Cosa c’entra Julian Assange con Sanremo e con Zelensky? Tanto. Lo pensano quelli del comitato Free Assange Italia, e hanno ragione. A poche ore dall’inizio della manifestazione canora più nazional popolare (forse date le ultime notizie meglio bipolare, ma scegliete voi…) d’Italia, tra polemiche strumentali (e utilissime, alle mafie, ma questa è un’altra storia) sul caso Cospito – 41bis, e soprattutto sulla presenza di Zelensky sul palco della città dei fiori, gli attivisti di Free Assange Italia lanciano un’iniziativa. Quest’anno il regolamento, tra i bonus, prevede l’assegnazione di 10 punti all’artista che indossa una maschera sul palco: perché non indossare, quindi, proprio la maschera del giornalista, attivista, informatico australiano fondatore di Wikileaks, che rischia 175 anni di carcere nella stessa prigione di El Chapo Guzman per aver rivelato al mondo i crimini di guerra della Nato? Se il Festival condotto da Amadeus ha dimostrato, con l’iniziativa di ospitare Zelensky in carne e ossa, in video, o un suo discorso, o quello che sarà, di voler partecipare alla realtà, alla Storia, quale occasione migliore?
Se Wikileaks fosse ancora attivo, sapremmo sicuramente molto di più sulla guerra in Ucraina (che non è l’unica che affligge il mondo, ricordiamoci del recente viaggio e delle parole di Papa Francesco in Africa), e sugli interessi che la muovono.
L’invito agli artisti, che la redazione di Sapereambiente condivide con convinzione, è ad indossare la maschera di #JulianAssange.
E ai nostri lettori, chiediamo ogni giorno di tweettare ai cantanti in gara invitandoli ad indossare la maschera.
Perché Sanremo sarà pure e sempre Sanremo, com’è giusto che sia, ma anche la libertà di stampa, diritto sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1948, dovrebbe rimanere tale. Un’ultima considerazione: si era invano sperato che nel 2022 ad Assange fosse assegnato il Premio Sacharov, con cui ogni anno il Parlamento europeo premia personalità e organizzazioni dedite alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali. Il premio è andato al popolo ucraino, rappresentato dal presidente Zelensky.
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