José Manuel Lucía Megías Festival europeo di poesia ambientale
Il poeta e studioso di letteratura spagnola José Manuel Lucía Megías

L’inedito per il Festival di José Manuel Lucía Megías

Alla vigilia del “Festival europeo di poesia ambientale” riceviamo un componimento realizzato appositamente per l'evento organizzato da Insula europea e Sapereambiente, fra i massimi studiosi dell'opera di Miguel de Cervantes
20 Maggio, 2020
2 minuti di lettura

Mancano due giorni al “Festival europeo della poesia ambientale” che coinvolgerà 18 poeti, italiani e di altri nove paesi europei, in un “poetry bombing” ispirato alla tutela dalla casa comune. Fra le voci che prenderanno parte a questo evento c’è quella di José Manuel Lucía Megías, docente di Filologia romanza all’Università Complutense di Madrid e fra i massimi esperti di Miguel de Cervantes. È lui ad inviarci un secondo inedito, dopo quello di Stefano Carrai, che tocca il tema del riduzionismo educativo, della pretesa di delimitare tramite i confini artificiali le grandezze della natura. Lo leggiamo sia in lingua originale, sia attraverso l’accurata traduzione in italiano che ha realizzato Paola Laskaris, docente di Letteratura spagnola all’Università degli Studi di Bari, cui si deve anche un’intervista con il poeta.

 


 

Mapas mudos

Nos enseñan de niños el nombre de los ríos,
De las montañas, de los mares y de océanos
Que marcan las esquinas de nuestra geografía.
Nos enseñan a ponerle límites a los países
Y aprendemos sus capitales, fronteras y clima.
Llenamos de banderas y de colores los mapas mudos
Durante los años florecidos de nuestra infancia.
Y mientras dibujamos árboles verdes y casas amarillas
Con soles redondos y cuartos de luna nocturnos,
Y mientras llenamos de verde los prados y de blanco
Las cimas de las montañas, de rosa nuestras caras
Y de rojo alegre la silueta de nuestras sonrisas,
Nos olvidamos que todo a nuestro alrededor es gris,
Que la contaminación adormece nuestros pulmones
Y los rascacielos, el horizonte de nuestra mirada.
Nos olvidamos a mirar más allá de nuestros muros
Y a creernos que un parque cerrado es un campo infinito
O la brisa de una playa domesticada el corazón de una isla.

Nos enseñaron el mundo a través de los mapas.
¿Qué mundo le podremos enseñar a nuestros hijos?
Un mundo de postales antiguas, de anticuados libros de historia,
De enciclopedias ilustradas y de inútiles fotografías.
Un mundo sin ventanas. Un mundo de paisajes virtuales.

10 mayo 2020


 

Cartine mute

Da bambini ci insegnano il nome dei fiumi,
delle montagne, dei mari e degli oceani
che delineano gli angoli della nostra geografia.
Ci insegnano a dare dei limiti alle nazioni
e ne impariamo le capitali, le frontiere, il clima.
Riempiamo di bandiere e colori le cartine mute
durante gli anni floridi della nostra infanzia.
E mentre disegniamo alberi verdi e case gialle
con soli rotondi e quarti di luna notturni,
e mentre riempiamo di verde i prati e di bianco
le cime delle montagne, di rosa le nostre facce
e di rosso allegro il profilo dei nostri sorrisi,
ci dimentichiamo che tutto intorno a noi è grigio,
che l’inquinamento addormenta i nostri polmoni
e i grattacieli, l’orizzonte del nostro sguardo.
Ci dimentichiamo di guardare oltre i nostri muri
e di illuderci che un parco chiuso sia una distesa infinita
o la brezza di una spiaggia addomesticata il cuore di un’isola.

Ci hanno insegnato il mondo attraverso le cartine.
Quale mondo potremo insegnare ai nostri figli?
Un mondo di vecchie cartoline, antiquati libri di storia,
enciclopedie illustrate e inutili fotografie.
Un mondo senza finestre. Un mondo di paesaggi virtuali.

 

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Festival europeo di poesia ambientale

 

Mielizia

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