Il Museo Virtuale dei Piccoli Animali nasce la prima volta più di 10 anni fa, da esperienze di animazione, una parola ricca e ambigua (un po’ come “libertà”) per cui non ci sono valide alternative, anche se è usata correntemente per definire attività di segno praticamente opposto che si svolgono per esempio nei villaggi turistici e nelle discoteche. Come ho cercato di scrivere nei libri, tuttora disponibili, Nuova Guida di Animazione Teatrale e I Bambini e l’Ambiente, i partecipanti alle esperienze di animazione, quale che sia (teatro, ambiente, video, inventa storie, tecnologia, o anche un mix di tutto), a partire dall’osservare e immaginare se stessi, gli altri e il mondo, tirano fuori e usano risorse e voglia di fare e si ritrovano alla fine più contenti e più capaci.
Situazioni belle, vissute, “ecologiche”, durante le quali si producono cose, eventi e conoscenza e si risolvono anche naturalmente insieme tra persone tanti problemi per cui una società spezzata spesso ricorre d’ufficio a interventi specialistici di medici e psicologi sui singoli.
La ricerca dei piccoli animali: altro che Alexa!
Tra tutti i laboratori di animazione che per amore o per forza ho condotto in tanti anni, esperienze vissute e forti, l’uscita nel giardino della scuola a cercare, fotografare, filmare i piccoli animali è, nella sua semplicità, forse il più efficace nel tempo più breve: bastano un paio di incontri di meno di due ore e davanti ai bambini si spalanca un universo vivo e vero di natura e conoscenza, meraviglia, comprensione della diversità, uso attivo dei mezzi tecnologici, scienza, arte, narrazione, comunicazione consapevole con chiunque nel mondo. Dopo di che, in classe ci si può lavorare per mesi e spesso subito si innescano meccanismi culturali virtuosi, collettivi e individuali, come quando un bambino di sei anni, solo osservando le nostre fotografie proiettate, senza alcun suggerimento adulto, alza la mano e dice: «Allora, le api succhiano e le vespe tagliano!». Altro che chiedere le cose ad Alexa!
Dall’Iran a Taiwan, passando per Brescia
Lo “scambio di figurine” tra i bambini, con i diversi insetti, ragni, millepiedi scoperti nel rispettivo proprio ambiente quotidiano, in tempi di Rete globale, naturalmente si estende a gruppi e classi che vivono in ogni parte del mondo. E per un concorso di circostanze, il primo video di adesione al museo, di bambini che con impegno esplorano nel cortile, ci arriva dall’Iran.
Decidiamo di usare l’inglese per i testi (con qualche finestra sulle lingue nazionali), familiarizziamo con i nomi scientifici, che sono uguali in tutto il pianeta, condividiamo in rete immagini e documenti che noi stessi produciamo, agendo così nel nostro piccolo come cittadini attivi della Società dell’Informazione.
Sul retroterra culturale del progetto e le prospettive che si aprono, scrivo qualcosa per un libro collettivo da pubblicare in America e, tra i 72 articoli complessivi dall’Italia e dal mondo, ritroviamo alla fine The Children’s Virtual Museum of Small Animals: From the Schoolyard to the Internet nel volume 1, capitolo 1, a pagina 1. È il 2013. L’anno dopo, con la produzione di un video discretamente rappresentativo, si esaurisce il rapporto di collaborazione con la Coop Lombardia, che mi aveva portato per anni nelle scuole di Brescia e dintorni e in giro in diverse parti d’Italia con la mostra fotografica “Concittadini inaspettati”. Durante una partecipazione al Global Junior Challenge a Roma, incontro Cindea Hung, di Taiwan, che attorno al suo progetto Organic Garden Dream (ora presente con un gruppo privato in Facebook) ha raccolto un gruppo di collaboratori da scuole e realtà di tutto il mondo. Aderisce con entusiasmo all’idea del Museo e, in mancanza di una struttura autonoma funzionante, come tante altre iniziative di questi tempi, lo facciamo sopravvivere su Facebook.
Un Museo in costruzione
Nell’ultimo difficile anno di pandemia, con anche l’interesse di nuovi operatori e possibili partner, ci siamo presi il tempo per capire il modo “giusto” per organizzare le foto in una classificazione accessibile e comprensibile, i video come finestre vive che tutti possiamo aprire sulla realtà, eventuali spazi di immaginazione e arte che possono crescere intorno al Museo. Abbiamo pubblicato in rete una bozza del nuovo sito web e con altri professionisti, scuole e bambini, ci torniamo a lavorare, vedendo di recuperare i collaboratori degli anni passati e invitandone di nuovi.
Poi, vorrei ritornare personalmente in alcune scuole e coordinare altri che vogliano farlo, in Italia come all’estero, per proporre attività semplici, ma importanti, che aiutino i bambini del mondo a costruire insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali.