Dal vaiolo alla speranza dei nostri giorni. Una breve storia del vaccino

Una corsa contro il tempo per avvicinarci all'immunizzazione di massa, che stiamo vivendo con molta apprensione in questi ultimi giorni. Ma cosa significa vaccinarsi, e perchรฉ รจ necessario? Come nasce, nella storia, l'idea del siero in grado di scatenare la risposta immunitaria del nostro organismo?
26 Marzo, 2021
16 minuti di lettura

Lโ€™abbiamo atteso, invocato e accolto non appena รจ arrivato e ora aspettiamo il nostro turno per la vaccinazione contro la SARS-CoV- 2. Si parla oggi di nuovi vaccini a RNA ma la loro storia viene da lontano e, almeno nelle sue prime fasi, รจ strettamente legata al vaiolo. Il primo vaccino della storia fu infatti pensato per contrastare la diffusione di un flagello che non aveva confini e che, nei casi piรน fortunati, portava alla deturpazione o alla cecitร , ma spesso conduceva alla morte. Il vaiolo, malattia causata da due forme di virus, laย Variola maiorย e laย Variola minor, รจ stata anche la prima malattia virale al mondo dichiarata eradicata nel 1980 proprio grazie alla vaccinazione di massa.ย 

I primi tentativi di immunizzazione nella storia

Il tentativo per immunizzarsi alle malattie andava dallโ€™uso di erbe e presunti rimedi che invece sfruttavano lโ€™osservazione dei fenomeni e lโ€™esperienza diretta. รˆ il caso della variolizzazione, che prende proprio il nome da Variola, una pratica che affonda le sue radici in Asia nel X secolo e che รจ stata precorritrice della vaccinazione. Mancavano le conoscenze scientifiche per sapere cosa causasse la malattia ma, dallโ€™osservazione che alcune persone sviluppavano delle forme di vaiolo attenuate e meno aggressive – dovute alla Variola minor – e che potevano essere rese cosรฌ immuni alle forme di vaiolo gravi, che ora sappiamo causate da Variola maior, nacque la pratica di immunizzarsi alla malattia, ad esempio mettendo a contatto persone sane con persone malate di forme di vaiolo meno aggressive, o piรน spesso utilizzando il materiale biologico prelevato dai malati. Si estraeva infatti il pus dalle lesioni degli infetti non gravi per inocularlo ai sani. Il principio in sรฉ non era sbagliato. Si trattava di permettere allโ€™organismo di riconoscere una presenza estranea e predisporre un attacco anticorpale, come oggi sappiamo.

La variolizzazione perรฒ era pericolosa proprio per le osservazioni empiriche su cui era fondata, causando spesso lโ€™insorgenza di forme gravi ed emorragiche della malattia, invece di quella attenuata, e lo scoppio di focolai epidemici.

Nonostante ciรฒ, si diffuse in Europa, dove era conosciuta fin dal โ€˜600, ed ebbe un suo momento di notorietร  quando, agli inizi del โ€˜700, Mary Wortley Montagu, moglie dellโ€™ambasciatore inglese a Costantinopoli, la diffuse nei circoli aristocratici inglesi e, per dimostrare la completa fiducia nella pratica, la fece eseguire sui propri figli.

Jenner e il vaiolo

La prima vera vaccinazione della storia si deve perรฒ a Edward Jenner, medico e naturalista britannico che aveva osservato che molti mungitori e allevatori di bovini si infettavano con una forma leggera della malattia che contraevano dalle vacche. Capรฌ che i contadini contagiati dal vaiolo vaccino erano immuni al vaiolo umano. Iniziรฒ quindi le sperimentazioni che lo portarono, nel 1796, a inoculare del materiale ricavato dalle pustole di malati di vaiolo vaccino nel piccolo James, il figlio del suo giardiniere. James sviluppรฒ una forma lieve di malattia, da cui guarรฌ in pochi giorni senza conseguenze. Dopo qualche tempo, Jenner inoculรฒ allo stesso James il vaiolo umano che perรฒ non causรฒ la malattia e proprio da questa prima pratica il vaccino e la vaccinazione prendono il loro nome. La vaccinazione contro il vaiolo prese subito piede dando il via alla ricerca sullโ€™immunizzazione anche da altre malattie.

