Sono trascorsi 70 anni dalla fondazione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, associazione che da sempre ha garantito il benessere di cani e gatti, per poi estendere le sue forme di assistenza a tutti gli altri animali. Gli anniversari sono sempre un buon momento per i bilanci e il recente convegno Diritti degli animali: le nuove frontiere per la tutela, organizzato in streaming dalla Lega lo scorso venerdì, 6 novembre 2020, è stato un’occasione per fare il punto sullo stato delle proprie attività e discutere delle battaglie, dei successi ma anche delle sconfitte superate in questi anni di impegno in prima linea.
I nostri amici animali ci stanno chiedendo aiuto. Chiediamo pene più severe per chi uccide e maltratta gli animali! Partecipa anche tu al Convegno in streaming sui Diritti degli animali il 6 novembre. Iscriviti su https://t.co/yAL5Qj5ihV pic.twitter.com/S73rVbed69
— Lega del Cane (@LNDC_NAZIONALE) November 5, 2020
La situazione italiana
La tutela degli animali all’interno del quadro legislativo italiano investe tutti i settori del diritto. All’ambito amministrativo, ad esempio, sono legati l’anagrafe canina e la gestione dei canili; in campo civile c’è la responsabilità per i danni cagionati da animali, i problemi condominiali ma anche i pet contesi in casi di separazione coniugale. E poi, purtroppo, gli animali sono oggetto anche del diritto penale, nelle decine di processi per maltrattamento e uccisione seguiti proprio dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane. «La Lega per la Difesa del Cane sta seguendo decine di processi per maltrattamento di animali. Però, spesso, la lunghezza delle indagini e l’inefficienza dei controlli delle istituzioni, delle Asl, delle norme non ancora adeguate, rendono difficile e alle volte quasi impossibile rendere una vera giustizia agli animali», spiega Michele Pezone, responsabile nazionale dei diritti degli animali per la Lndc, per introdurre i temi affrontati nell’incontro da lui moderato insieme a Tessa Gelisio, conduttrice televisiva.
Pezone prosegue: «L’evolversi del rapporto con gli animali deve portare con sé, inevitabilmente, l’esigenza di adeguare la disciplina normativa». Come d’altra parte ha denunciato dalla Lav- Lega Anti Vivisezione in una tavola rotonda tenutasi lo scorso anno, nel 2017 sono stati aperti circa 9500 fascicoli per reati contro gli animali e l’incidenza di tali reati, in Italia, è stata pari a 15,38 procedimenti ogni 100.000 abitanti, con un tasso di 9,60 indagati ogni 100.000 abitanti. Numeri che fanno capire quanto sia improrogabile discutere di legge e sensibilizzazione per la tutela degli animali
Il riconoscimento degli animali come vero oggetto di tutela
Uno dei cambiamenti già avvenuti rispetto al passato è l’articolo 727 del Codice penale, ossia il presupposto giuridico della tutela: se prima a essere lesa era la morale umana, con la legge 189/04 è il sentimento verso gli animali. Ora, però, si richiede un passo in più: il riconoscimento degli animali come oggetto diretto della tutela, da proteggere in quanto tali e non per i legami sentimentali o emotivi che ci legano a essi. Per Annalisa Palomba, giudice penale del dibattimento, Rossano Tozzi, Brigadiere Capo con Qualifica Speciale presso l’Arma dei Carabinieri, Rosario Fico, medico veterinario e responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria, ed Enrico Moriconi, medico veterinario, garante dei diritti degli animali per la Regione Piemonte, è grande il supporto dato dalle associazioni nei casi di sequestro di animali che – siano cani salvati da una vita alla catena o elefanti sottratti ai maltrattamenti nei circhi – devono trovare un luogo in cui vivere ed essere curati nella maniera più opportuna.
La formazione dei veterinari e le perizie tecniche
Un ostacolo notevole è la formazione dei veterinari per le perizie tecniche.
«Uno dei problemi che abbiamo come veterinari – spiega il dottor Enrico Moriconi – è che la valutazione etologica per la legge italiana è un atto clinico ed è una diagnosi. Per cui qualsiasi espressione sulle condizioni degli animali deve esser svolta da un medico veterinario. Qui nasce il problema perché, ad esempio, in medicina veterinaria, l’etologia non è una materia così approfondita e, se non in qualche università, esotici e selvatici non sono studiati etologicamente».
La medicina forense veterinaria corrisponde al Reparto Investigazioni Scientifiche per i delitti umani, ed è necessaria una preparazione specifica per affrontare questo tipo di lavoro, preparazione che in Italia non è ancora perfettamente sistematizzata. La valutazione del benessere di un animale affronta quindi una difficoltà in più quando non siamo davanti a un’uccisione o a lesioni fisiche evidenti.
La comunicazione sulla tutela degli animali. Le conquiste e l’impegno per sensibilizzare i più giovani
Un ruolo di grande importanza, soprattutto per educare e informare le nuove generazioni, lo hanno senza dubbio i media. Marisa Marraffino, avvocata e collaboratrice de Il Sole 24 Ore si occupa di reati informatici, dei rischi della rete e collabora a progetti contro il cyberbullismo nelle scuole.
Prendendo spunto dalla recente vicenda di Casoria, in cui in un video un ragazzo prendeva a calci un gattino di pochi mesi uccidendolo, Marraffino ha sottolineato come il maltrattamento degli animali sia una violenza che scorre nei social media, ponendo in luce gravi problemi sociali ed educativi:
«Ringrazio la Lega Nazionale per la Difesa del Cane per aver organizzato questo convegno e per tenere alta l’attenzione su quello che noi possiamo fare, su quello che ciascuno di noi, dal veterinario al professionista, ma anche il singolo cittadino, può fare concretamente ogni giorno. Ha un senso portare avanti le battaglie se la rivoluzione parte anche da noi, quindi è necessario rendersi conto, tutti i giorni, di quello che possiamo fare. Ed è vero che la rivoluzione è culturale, oltre che legale, ed è questa la cosa più difficile da portare avanti».
La legge segue il ritmo dell’evoluzione della società ed è per questo che l’informazione e l’educazione sono la base per un cambiamento normativo. Solo così saranno in grado di produrre consapevolezza e rispetto per gli animali e per la natura di cui siamo tutti parte.