Nel 2019 l’Italia ha perso la leadership in Europa sulle fonti rinnovabili per la generazione elettrica e si conferma, sul nostro territorio, un aumento delle temperature più alto rispetto al resto del mondo. Le emissioni di gas serra si sono ridotte del’1% rispetto all’anno precedente, vale a dire intorno a circa 423 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq). Si tratta di una riduzione che ancora non è in linea con il target 2030. A svelare le luci e le ombre dell’Italia nella lotta ai cambiamenti climatici è il dossier “10 key trend sul clima – i dati 2019 in anteprima per l’Italia” di Italy for Climate, pubblicato a fine marzo, che ha rilevato un aumento degli eventi estremi: 1600 (erano meno di 150 poco più di 10 anni fa).
E proprio nell’anno in cui si sarebbe dovuta organizzare la Cop26 insieme al Regno Unito, i dati sulle performance climatiche non sono positivi, anche se si registrano alcuni segnali incoraggianti: la riduzione dei costi delle rinnovabili elettriche e la diminuzione della produzione di elettricità dal carbone, scesa dai 49 miliardi di kWh del 2012 a circa 20 stimati nel 2019.
«Stiamo affrontando in queste settimane una grave crisi sociale ed economica dovuta alla pandemia globale di estrema gravità – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile – In assenza di un processo strutturale di riduzione delle emissioni e di interventi tempestivi per indirizzare la ripresa, dopo la crisi economica grave e un calo significativo delle emissioni connesse all’attuale pandemia, le emissioni potrebbero tornare a crescere come e forse anche più di prima».