Per i lettori italiani resterà indimenticabile come la sua Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, best seller del 1996 che due anni più tardi divenne film d’animazione per la regia di Enzo D’Alò. Luis Sepúlveda ci ha lasciati oggi, 16 aprile, a soli 70 anni.
È morto a Oviedo, nelle Asturie, a causa del coronavirus che aveva contratto ai primi di marzo, insieme alla moglie, la poetessa cilena Carmen Yáñez, grande amore della sua vita, con la quale si era sposato per ben due volte, dopo un primo divorzio.
Scrittore, giornalista, poeta, regista e attivista, Sepúlveda è stato prima di tutto un combattente: fu arrestato e condannato all’esilio durante la dittatura di Pinochet, motivo per il quale si trasferì in Europa. È proprio il Vecchio Continente a consacrarlo autore dal successo planetario, con le sue opere ristampate più volte e pubblicate in numerose lingue.
È in Europa che lo scrittore viene a contatto con Greenpeace nei primissimi anni Ottanta: sarà membro dell’equipaggio dell’organizzazione ecologista fino al 1987.
Una passione, quella per l’ecologia, che continuerà fino alla fine dei suoi giorni, e che è evidente nelle sue opere. Fortemente critico nei confronti del neoliberismo e della globalizzazione, Sepúlveda ha continuato la sua attività di impegno politico e culturale fino al ricovero dopo i primi sintomi del CoVid-19, ai primi di marzo.
Lo scorso ottobre aveva festeggiato i suoi settant’anni a Milano, con un evento organizzato da Guanda, la sua casa editrice italiana.
Guarda l’intervista a Luis Sepúlveda