 

Edward Jenner vaccina un bambino, opera di E.E. Hillemacher, 1884
Edward Jenner vaccina un bambino, opera di E.E. Hillemacher, 1884

Come funziona

Ma come fa un vaccino a prevenire la malattia causata da un patogeno? La risposta รจ nella complessitร  e adattabilitร  del nostro sistema immunitario. Fin dalla nascita siamo infatti dotati di un sistema di difesa dallโ€™ambiente esterno. La prima linea รจ data dalla cute, dagli enzimi presenti nella saliva e nelle lacrime e dalla difesa immunitaria, detta aspecifica o innata, che interviene su tutto ciรฒ che viene riconosciuto come estraneo. Fra gli elementi che compongono questo sistema ce ne sono di piรน specializzati il cui compito preciso รจ di riconoscere il materiale estraneo allโ€™organismo, detto antigene, ad esempio strutture composte da proteine o da zuccheri caratteristici di un determinato virus o batterio, e di presentarlo (รจ proprio questo il termine esatto) agli appararti superiori del sistema immunitario.

Da qui parte la difesa specifica, adatta a riconoscere la minaccia e a fermarla prima che la sua replicazione nellโ€™organismo causi un danno evidente. Il sistema immunitario sintetizza perciรฒ gli anticorpi che saranno capaci di riconoscere il materiale estraneo, di legarvisi, neutralizzarlo ed eliminarlo.

รˆ per questo che un vaccino non puรฒ essere efficace in poche ore dalla somministrazione, perchรฉ รจ necessaria lโ€™attivazione del sistema immunitario. Nel caso del vaiolo, dopo lโ€™inoculo della forma di malattia lieve, il sistema immunitario si attivava per fronteggiarla senza conseguenze, ma le proteine riconosciute come estranee da parte dellโ€™organismo erano le stesse del virus del vaiolo umano. Una volta venuto a contatto con il vaiolo umano le persone vaccinate avevano giร  gli anticorpi adatti a riconoscere e bloccare la replicazione virale impedendo i danni allโ€™organismo. Questo significa che la vaccinazione non ci impedisce di venire a contatto con i batteri e i virus ma che, quando li incontriamo sulla nostra strada, abbiamo giร  le difese adatte a evitare che possano nuocerci e che possano replicarsi nel nostro organismo rendendoci capaci di contagiare altre persone. Il sistema immunitario ha quindi una memoria immunologica che puรฒ durare per tutta la vita o che deve essere periodicamente rinforzata attraverso i richiami vaccinali, come avviene per la vaccinazione antitetanica. Questo meccanismo vale in generale per ogni tipo di vaccinazione ma, nel caso del vaiolo non consente solo di proteggere dalla malattia ma di far scomparire alcuni patogeni dalla faccia della terra, cioรจ di eradicarli.

Perchรฉ sia possibile lโ€™eradicazione, il patogeno deve essere solo umano e trasmesso da uomo a uomo. Lโ€™uomo รจ cioรจ lโ€™unico serbatoio, dove il virus si moltiplica e da dove parte lโ€™infezione. Una volta che la vaccinazione ha impedito al virus di replicarsi e di diffondersi, esso รจ semplicemente scomparso e ad oggi solo due laboratori al mondo, uno negli Stati Uniti e uno in Russia, conservano campioni del virus per motivi scientifici.

