Riceviamo, in vista del “Festival europeo della poesia ambientale” che Sapereambiente organizza insieme a Insula europea, un inedito di Stefano Carrai, lo studioso e poeta che ha vinto, fra l’altro, il premio Viareggio-Rèpaci nel 2017. Sarà proprio lui, ordinario di letteratura italiana presso la Normale di Pisa, a inaugurare l’evento che ci permetterà (in streaming venerdì 22 maggio dalle ore 18.00), di conoscere la produzione di diciotto autori europei che abbiamo convocato intorno al bene comune dell’ecosistema.
Il componimento di Carrai conferma la centralità del paesaggio nella sua produzione, come spiega anche nell’intervista realizzata da Ilaria Dinale. Un’analisi della sua poetica e del legame con i luoghi, con la memoria e con alcuni grandi maestri della poesia italiana del Novecento è su La Balena Bianca.
Paesaggio toscano
Gru e scavatrici e croste d’asfalto
le cicatrici di cemento armato
sui campi di girasole gitani
e marea grigioverde
cipressi che si scuotono
e muretti diruti e soglie erbose
lo spettrume che filtra
dal cuore sbrindellato delle nuvole
sull’aia
sull’aratro
i marroni
i falcetti
i gioghi arpionati alla muratura
la falciatrice rinata fioriera
ora l’erba ha richiuso
i viottoli
e tu
tagliato fuori
sempre
rinserrarti a difesa
lì dietro lo steccato
dell’orto per schivare
i colpi del nemico
e sparare nel vuoto
tra la vigna e il canneto…
Di quell’umile Italia postfascista
c’è poco da rimpiangere
lo so
ma le vite
le vite abbandonate
nel serraglio
e nessuna
ferita nella terra che giustifichi
quell’immane patire senza storia
schiacciati da un trattore
falcidiate
dal troppo partorire.