto non mancano. Basti pensare al Museo archeologico e d’arte della Maremma, vero scrigno di manufatti che riassumono la storia di questo distretto in particolare d’epoca etrusca e romana, al Duomo dalla caratteristica facciata bicroma.

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E ancora a piazza Dante, dove campeggia il gruppo scultoreo dedicato al Granduca Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, infine alle possenti mura fortificate dalla forma di stella a sei punte: Grosseto è la classica cittadina a misura d’uomo, dove è piacevole perdersi tra le sue strade e i suoi giardini, da scoprire con lentezza, passo dopo passo.

Paesaggio mutevole

Ma sono anche i dintorni della città ad offrire esperienze di grande pregio, per la prorompenza della natura che spazia dalla montagna al mare e una fauna che regala inaspettati incontri. D’altra parte, è proprio nello splendido scenario del Parco naturale della Maremma che Legambiente realizzò già nel 2005 il “Centro nazionale per lo sviluppo sostenibile”, dove si celebra ogni estate la manifestazione internazionale Festambiente. E sta proprio nella capacità d’integrare la città e il territorio circostante il valore aggiunto dell’offerta turistica del Grossetano, come spiega Maria Mecarozzi, presidente provinciale di Confartigianato Turismo:

Lentamente in Maremma: Maria Mecarozzi di Confartigianato Grosseto
Foto: Confartigianato Grosseto

«Vogliamo creare un’offerta integrata, che veda costa ed entroterra uniti dallo stesso filo. Per incentivare anche soggiorni che vadano oltre la logica del mordi e fuggi».

Il Parco della Maremma

Tra i fiori all’occhiello della zona c’è il Parco naturale della Maremma, diecimila ettari di area protetta che lambisce oltre venti chilometri di coste selvatiche. Il parco ospita la Pineta Granducale, creata dagli Asburgo-Lorena a metà Settecento, per bonificare i terreni un tempo paludosi. Spettacolari ed eleganti pini domestici e marittimi, autentici monumenti naturali, insieme ad altre piante della macchia mediterranea come mirto, ginepro e rosmarino, effondono nell’aria una miscela di essenze che fanno resuscitare i polmoni.

Lentamente in Maremma: La pineta nel Parco naturale della Maremma
La pineta nel Parco naturale della Maremma. Foto: Edoardo Lenzi

L’antica professione dei mandriani

Attraversandola, si possono osservare mandrie di cavalli e bovini maremmani, dai corpi maestosi e lunghe corna, che placidamente pascolano o si godono l’ombra. Qui sopravvivono, pur con le difficoltà che questo mestiere comporta, alcuni butteri, eredi di un’antica professione. Mandriani che oggi raccontano ai turisti le particolarità del loro mestiere dalla tradizione millenaria: domare cavalli e guidare le vacche maremmane nei loro spostamenti in tutte le stagioni. Perché qui in Maremma si pratica ancora l’allevamento brado di cavalli e bovini.

Lentamente in Maremma: alcuni mandriani
Foto: Edoardo Lenzi

La Riserva naturale Diaccia-Botrona

La primavera e l’autunno sono senza dubbio le stagioni migliori per visitare la Riserva naturale Diaccia-Botrona, circa 1.200 ettari tra i comuni di Grosseto e Castiglione della Pescaia. Tra le zone umide più integre e meglio conservate è considerata la più importante d’Europa, vero paradiso per i birdwatchers o per chi ami camminare nel silenzio, interrotto solo dai gorgheggi degli uccelli. Il Centro visite Casa Rossa Ximenes è l’emblema di quest’area che rappresenta ciò che rimane del Lago Prile.

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L’acqua dolce e salmastra insieme la rende habitat ideale non solo per numerose specie di uccelli (fenicotteri, anatre, oche selvatiche, cormorani, falchi di palude, ecc.) ma anche di pesci, anfibi e crostacei. Una visita al sito archeologico di Roselle, a 8 km a nord da Grosseto, aiuta a comprendere l’importanza storica della zona sin dall’epoca etrusca e, successivamente, romana e medievale.

Lentamente in Maremma: Le zone umide della Diaccia Botrona
Le zone umide della Diaccia Botrona. Foto: Edoardo Lenzi

Esperienze inclusive

A completare l’offerta ci sono progetti che puntano verso un turismo inclusivo. Un esempio su tutti è Mare per Tutti, che prevede spiagge attrezzate e accessibili per persone con disabilità, così come la mappa dei percorsi specifici per muoversi a Grosseto anche su sedia a rotelle. Ma anche progetti di destagionalizzazione e di educazione ambientale con esperienze outdoor alla scoperta della riserva Diaccia-Botrona. L’incremento dei percorsi ciclabili che connettono la città sia al Parco della Maremma, sia all’area archeologica di Roselle favorisce il cicloturismo: una delle opportunità più apprezzate, soprattutto dai visitatori stranieri, grazie ai cento chilometri di percorsi ciclopedonali.

Lentamente in Maremma: Il Parco archeologico di Roselle, Grosseto
Il Parco archeologico di Roselle, Grosseto. Foto: Love Maremma

A conferma che il turismo lento è la via migliore per preservare la biodiversità e la bellezza di queste aree ancora poco antropizzate.


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Licia Zuzzaro
Licia Zuzzaro
Giornalista pubblicista dal 2003, socia Neos, una laurea in Lingue e Letterature Straniere moderne, si occupa di comunicazione in ambito universitario, collaborando occasionalmente con alcune testate, in particolare rispetto ai temi del turismo responsabile, ecosostenibile, ferroviario e culturale (Il Giorno, Mondointasca, Latitudeslife, Agenda Viaggi). Viaggiare in modo responsabile e consapevole, nel rispetto dell’ambiente, delle persone che si incontrano, del vasto patrimonio culturale, materiale e immateriale, è sempre stato un imperativo. Da qui è nata la passione per il racconto e la proposta di destinazioni turistiche, sebbene scrivere di turismo, specialmente oggi, sia sempre più una grande responsabilità.
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