 

Koch e Pasteur

Dai tempi di Jenner le pratiche vaccinali sono cambiate, migliorate, si sono ingegnerizzate per essere efficaci e rapide. La storia dei vaccini e della vaccinazione proseguรฌ infatti e, nonostante i primi fallimenti nel cercare di applicare il modello di Jenner ad altre malattie, fu grazie agli studi nella seconda metร  dellโ€™800 di Robert Koch prima e di Louis Pasteur poi che si arrivรฒ al vaccino come quello contro lโ€™antrace. La difficoltร  maggiore rispetto al vaiolo era infatti di trovare un patogeno capace di causare una forma non grave dalla malattia che consentisse di immunizzare dalle forme gravi. Il successo fu quindi raggiunto quando Pasteur riuscรฌ a ottenere delle colture batteriche attenuate e quando ottenne un virus della rabbia indebolito incapace di causare la malattia una volta inoculato, ma capace di suscitare la risposta immunitaria.

 

 

Per ottenere un vaccino vivo attenuato รจ necessario operare in laboratorio selezionando ceppi virali o batterici che non sono capaci di causare lo sviluppo di malattia o che lo fanno in modo attenuato. Ceppi di questo tipo sono per esempio meno capaci di penetrare le cellule bersaglio, si riproducono in modo meno esplosivo, consentono al sistema immunitario di tenere sotto controllo lโ€™attacco prima che ci siano danni e, ovviamente, sono capaci di suscitare la risposta immunitaria che serve allโ€™organismo per difendersi da attacchi futuri. Sono vaccini vivi attenuati quelli per il morbillo, la rosolia, la parotite, la varicella, ed รจ di questo tipo anche il vaccino orale di Sabin, contro la poliomielite, la cui diffusione ha permesso di contrastare efficacemente e capillarmente la malattia tanto da far sperare di essere prossimi alla sua eradicazione. I vaccini vivi attenuati sono sicuri e lo sono maggiormente quando la vaccinazione รจ diffusa allโ€™interno della popolazione. In alcuni casi infatti, quando la copertura vaccinale รจ scarsa, si sono avuti dei focolai chiamati in modo fuorviante โ€œda vaccinoโ€. รˆ successo con il virus causa della poliomielite ad esempio.

In rari casi, il virus del vaccino puรฒ modificarsi in forme di nuovo forti e, in scarse condizioni igieniche, una persona non vaccinata per la poliomielite puรฒ venire a contato con acqua contaminata e infettarsi. Con unโ€™alta percentuale di vaccinati, i vaccini vivi attenuati non sono un rischio.

Anatossine e vaccini inattivati

Sempre dellโ€™800 รจ lโ€™allestimento di vaccini ad anatossine. Alcuni microrganismi, come gli agenti della difterite o del tetano, causano malattie legate alla produzione di tossine. Le tossine, dopo essere state trattate con agenti chimici per essere rese inattive, vengono chiamate anatossine e perdono la loro capacitร  di causare danni allโ€™organismo ma mantengono quella di dare risposta immunitaria e possono perciรฒ essere usate per allestire dei vaccini appositi. Questa scoperta si deve nel 1890 a Emil Adolf von Behringย e a Shibasaburo Kitasatoย che lavoravano insieme all’Istituto di Igiene di Berlino. Ma perchรฉ si abbia una risposta immunitaria non รจ certo necessario che il patogeno sia vivo, poichรฉ infatti, come abbiamo detto, il sistema immunitario riconosce alcune molecole e strutture di virus e batteri. Sono stati cosรฌ perfezionati e messi in uso i vaccini inattivati. E sempre contro la poliomielite รจ stato con successo usato il vaccino di Salk, che ne annunciรฒ la scoperta nel 1955. Ma il vaccino per la pertosse lo aveva preceduto nel 1926. Un vaccino inattivato si ottiene trattando il microrganismo in modo che sia incapace di replicarsi ma capace ancora di dare immunizzazione. Nel caso del vaccino di Salk, lโ€™inattivazione รจ fatta con formolo ma puรฒ avvenire con altri mezzi chimici come acetone e fenolo, o fisici come il calore e raggi ultravioletti.

