Un invito agli artisti e al pubblico perché si informino su che cosa significa antropocene, sui pericoli e sulle sue potenzialità della nuova era geologica teorizzata dal Nobel per la chimica Paul Crutzen e contrassegnata dall’impatto dell’attività umana sull’ambiente. È questo e molto altro la prima Biennale dell’antropocene che si tiene questa settimane a Roma negli spazi dell’Art Gap (via di S. Maria in Monticelli, 66).
La manifestazione, a cura di Federica Fabrizi e Vittorio Pavoncello, che l’ha ideata, comprende opere di oltre 60 artisti, fra cui molti giovani e giovanissimi che seguono il corso di Eclario Barone all’Accademia d’arte di via Ripetta e altri provenienti dalla scuola di incisione dell’Associazione La linea di Virginia Carbonelli.
Durante tutto il mese di maggio, ogni venerdì e sabato, si terranno inoltre incontri con poeti, performer ed esperti sulle tematiche ambientali. In particolare venerdì 20, a partire dalle ore 17.00, un incontro a più voci fra poesia e cinema con Flaminia Cruciani, Anna Orvieto, Davide Cortese che leggeranno i propri versi e con la giornalista Angiola Codacci Pisanelli, caposervizio de L’Espresso, e Simone Corallini, regista e fotografo, che presenteranno il film “Ogni posto è una miniera” prodotto da Saperenetwork nell’ambito del Festival europeo di poesia ambientale.
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Numerose le collaborazioni con istituzioni e associazioni come il primo municipio di Roma presieduto da Lorenza Bonaccorsi, con l’Assessore alla Cultura Giulia Silvia Ghia e Ludovica Jaus, con l’ANTA (Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente), Sapereambiente, e la Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti.