Eccolo, dopo la consueta delusione della Cop27, l’appuntamento con la periodica Conferenza Onu per la Biodiversità, quest’anno in programma a Montreal dal 7 al 19 dicembre. Gli oltre 10mila delegati attesi alla Cop15 teoricamente dovrebbero raggiungere un accordo quadro sulla biodiversità che migliori e sostituisca quello precedente di Aichi, Giappone, del 2010, che prevedeva 20 obiettivi per proteggere la biodiversità, nessuno dei quali è stato raggiunto. L’evento avrebbe dovuto avere luogo a Kun Ming, in Cina, nel 2020, ma fu rimandato a causa della pandemia da Covid-19. Nell’ottobre 2021 nella città cinese si tenne una conferenza preparatoria, durante la quale si stabilì di arrivare nel 2022 ad un nuovo accordo quadro sulla biodiversità. La Cop fu poi spostata in Canada per evitare le restrizioni locali, ma la Cina ha comunque mantenuto la presidenza.
Il target 30 by 30
La nuova bozza preparata da un gruppo di lavoro Onu ha 22 obiettivi, ma secondo gli osservatori l’intesa è ancora lontana e sarebbe stata più o meno raggiunta solo su due punti. L’obiettivo principale è il cosiddetto target “30 by 30”, ossia impegnare i paesi dell’Onu a dichiarare area protetta almeno il 30% del territorio globale e il 30% degli oceani al 2030. Sono 100 i paesi che ad oggi si sono detti, almeno in linea teorica, favorevoli, ma altrettanti quelli che sono ancora da convincere.
Nature Positive
Per capire quanto la questione sia importante, basti pensare che nel 2020 solo il 15% del territorio mondiale e appena il 7% degli oceani erano protetti. Le varie ong che parteciperanno hanno annunciato, a questo proposito, che spingeranno per inserire nel documento finale il concetto di nature positive, ovvero l’adozione, da parte degli stati, di politiche che migliorino gli ecosistemi e non semplicemente di politiche limitative, che si occupino di ridurre i danni. Si parte, per fare esempi pratici, dalle pratiche di arricchimento della biodiversità, stoccaggio del carbonio, purificazione dell’acqua, con conseguente riduzione riduzione, sempre attraverso pratiche di miglioramento e protezione della biodiversità, del rischio pandemico.
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Azioni concrete?
Obiettivi importanti, azioni concrete. Ad esempio in bozza c’è la compensazione delle emissioni di milioni di tonnellate di anidride carbonica con soluzioni naturali come la conservazione delle foreste, la lotta alla diffusione di specie invasive, la riduzione dell’inquinamento da pesticidi, fertilizzanti e rifiuti. Altro tassello fondamentale, il taglio ai sussidi per le industrie che contribuiscono alla perdita di biodiversità. Ma soprattutto c’è il punto più importante di tutti: gli aiuti dei paesi ricchi a quelli vulnerabili per proteggere e sviluppare la biodiversità. Secondo quanto riportato dalle agenzie, il testo provvisorio valuta in 700 miliardi di dollari la cifra necessaria per il raggiungimento degli obiettivi. Dati i risultati nulli delle Cop precedenti, inclusa l’ultima, quante possibilità concrete ci sono?