Vaccini ad antigene purificato, a Dna ricombinante e a Rna

Il passo successivo รจ stato cercare di formulare vaccini che fossero composti solo da quelle porzioni di microrganismo capaci di attivare la risposta del sistema immunitario. Una volta infatti identificata la porzione molecolare che lโ€™organismo riconosce come estranea, lโ€™antigene, sono stati progettati vaccini che permettono di somministrare solo queste porzioni altamente purificate. Sono preparati in questo modo i vaccini contro il meningococco e per la pertosse acellulare.

Lโ€™avvento delle tecniche di ingegneria genetica negli anni โ€™80 del ventesimo secolo ha reso la ricerca sui vaccini orientata a nuovi sistemi senza dover ricorrere al patogeno integrale.

Seguendo quindi il modello dei vaccini ad antigene purificato รจ stato possibile giungere a vaccini efficaci come quello per lโ€™epatite B. Nel caso di questa tecnica, una volta identificata la proteina che si vuole ottenere in grandi quantitร , si fa sรฌ che un batterio diventi capace di sintetizzarla partendo dalla porzione di DNA che ne porta le istruzioni. La proteina ottenuta sarร  usata per la vaccinazione. Con lโ€™emergenza causata dal Coronavirus responsabile della Covid-19, รจ entrato per la prima volta in uso il vaccino a RNA, una tecnica in sperimentazione da circa dieci anni. Per comprenderne il funzionamento, e come sia impossibile che un vaccino a RNA possa modificare il nostro DNA, cioรจ la nostra informazione genetica, รจ necessario comprendere bene cosa sia e a cosa serva lโ€™RNA. Allโ€™interno delle nostre cellule il doppio filamento di DNA รจ contenuto nel nucleo, un organello con una propria parete che permette di tenere separata la nostra informazione genetica dal resto del materiale cellulare. Il DNA รจ costituito dalla sequenza dei nostri geni e la sua funzione รจ di racchiudere e preservare le informazioni essenziali per la sopravvivenza delle cellule. Secondo un vecchio modo di dire, da ogni gene si ottiene una proteina, cioรจ il DNA รจ un codice che permette di sintetizzare le proteine di cui le cellule hanno bisogno. La loro sintesi perรฒ non avviene nel nucleo ma nello spazio cellulare, chiamato citoplasma, a opere di strutture a questo preposte. Perchรฉ lโ€™informazione passi dal nucleo al citoplasma interviene lโ€™RNA. Infatti, allโ€™interno del nucleo, un filamento di DNA fa da stampo per una molecola di RNA messaggero (mRNA).

Questo filamento di RNA viene quindi modificato per poter essere trasportato fuori dal nucleo attraverso un procedimento a senso unico: lโ€™mRNA che si trova nel citoplasma non rientra nel nucleo e comunque non sarebbe capace in alcun modo di integrarsi con il DNA. Nel citoplasma avviene la produzione delle proteine codificate dallโ€™mRNA.

Questa codifica non รจ illimitata nel tempo, poichรฉ infatti lโ€™mRNA viene degradato rapidamente e termina la sua funzione.Nel caso del coronavirus causa della pandemia, le case farmaceutiche hanno ottenuto la sequenza per la proteina di superficie caratteristica del virus, che permette al sistema immunitario di attivarsi e mettere in moto le sue strategie di difesa. Somministrando quindi il vaccino a mRNA, si stimolano le cellule a sintetizzare solo un frammento innocuo di quello che รจ il virus intero, e a rilasciarlo in circolo in modo che venga identificato come estraneo dallโ€™organismo. In alcun modo lโ€™mRNA del vaccino potrร  entrare nel nucleo cellulare. La sua azione sarร  solo a livello del citoplasma. Questa รจ la prima volta che questo tipo di vaccino viene usato su cosรฌ tante persone e ancora ci sono alcuni limiti alla nostra conoscenza sulla sua efficacia.

