Il mondo del cinema piange Jean-Paul Belmondo, indimenticabile interprete di pellicole come Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard, L’uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca o Joss il professionista (1981), per citarne tre fra le oltre ottanta che ha girato (qui su Liberation una selezione delle sue 10 interpretazioni più significative).
Guarda una scena di Fino all’ultimo respiro
Considerato come il “brutto più affascinante” del cinema francese, ha legato il suo successo a diversi generi, dal poliziesco nel quale peraltro girava anche le scene più spericolate senza controfigura, al genere drammatico e introspettivo (basti pensare a La mia droga si chiama Julie (1969) di François Truffaut). Celebre la sua rivalità con Alain Delon, al fianco del quale girò Borsalino (1970), che oggi si dice “devastato” dalla scomparsa di uno fra i suoi amici più cari.
Belmondo è mancato oggi a 88 anni nella sua casa a Parigi, come ha comunicato il suo legale tramite France Presse.
Aveva lavorato anche con diversi registi italiani fra cui Vittorio De Sica (La ciociara, 1960), Alberto Lattuada (Lettere di una novizia, 1960), Mauro Bolognini (La viaccia, 1961), Renato Castellani (Mare matto, 1963) o Sergio Corbucci (Il giorno più corto, 1963).
Nel 2011 aveva ricevuto la Palma d’oro alla Carriera al Festival di Cannes, cinque anni fa invece a Venezia il Leone d’oro alla carriera.
Guarda il trailer originale di “L’uomo di Rio”
Si era sposato nel 1952 con la danzatrice Élodie Constantin, dalla quale ebbe tre figli, si legò poi sentimentalmente ad Ursula Andress, a lungo con Laura Antonelli e con l’attrice brasiliana Carlos Sotto Mayor. Vent’anni fa aveva infine sposato in seconde nozze la ballerina Natty Tardivel, quindi un’ultima relazione con Barbara Gandolfi, già modella di Playboy. Fra le sue passioni la boxe e il calcio, in particolare il Paris-Saint Germain, di cui fu tra i fondatori.