Pochi Stati costieri, e tanti alla finestra. Volendo, potremmo riassumere così la situazione geopolitica dell’Artico. Il convitato di pietra è certamente la Cina, e per analizzare più in profondità le attitudini di Pechino ci facciamo aiutare da Marco Volpe, analista specializzato sul gigante asiatico.
Il Dragone guarda a Nord
L’artico si scioglie e le opportunità che si schiudono a causa del cambiamento climatico attirano l’attenzione delle grandi potenze. Tuttavia l’interesse che la Cina mostra per l’Artico non può dirsi recentissimo.
Dobbiamo infatti risalire al primo Novecento, quando il governo Beiyang della Repubblica di Cina firmò ciò che allora era definito il Trattato di Spitsbergen, poi evolutosi in Trattato delle Svalbard che sancisce all’articolo 2 il diritto delle parti firmatarie di condurre attività di pesca e di caccia nell’arcipelago delle isole Svalbard (appartenente alla Norvegia), e all’articolo 3 eguali diritti per i Paesi firmatari di condurre attività marittime, industriali e di estrazione.
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