Sappiamo infatti che il vaccino non impedisce di ammalarsi ma fa in modo che la malattia sia molto meno grave e con meno conseguenze per chi si ammala. Questo significa ridurre la mortalitร , ma anche ridurre il ricorso ai ricoveri e allโ€™ospedalizzazione.

Ciรฒ permetterร  ai Sistemi Sanitari di affrontare meglio le emergenze, ma soprattutto di ritornare a trattare le altre patologie e di fare prevenzione, cose ora messe a rischio dalla carenza del personale per la maggior parte impegnato a contrastare la pandemia.

 

Il vaccino puรฒ immunizzare, proteggere dalla malattia e probabilmente dalla trasmissione.
Il vaccino puรฒ immunizzare, proteggere dalla malattia e probabilmente dalla trasmissione.

 

Quanto dura l’immunitร 

Unโ€™altra cosa che non sappiamo รจ quanto dura lโ€™immunitร . Anche per alcuni vaccini tradizionali รจ necessario periodicamente fare il richiamo vaccinale, e forse anche il vaccino contro la Covid-19 lo richiederร . Infine, non sappiamo ancora se chi si ammala, anche se vaccinato, puรฒ trasmettere agli altri lโ€™infezione, ma sembra essere molto probabile.

รˆ perciรฒ necessario che la copertura vaccinale sia la piรน ampia possibile, in questo modo, se dovessimo ammalarci non dovremmo temere un grave peggioramento delle nostre condizioni e, si pensa, che il flagello che ha cambiato le nostre vite diventerร  una malattia endemica, presente ma controllabile.

Un vantaggio affatto trascurabile di questa tecnica รจ che, se il virus dovesse mutare, sarebbe piรน facile e veloce produrre dei vaccini sempre adatti a stimolare la risposta immunitaria. Ancora piรน importante รจ la potenzialitร  di questi vaccini verso altre malattie, in modo particolare contro i tumori e contro un nemico non ancora sconfitto come lโ€™HIV. Proprio la velocitร  con la quale รจ stato prodotto in meno di un anno il vaccino contro la SARS-CoV-2 ha fatto chiedere come mai non sia mai stato trovato un vaccino per lโ€™HIV; anzi, ha riportato in auge la teoria del complotto delle case farmaceutiche, piรน interessate a vendere il costoso cocktail di farmaci che devono adesso assumere i sieropositivi, piuttosto che trovare una soluzione finale alla malattia.

Il virus HIV รจ lโ€™esempio di come possa essere difficile trovare un modo per sconfiggere alcuni patogeni, nel caso specifico un virus che รจ capace di restare nascosto nelle cellule e di usare proprio il sistema immunitario per riprodursi.

Hiv e etica

I virus dellโ€™HIV umano, ne esistono due ceppi, una volta entrati nella cellula bersaglio, integrano la loro informazione genetica con quella dellโ€™ospite e rimangono silenti a lungo. Quando un patogeno รจ allโ€™interno delle cellule รจ difficile per il sistema immunitario scovarlo ancora piรน complicato se la cellula ospite รจ proprio una cellula del sistema immunitario, nel caso di HIV i linfociti T detti CD4.

Un vaccino efficace dovrebbe essere in grado di intercettare e neutralizzare il virus prima che entri nelle cellule, ma cโ€™รจ un problema: la grande variabilitร  del virus che causa lโ€™AIDS.

Poichรฉ le sue proteine di superficie mutano velocemente, puรฒ sfuggire al sistema immunitario che non ha armi pronte a combattere ogni variante. Il nostro sistema immunitario, inoltre, si รจ mostrato incapace di reagire al virus e di dare una risposta immunitaria efficace. Cโ€™รจ in fine da considerare la gravitร  della malattia e lโ€™impossibilitร  etica di sperimentare un vaccino. Sebbene le persone sieropositive possano vivere a lungo tenendo sotto controllo la replicazione del virus, quando questo prende il sopravvento e causa la malattia conclamata non dร  possibilitร  di guarigione. Ecco perchรฉ non รจ eticamente pensabile una sperimentazione che usi virus attenuato o virus inattivato.

Protezione antinfluenzale

Un altro virus altamente variabile che non consente di conferire una immunitร  per tutta la vita รจ il virus dellโ€™influenza stagionale. A causa proprio di questa sua mutazione annuale, il sistema immunitario si trova ogni anno davanti a un nuovo nemico che non riconosce e per il quale non รจ preparato. Per evitare quindi le complicazioni derivanti dalla malattia, che puรฒ essere particolarmente grave negli anziani e nei piรน deboli, si consiglia la vaccinazione. Anche in questo caso il vaccino puรฒ essere vivo, attenuato o inattivato e puรฒ contenere difese per piรน ceppi virali contemporaneamente, in modo da dare una copertura maggiore.

Per sapere quale saranno i virus influenzali dai quali difendersi, lโ€™Organizzazione Mondiale della Sanitร  raccoglie i dati provenienti dai suoi laboratori per capire quali sono le varianti virali piรน diffuse.

Quindi viene prodotto giร  dallโ€™inizio dellโ€™anno il vaccino contro i nuovi ceppi rilevati in modo che ce ne sia a sufficienza in autunno per vaccinare la popolazione. Il vaccino prodotto รจ nella maggior parte dei casi abbastanza predittivo di quelli che saranno i ceppi influenzali a diffondersi quellโ€™anno ma, appunto perchรฉ il virus muta, puรฒ non essere efficace al 100%. La probabilitร  perรฒ che sia efficace รจ molto alta e limita i rischi per i soggetti piรน vulnerabili.

 

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Malattie infantili

Di un vaccino si valuta lโ€™efficacia immunizzante, cioรจ la capacitร  di stimolare una risposta con la produzione di anticorpi, e lโ€™efficacia protettiva, ossia lโ€™effettiva capacitร  di proteggere dalla malattia. Perchรฉ una malattia circoli in modo limitato nella popolazione, tale da trovare preparati i Servizi Sanitari nel caso si presentasse nelle sue forme piรน gravi e complicate, รจ necessario che la vaccinazione sia diffusa. Si puรฒ ritenere che una buona immunizzazione di massa sia raggiunta quando il 95% della popolazione รจ vaccinata. Questo valore perรฒ รจ molto variabile, dipende dalla contagiositร  di una malattia, e vale solo per le malattie che si trasmettono da uomo a uomo. Quando si ottiene unโ€™ampia copertura vaccinale si parla di immunitร  di gregge.

 

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Se in un primo momento la vaccinazione si concentrรฒ sulle malattie i cui esiti erano maggiormente nefasti, oggi disponiamo di vaccini anche per le malattie che fino a qualche tempo fa erano considerate tipiche dellโ€™infanzia, come morbillo o varicella.

Ridurre la circolazione di queste malattie significa evitare le forme gravi che possono portare, ad esempio nel caso del morbillo, a polmoniti o encefaliti fino alla morte. รˆ inoltre necessario difendere i soggetti piรน fragili che non possono essere vaccinati, come le persone con un sistema immunitario meno forte o compromesso, il cui organismo non sarebbe capace di combattere una malattia che per la maggior parte delle persone รจ senza conseguenze durature.

La possibilitร  quindi di avere vaccini per piรน malattie รจ una conquista del nostro progresso, eppure sulla vaccinazione si sono diffuse notizie infondate e movimenti antivaccinisti.

Scandali, frodi e effetto No-vax

รˆ bene perรฒ subito chiarire che il movimento No-vax, sebbene faccia molto rumore, conta in Italia su una base di circa lโ€™1% della popolazione. Si tratta di persone che rifiutano in assoluto la vaccinazione. Molto piรน larga รจ la fetta di quelli che chiedono maggiori informazioni sullโ€™argomento per fare serenamente le proprie scelte.

 

Lโ€™opposizione ai vaccini non รจ certo cosa nuova se giร  Kant, alla scoperta di Jenner, parlava di pratica innaturale e persino Gandhi la riteneva qualcosa di โ€œsporcoโ€.

Nella storia si sono verificati poi degli incidenti tali da creare diffidenza e sospetto. Ad esempio, nel 1933, ventotto bambini del piccolo comune veneto di Gruaro, morirono durante la sperimentazione di un vaccino contro la difterite. Lโ€™errore di preparazione del vaccino attenuato fu fatale e venne per anni nascosto dal regime fascista. Un altro episodio si verificรฒ nel 1955 negli Stati Uniti durante la campagna antipolio. Prese il nome di โ€œincidente di Cutterโ€ dal nome della casa farmaceutica che aveva prodotto male un vaccino attenuato che aveva causato lโ€™insorgenza della poliomielite in 79 bambini vaccinati.

Altre tristi storie, come la scandalosa sperimentazione di Tuskegee in Alabama con centinaia di afroamericani usati come cavie da laboratorio per oltre quarantโ€™anni, dagli anni โ€™30 ai primi anni โ€™70, o il โ€œcontenzioso di Kanoโ€ nel 1996, che vede coinvolta la Pfizer in un caso di sperimentazione non autorizzata su migliaia di bambini nigeriani, hanno contribuito ad aumentare il sospetto verso enti di ricerca e case farmaceutiche.

Sicuramente perรฒ รจ stata nel 1998 la truffa messa in atto dal gastroenterologo Andrew Wakefield a dare il via alla falsa correlazione tra vaccinazione e autismo. Lโ€™allora medico inglese, nel frattempo radiato dal registro nazionale britannico, pubblicรฒ infatti sulla prestigiosa rivista medica Lancet una ricerca secondo la quale il vaccino trivalente MPR (contro morbillo, parotite e rosolia) era correlato alla diagnosi di autismo nei bambini vaccinati. La notizia destรฒ subito interesse, ma anche scetticismo nel mondo scientifico. In seguito a una inchiesta approfondita, Lancet fu costretta a ritirare lโ€™articolo.

Si scoprรฌ che Wakefield aveva alterato i dati pubblicati dopo aver ricevuto un pagamento da parte di uno studio legale per dare sostegno a cause milionarie intentate contro i produttori del vaccino. Fu anche accusato di aver screditato il vaccino trivalente per avvantaggiarne uno da lui progettato.

Vaccini e autismo, una correlazione mai provata

Nonostante la radiazione del medico e il ritiro dellโ€™articolo il danno era ormai fatto, creando una crisi di fiducia verso le cause farmaceutiche e alimentando il complottismo.

Negli anni โ€™90 si diffuse anche la notizia falsa che il vaccino esavalente fosse causa della sindrome della morte in culla, ma anche in questo caso non รจ mai stata trovata alcuna correlazione.

La diffusione di false notizie e dei complottismi, alimentata dalla creazione di โ€œecho chambersโ€ sui social media, mina costantemente la credibilitร  di quella che รจ stata e che resta unโ€™arma e un progresso medico eccezionale contro le malattie.

 

 

Se รจ vero che puรฒ sembrare strano un intervento medico come la vaccinazione su una persona sana, non si dovrebbero mai dimenticare le conseguenze nefaste delle malattie che la vaccinazione hanno fronteggiato. Solo fino a pochi decenni fa la paralisi infantile lasciava i suoi segni sui bambini, costringendone alcuni alla vita nel polmone dโ€™acciaio, il vaiolo era ancora temibile, e si contavano le vittime della difterite o del tetano. Le vaccinazioni hanno dimostrato nella storia la loro sicurezza e affidabilitร  e lโ€™indubbio vantaggio che mai come ora possiamo vedere: proteggerci da un nemico inaspettato e aiutarci a ritrovare la socialitร  che abbiamo perduto.

 

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